Cap.11

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Una settimana dopoPeter's povÈ passata una settimana, sette maledetti giorni i cui non faccio altro che pensare a quel giorno

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Una settimana dopo
Peter's pov
È passata una settimana, sette maledetti giorni i cui non faccio altro che pensare a quel giorno. Più il tempo passa è più ne sento la mancanza, devo aver pazienza perché un giorno tutta questa tristezza sarà passata ma intanto la pesantezza delle giornate sembra opprimermi.
"Signorino Peter Stark c'è un messaggio per lei"
Disse Jarvis così distrattamente alzai la testa da quei morbidi cuscini e mi sedetti sul letto.
"Qual è il messaggio J?"
Chiesi.
"Dovrebbe recarsi nel laboratorio di suo padre per riceverlo"
Sospirai, non andavo lì da quando eravamo tornati sulla terra, non mi va molto di andare in quel laboratorio senza di lui ma la curiosità di sapere che cos'è questo messaggio è troppa.
Così uscii dalla stanza e scesi nel seminterrato per recarmi nel posto preferito di mio padre. Eravamo ancora a Malibu, non ce la facevo a tornare a New York né tanto meno a riiniziare la scuola. Certamente mi tenevo in contatto con i miei amici e alcuni giorni venivano a passare le giornate qui a casa con me, anche loro sono preoccupati per l'accaduto ma tornare a scuola ed essere tempestati di domande non era il massimo. Al nostro ritorno sulla terra ci fu una conferenza stampa, in cui Natasha e il direttore Fury spiegarono ogni cosa, quindi ora tutto il mondo sapeva, anche se con poca precisione, ciò che era successo, della battaglia e dello scontro tra Thanos e mio padre. E questo non faceva altro che peggiorare ogni cosa, visto che appena uscivo di casa mi ritrovavo circondando da poster e murales tributi per Ironman, senza contare i fiori che numerosi venivano portati fuori casa, ma per fortuna Happy riuscì a bloccare queste masse di fan e giornalisti e così già dal secondo terzo giorno fuori casa si poteva sentire il silenzio e la tranquillità.
Finalmente dopo tanta angoscia arrivai davanti alle vetrate che dividevano le scale dal laboratorio, digitali il codice d'accesso e entrai.
Il laboratorio si illumminò e una strana voce, che non avevo mai sentito prima, parlò.
"Ciao Peter. Io sono EDITH, sistema di realtà aumentata per la difesa e la sicurezza di Tony Stark"
Sentii mentre notai una luce sulla scrivania, mi avvicinai e trovai posati su gli occhiali di mio padre.
"Jarvis cosa significa tutto questo?"
Chiesi, anche un po' spaventato.
"Risulta dai miei file che il programma EDITH non è stato rinviato"
Mi disse.
"Spiegati meglio"
"Il signor Stark installò un programma per una sua eventuale morte prematura, se questi non veniva resettato dopo sette giorni dal suo ultimo reset EDITH sarebbe attivo e passato a un successore degno di avere dalla sua parte tale tecnologia"
Mi spiegò l'AI.
"Ssarei io?"
"Certo Peter, suo padre ha molta fiducia in lei. Ora la prego indossa gli occhiali così potrà capirne di più."
Titubante mi avvicinai e indossai gli occhiali.
"Scansione retica effettuata. Ciao Peter, io sono EDITH, Even Dead I'm The Hero. Tony adorava gli acronimi. Peter ora hai accesso a tutti i protocolli di Tony, lascia che ti mostri cosa posso fare"
Rispose la voce negli occhiali e dopo iniziò a mostrarmi ogni funzione.
Sento un nodo alla gola, ancora incredulo che mio padre abbia creato tutto questo per me, più ci penso e più mi manca.
Andrà tutto Bene Peter, ci vorrà del tempo
Dopo un po' sentii dei rumori provenire da sopra farsi sempre più vicini.
"Signor Peter sua madre sta arrivando"
Disse Jarvis.
"Peter? Petey sei tu la sotto?"
Mi domandò e qualche secondo dopo si mostrò.
"Pete che ci fai qui?"
Mi chiese dolcemente, poi si bloccò quando vide quegli, occhi. Sapeva forse di questo nuovo sistema? O era semplicemente sorpresa che li avessi addosso.
"Ti stanno molto bene, Pete. Dai vieni ho portato la cena."
Rispose con un sorriso.
Ma io non potevo stare lì e fare finta che tutto fosse okay, come se ciò che è accaduto non fosse mai accaduto. Così mi pietrificai cercando di non fare cadere neanche una lacrima.
Mia madre in silenzio si avvicinò a me, mi abbracciò e con una mano mi accarezzò i capelli.
"Petey andrà tutto bene. Vedrai, abbi un po' di fiducia, so che ora ti sembra una terribile angoscia, ma ti prometto che presto finirà"
Mi sussurrò all'orecchio.
"Come fai ad esserene sicura!?"
"Perché ho fiducia nel Capitano. Dai ora salì su ci sono dei cheeseburger che aspettano di essere mangiati"
Disse dandomi un bacio tra i capelli e dopo iniziò a camminare verso le scale, fermandosi per aspettare un mio passo. Dopo un po' mi decisi a seguirla e insieme a Mary ceniamo mentre la TV è accesa su un vecchio film d'avventura.
"Sai mi ha chiamato Ned"
Iniziò a dire mia madre, io evitai il suo sguardo già sapendo dove aveva andare a parare.
"Mi ha detto che la prossima settimana c'è una gita in Europa. Sarebbe bello andarci no!?"
Mi disse e la guardai mimando con lo sguardo un chiaro non sono in vena di viaggi.
"Dai Pete, avresti bisogno di una bella vacanza, stai lì con i tuoi amici, di divertiti un po' senza pensare a tutto questo"
"E se.."
Dissi ma lei mi interruppe.
"Peter, tesoro non puoi vivere chiuso in casa aspettando che un giorno lui ritorna. Tony sicuramente non sarebbe felice di sapere che suo figlio ha deciso di non uscire più da queste quattro mura. Tu parti poi ti prometto che se qualcosa accade ti chiamerò e Happy verrà a prenderti, ma per il resto tu ti divertirai. Mi fai questo piccolo favore?"
Disse scostandomi i capelli dalla fronte.
"Va bene"
Risposi guardandola negli occhi. Forse ha ragione, mi serve qualcosa per dimenticarmi di tutto ciò, una vacanza.
"Mamma posso chiederti una cosa?"
"Certo piccolo"
"Posso andare a New York?"
Le chiesi con una strana luce negli occhi che pensavo non vedere per un po' di tempo.
"Ora? Non è un po' tardi!?.....va bene, ma io verrò con te, di certo non ti farò viaggiare di notte da solo per il ritorno"
Acconsentì solo dopo aver notato anche lei la luce nei miei occhi.
"Tranquilla non c'è bisogno, dormirò da Ned. Sono giorni che mi chiede se ho voglia di passare un po' di tempo a New York, quindi penso che non ci saranno problemi"
"D'accordo, diró a Jarvis di preparare un volo, tu prendi quello che ti serve e chiama Ned."
"Va bene"
Salii in camera e presi l'occorrente per passare una notte fuori e poi ovviamente chiamai il mio amico che fu più ché felice di questa notizia. Prima di uscire dalla stanza un brivido mi percosse lungo la schiena, come se qualcuno mi chiamasse e appena mi girai il mio occhio cadde sul letto di mio fratello.
Cazzo Mark quanto mi manchi. Sarebbe tutto diverso ora con un fratello, forse papà non avrebbe fatto quello che ha fatto se c'eri anche tu con noi
Mi asciugai con la manica la debole lacrima formatasi sul mio viso e scesi giù.
"Allora genietto pronto a partire?"
Mi domandò mia madre, io annuii e dopo aver salutato Mary e mia madre salgo sul Jet.
Qualche ora dopo arrivai a New York.
Ad aspettarmi all'aeroporto c'era Ned e sua madre. La salutai ringranziandola e scusandomi per questo piccolo cambio di programma, ma a lei non importava molto visto che con il passare degli anni ero quasi come un figlio per lei.
"Bene ragazzi scatenati io ora torno a casa e porto il borsone di Peter, voi divertitevi solo non tornare troppo tardi, Ned ti ricordo che tu domani hai scuola. Vi chiamo più tardi non combinate casini"
Disse la madre di Ned lasciandoci quasi al centro di New York.
"Hey Pete il dinamico duo è tornato alla carica! Allora è da un po' che manchi da New York, dove vuoi andare?"
"Non ha molto importanza"
Risposi con un lieve sorriso mentre iniziamo a camminare per le strade affollate, mi nascosi dentro al cappuccio sperando che nessuno mi riconosce e mi chiedesse di mio padre.
"Ned non hai detto a MJ che sono qui vero?"
Gli chiesi e il mio amico mi guardò perplesso, è un disastro a mantenere i segreti.
"È stato difficile, ma tranquillo ci sono riuscito"
"Oh bene perché voglio farle una sorpresa"
Risposi tagliando per un vicolo mentre nella mia testa iniziavo a disegnare un percorso mentale per arrivare il prima possibile da lei.
"Oh tranquillo amico mi divertirò a fare la candela"
Rispose sarcastico Ned seguendomi.
"Dai Ned ti prometto che non sarà così"
Risposi sorridendo. E per la prima volta quel sorriso era sincero.
"Amico dai sto scherzando, il nostro è un trio, che divertimento sarebbe senza la strana spia MJ?"
Controbattè ridendo.
Tagliando per i vicoli e le strade secondarie riuscimmo a recuperare molto terreno.
"Pete, sai come arrivare prima da lei?"
Disse Ned fermandosi mentre aveva un lieve fiatone per via di questa strana corsa.
"Come?"
Mi voltai verso di lui.
"Con le ragnatele"
Disse con voce bassa, sapendo di aver toccato un argomento delicato ma che a ugal tempo bisognava affrontare prima o poi.
"Non c'è la faccio Ned."
Risposi indietreggiando fino ad appoggiarmi con la schiena vicino ad un palazzo e scesi giù fino a sedermi in quel vicolo poco illuminato.
"Non posso tornare in quel costume, non ora. Io non po.."
Iniziai a faticare a respirare, ma non era un attacco di panico, no quello è diverso, questo è più simile ad un esplosione di quei sentimenti che cerco di mettere sotto chiave.
"Hey Pete, tranquillo, non fa niente. Potrai essere Peter non serve Spiderman ora. Rilassati."
Mi disse per calmarmi e si avvicinò a me, ma stava mentendo. Lo so, ho tenuto d'occhio il Queens anche da lontano e il tasso di criminalità non si era di certo abbassato.
Lentamente mi calmai e mi rimisi in piedi.
"Forza la strada è ancora un po' lunga"
Risposi e iniziamo a camminare.
Finalmente arriviamo sotto casa di MJ.
"Vai amico ti aspetto qui"
Disse Ned invitandomi ad andare da lei, non la vedevo da tre giorni. Così con un abile salto arrivo alla sua finestra e come faccio sempre busso sul vetro.
Aspettai ancora, forse non avrà sentito, ribussai e finalmente vidi del movimento da dietro la tenda, anche se quello non sembrava essere il corpo perfetto della mia MJ, sembrava quel di un...
Sbiancai quando la sagoma scostò la tenda e rimase sorpreso di vedermi lì ma dopo  l'uomo aprì la finestra e mi fece entrare.
"Peter che ci fai qui? Stai bene?"
Mi chiese preoccupato il padre di MJ, oddio tra tutti proprio lui dovevo incontrare, il suo sguardo da severo agente dello S.H.I.E.L.D. mi terrorizza sempre.
"Ssi si, ssto bene. Ero solo venuto per vedere MJ"
Risposi con un leggero tremolio.
"Si capisco, sappi ragazzo che se c'è qualche problema o qualcuno ti disturba la nostra porta è sempre aperta, oh anche la finestra se preferisci"
Rispose con del lieve sarcasmo mentre mi posò una mano sulla spalla io annuii leggermente.
"Bene, ora veniamo al motivo per qui sei qui, vuoi uscire con il mio zuccherino a quest'ora?"
Disse calmo mentre io rimasi in silenzio ingogliando un nodo alla gola.
"Beh diciamo che per questa volta sei perdonato, sono felice di vederti di nuovo da queste parti ragazzino, speriamo che anche il tessitele rosso e blu possa tornare presto. Ora ti chiamo Michelle è giù a vedere un film."
Mi disse con un tono tipico di un padre.
"Michelle!! Tesoro vieni un secondo qui"
Urlò vicino alla porta e dopo si sentì una risposta.
"Si papà che c'è?"
"Vieni qui in camera tua"
"Perché?"
"C'è un problema di insetti, temo che dovremo disinfettare tutto"
"Come!! Papà cosa dici?"
Subito dopo sentiamo dei passi arrivare, il signor Jones mi fece segno di nascondermi  dietro la porta e così feci.
"Papà di che problema parli?"
Arrivò MJ e il padre la fece entrare ma senza che lei si accorgesse di me.
"Oh vedi dobbiamo disinfettare tutto, gli insetti entrano dalla finestra e poi...ops te li ritrovi dietro la porta"
Disse chiudendo la porta quel po' che bastò affinché i nostri sguardi si incrociarono.
"Peter!"
Urlò entusiasta buttandosi addosso aggrappandosi al collo, mentre la tenni tra le braccia prendendole le gambe per sorreggerla.
"Che ci fai qui!"
Rispose piena di gioia mentre stringeva di più le braccia vicino al suo collo.
"Io vi lascio soli, Spiderman riportala a casa presto che c'è scuola domani."
Disse il padre di MJ e poi uscì chiudendo la porta.
Finalmente le nostre labbra si unirono in un bacio, forse il più bello della mia vita.
"Dio sono così felice di vederti. Come stai?"
Disse ancora aggrappata a me, risposi con un sorriso e tornai a baciarla.
"Ti va di fare un giro? C'è anche Ned, poi noi avremo tutta la notte per stare insieme."
Lei annuì stringendosi ancora di più a koala su di me, dio quanto mi era mandata. I suoi capelli, i suoi baci il suo profumo, tutto.
Delicatamente scendiamo dalla finestra e raggiungiamo il nostro amico e iniziamo a divertirci tra amici, come ai vecchi tempi.

Nave Skrull nello spazio
Steve's pov
È da ormai una settimana che mi trovavo lì con Carol e degli alieni.
"E io che credevo che gli Skrull erano una divisione dello S.H.I.E.L.D."
Dissi a Carol.
"È così che Fury ti ha detto? Haha, beh non è corretto. Sono alieni mutaformi in fuga"
"Capitan Marvel, abbiamo trovato Grotor"
Disse uno di quei così verdi.
"Chi?"
Chiesi.
"È uno Skrull di cui abbiamo perso le tracce sulla terra un po' di tempo fa, allora dov'è?"
Disse Davers.
"Lo abbiamo trovato ehm...morto, aveva le sembianze di un ragazzo con un foro nel petto, simile ad un proiettile, all'altezza del cuore"
Rispose con uno sguardo scuro.
"Oh, beh riportalo qui, immagino che la sua famiglia voglia rivederlo"
"Certo capitano"
Rispose e dopo se ne andò lasciandoci soli.
"Carol abbiamo qualche novità?"
Chiesi mentre io e lei ci dirigiamo verso una stanza bianca.
"Non molte, le cellule dormienti dei Kree stanno facendo il loro effetto ma il colpo è stato forte, un uomo normale non sarebbe nemmeno sopravvissuto. Gli ci vorrà tempo"
Rispose mentre entriamo nella stanza contenente un letto e una persona che riposava collegata ad alcune tecnologie aliene.
"Sì ma c'è la speranza che possa svegliarsi?"
Insistetti.
"Dovremmo aspettare, avere pazienza e sperare. Una gemma dell'infinito è forte unite poi  lo sono ancora di più, ma lui è un uomo forte ce la farà. Non preoccuparti Capitan America riavrai il tuo amico"
Concluse Carol uscendo dalla stanza io rimasi li seduto su una sedia aspettando, nella speranza che Tony si svegliasse.

¡Hola!
Sorpresa!!
Cosa ne pensate di questo capitolo?
~Leo.

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