cap.6

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Tony's pov.
Okay non ce la faccio. Non posso andare lì da loro in Europa fingere di stare bene e poi sganciare una bomba così. Non posso fare questo a Pepper, non posso dirle ancora ciao tesoro sono un disastro incapace di proteggere i nostri figli, e così deficiente da portarli su un cambo di battaglia contro un alieno e non riuscire a salvarli. Non ho le forze di dirle che Ironman ha ucciso un altro dei suoi figli, non posso dirglielo io, ma è il mio dovere e solo io posso compierlo.
"Hey J, fammi un favore. Chiama Pepper"
E così stando sul tetto di quel fast food sospirai con le lacrime agli occhi e un nodo alla gola aspettando che il mio A.I. eseguisse gli ordini. E poi, poi sentii la sua voce.
Una voce preoccupata, ma da un certo senso rassicurata dall'aver ricevuto quella chiamata.
"Tony? Oddio Tony stai bene? E Peter? Cos'è successo?"
Chiese senza lasciarmi un secondo per poter rispondere, non che volevo rispondere. Queste sono cose che non puoi dire al telefono.
"Pep"
Dissi con un tremolio di voce.
"Tony stai bene? Ti prego dimmi cos'è successo lì. Avete combattuto? State entrambi bene? Ti prego To.."
"Pepper ti prego raggiungimi a casa, a Malibu, ho già detto a Jarvis di preparare il piano di volo. Non fare domande. Prendi Mary e vieni da me"
Le risposi cercando di avere un tono normale.
"Tony così mi spaventi...ti prego non dirmi così e dammi solo una risposta..."
Disse, si prese un breve pausa sentii dei singhiozzi in sottofondo poi con una voce rotta dal dolore mi pose la sua domanda.
"Peter sta bene?"
"Ti prego vieni da me. Fai il più in fretta possibile"
Risposi concludendo la chiamata, senza rispondere alla sua domanda ma ormai ha già capito quale poteva essere l'esito. Potevo risponderle certo ma non riuscivo a dire quelle parole. Non riuscivo a pronunciare Peter è morto.
Per me la parola morte e Peter non staranno mai nella stessa frase. Più volte il mio bambino ha rischiato la morte ma ho sempre fatto di tutto per impedirlo ma ora l'unica cosa che ho fatto è stata stare lì a guardare mentre il suo corpo sparì in una nube blu.
Non posso fare altro dovrò accettarlo.
Sono l' assassino di mio figlio.
Solo una cosa può essere la soluzione a questo.
"Okay J ho bisogno di alcol, perciò sbrigati attiva la modalità supersonica e torniamo a casa"
Ordinai alzandomi in piedi e dopo arrivai a casa.
Ho qualche ora di vantaggio, il tempo che Pepper torni da Venezia, così scendo giù nel mio laboratorio e aprii l'armadietto degli alcolici nascosto in un angolo.
Lo so ho giurato più di non bere più del dovuto scolandomi più di una bottiglia intera. Ma la mia situazione può giustificare tutto. Non è la prima volta che rompo la promessa fatta al me stesso di diciassette anni fa quando diventai padre.
Non mi ubriacherò più, sono padre e non posso fare questo ai miei figli.
Dissi, ma all'epoca non sapevo quanta la vita e il karma fossero stronze con me e così come quando Peter e Mark sparirono indietro nel tempo iniziai a scolarmi le prime bottiglie che mi passarono per mano.
Sinceramente non so come feci a restare sobrio quando il padre di Jason bombardò la mia casa e quasi uccise Mark, anche se all'epoca ancora non sapevo che il mio bambino era vivo e tenuto chiuso da Stane.
Le ore passarono in proporzione alle bottiglie vuote sul pavimento.
"Signore la devo avvisare che tra due ore circa la signorina Potts sarà qui"
Mi ricordò Jarvis.
"E allora che importanza ha.....ho perso il ragazzo come faccio a...."
Risposi con la solita voce di chi ha alzato un po' il gomito.
"Signore le devo ricordare il protocollo bucato fresco? E in oltre su suo preciso ordine di qualche ora fa mi ha chiesto di informarla dell'arrivo della signoria Potts per riprendersi dagli effetti dell'alcool."
Mi disse, rimproverandomi?
"Cavolo il me sobrio è davvero responsabile e noioso, ma ha ragione devo ripuscire, no ripulire, ma prima bagno"
Mi alzai di corsa e andai a vomitare tutto ciò che avevo bevuto e dopo mi sentii meglio.
Mi avvicino al lavandino e mi lavo velocemente la faccia, poi fissai il mio riflesso nello specchio.
"Okay Tony, basta cazzate ora ci diamo una sistemata perché tra meno di due ore arriverà qui una donna bellissima e tu dovrai avere le cazzo di palle di dirgli che suo figlio è morto."
Mi ripetei per darmi forza, è il mio compito, un compito di merda ma devo.
Mi ripetei allo specchio, così mi feci la doccia liberandomi da quei vestiti sporchi di sudore e sangue dovuti alla battaglia e puzzolenti di alcol. Mi medicai le varie ferite, numerose ma non molto pericolose, indossai dei vestiti puliti e comodi, una classica T-SHIRT e una tuta, mi sistemai i capelli applicandoci un filo di gel poi eliminai l'ultima traccia di alcol dal mio alito lavandomi bene i denti e bevvi del caffè per riprendermi completamente e essere abbastanza lucido da sostenere Pepper.
"Jarvis aggiornami sulla posizione di Pepper"
"La signora Stark si trova a 500Km da qui, muovendosi ad una velocità di 950km/h si troverà qui tra circa trenta minuti"
Mi rispose la voce metallica.
"Perfetto, grazie"
Riposi scendendo giù nel laboratorio a sistemare tutto il casino.
Raccolsi le numerose bottiglie vuote, senza contarle, non voglio dare un numero al mio fallimento, anzi doppio fallimento visto che odio dover ricorrere all'alcol e consideravano una vittoria immensa il riuscir a resistere.
"Signor Stark, sua moglie e sua figlia sono qui"
"Bene"
Feci un sospiro e trovai il coraggio di salire le scale, poi la vidi lì difronte a me con in braccio Mary.
"Papá"
Urlò la bambina mentre con passi barcollanti si avvicinò a me, lei era diversa da Peter o Mark, sembra quasi una bambina normale, certo è già più sveglia di qualche suo coetaneo ma per molti versi simile agli atteggiamenti di una bimba di due anni e mezzo. Peter non è mai stato conforme, ha parlato e camminato molto prima del solito e quando sembrava normale c'era sempre un piccolo dettaglio che lo rendeva incredibile e metteva in risalto il suo spiccato Q.I., come quando criticava i buffi cartoni con gli animali sostenendo che loro non potevano mangiare la cioccolata e dopo ti spiegava anche il perché, mi stupivo e mi chiedevo dove mai avesse imparato tutto ciò, ma mi limitavo a sorridergli. Ora spero solo che questa bimba possa avere una vita più normale, quella che abbiamo cercato di dare ai suoi fratelli fallendo miseramente, e speravo anche di poter vederla crescere, vedere che oramai è grande e con il suo futuro marito o moglie andare a vivere in una casa da sola e vivere a pieno la sua vita, ora è ancora piccola e non so cosa mai sceglierà di fare ma tanto non fa differenza a me basta che sia felice.
Spero che non scelga la vita da Avenger, almeno così, forse, riuscirà a concludere il liceo.
Pensai prendendo Mary in braccio accarezzandole la guancia, mentre una lacrima minacciava di rigarmi il viso quando realizzai che tutto ciò che speravo per Mary non avrei potuto vederlo mai per Peter e Mark. Non ci sarà nessun giorno del diploma per loro, nessun matrimonio, e nessuna doppia festa di compleanno, niente di niente, l'unica cosa che sarà loro dedicata è forse la funzione religiosa più brutta del mondo, ma sento ora di non aver le forze di seppellire un altro figlio.
A risvegliarmi da quei pensieri fu la voce di Pepper. Che mi chiamò guardandomi negli occhi, sull'orlo di scoppiare a piangere, aveva gli occhi rossi segno che anche sull'aereo per venire qui aveva pianto.
Mi avvicinai a lei guardandola negli occhi, ormai anche i miei sono pieni di lacrime.
"Pep, tesoro Petey è..."
Non finii la frase che Pepper scoppiò a piangere buttandosi sulla mia spalla, l'abbraccciai stretta facendo attenzione a non far cadere Mary che è ancora tra le mie braccia.
"Mi dispiace Pepper."
Le dissi accarezzandole con la mano libera la schiena.
Era tardi e Pepper e Mary avevano già cenato lungo il viaggio e io con questa storia e l'alcol ancora nella vene mi si chiuse lo stomaco e seguii loro a letto.
Mary dormí con noi, stranamente. Di solito non lasciamo che i nostri figli dormano per tutta la notte nel letto con noi per non viziarli, beh con i gemelli era fisicamente difficile dormire tutti e quattro. Dormivano con noi solo quando stavano male, per tenerli d'occhio, ma stasera c'è un eccezione, stasera c'è un letto vuoto in più e sia io che Pepper avevamo il bisogno di sentire un piccolo bambino tra le braccia.
Pepper si addormentò tenendo stretta Mary, io non riuscii a dormire e mi limitai a guardarle.
Poi qualcosa mi fulminò.
Ormai la rabbia della battaglia era passata e la disperazione aveva preso il suo posto. Insomma mi ero ubriaco di nuovo a distanza di un anno dall'ultima volta rompendo una serie lunga diciassette anni.
"Io non penso che loro siano morti...."
Disse Thor ma io in preda al momento non ascoltai nemmeno una delle sue parole.
Da un lato vorrei mettermi a letto e dormire con la mia famiglia ma non riuscirei a riposare, poi c'è un'altra parte di me che mi dice che sto sbagliando, sto commettendo una cazzata e che sto abbandonando mio figlio.
Come faccio ad accettare la sua morte se una parte di me crede che sia ancora vivo...
Basta c'è solo un modo.
Mi alzai di scatto e silenziosamente scesi nel mio laboratorio.
"Jarvis, sveglia mettiamoci a lavoro"
Dissi battendo le mani e tutti i motori si accorsero.
"Cerca Spiderman"
Ordinai e dopo Jarvis iniziò a eseguire vari calcoli analizzando ogni coordinata sulla faccia della terra.
Dopo trenta minuti ebbi i miei risultati.
"Non sono stati ritrovati punti di localizzazione per Spiderman"
Mi disse.
"Va bene prova così, allarga ogni sistema, collegati a tutti i satelliti e segui questo algoritmo"
Gli ordinai scrivendo una formula di calcolo sullo schermo.
"Nessun risultato"
"Prova ancora"
Gli dissi pieni di frustrazione.
Passarono ore e nessun risultato.
"Mi dispiace signor Stark non sono riuscito a localizzare suo figlio"
Mi disse J facendo trapelare un lato...ehm umano?
"Va bene J, ho capito. Resetta tutto"
Gli ordinai poi poggiai le mani sul viso poggiando i gomiti sulla scrivania.
"Tony"
Mi girai verso Pepper che era ferma sulla soglia appena i nostri sguardi si incrociarono si avvicinò a me, prendendo tra le sue mani il mio viso.
"C'è qualcosa che mi tieni nascosto?"
Mi chiese io mi ci fermai un po' su, e dopo risposi annunedo.
"C'è una minima minuscola possibilità che Peter stia bene da qualche parte.....ma non ho risultati. Ho provato e provato mille modi diversi ma niente io non riesco a trovarlo"
"Tony, va tutto bene. Ce la possiamo fare"
Mi disse, la guardai negli occhi poi mi alzai e d'istinto la baciai tenendo il suo viso tra le mani.
"Mi dispiace"
Le dissi rimanendo a qualche millimetro dal suo viso.

¡Hola!
Che ne pensate della storia?
Tony supererà mai il momento della perdita o questo lo spingerà a fare pazzie?
~Leo.

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