Capitolo 3

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Mario e Beatrice si erano scambiati degli sms quel giorno, entrambi avrebbero fatto tardi.
Ognuno era ignaro delle intenzioni, e delle novità che avrebbe portato l'altro.
Il tramonto sancì l'ora nel quale bisognava rincasare, e questo suscitò l'ansia del ritorno in casa per entrambi. Combattuti su quale parola avrebbero potuto contare per cominciare bene la frase.
Mario giunse a casa mezz'ora prima di Beatrice, tempo che gli permise di aprire una bottiglia di vino rosso, e rilassarsi sul divano.
Proporre un viaggio non era poi così imbarazzante, ne avevano fatti anche altri insieme.
Meno confortevole però, era annunciare una partenza con la consapevolezza che quella meta, sarebbe stata scenario di una proposta di matrimonio. "E se Roma non le piace poi così tanto? Non posso mica chiedermi di sposarla in un posto che non le aggrada..." Pensava tra sé e sé.
Quegli interrogativi lo tormentavano, ma il tempo era scaduto e in casa, giunse anche Beatrice.
Mario la osservava con sospetto, la sua compagna era rigida, si muoveva quasi con il capo chino per evitare d'incrociare lo sguardo.
-Bea, devo dirti una cosa!
-Anche io devo farlo amore
-Beh, dimmi pure allora!
-Preferisco lo faccia prima tu, sei qui chissà da quanto tempo, la tieni sicuramente da più tempo di me. Ti ascolto!
Mario tentennò un attimo, poi esclamo:
- Ho comprato due biglietti aereo per Roma, partiamo tra qualche giorno. Non chiedermi perché. Speravo potessimo staccare un po' la spina, spero non ti faccia arrabbiare...
-Mario sei uno scemo, mi hai fatto prendere un colpo. Avevo paura nascondessi una cattiva notizia. Certo che mi va! Cancello qualche appuntamento e andiamo. Adesso tocca a me, tieniti forte.
Beatrice arrossì, e dopo essersi riempita un calice di vino, si voltò e fissò Mario.
-Allora? Ti decidi a dirmelo?
-Sono incinta.
Mario rimase fermo, ma la sua espressione non riuscì a nascondere lo stupore.
-Dici davvero Bea?
-Ho fatto il test stamattina per la seconda volta, è positivo.
Mario si lanciò letteralmente verso la giovane donna, così che i calici caddero a terra frantumandosi.
Mentre il vino scorreva tra i cocci e bagnava le suole delle scarpe di entrambi, la stessa sorte riguardava le labbra dei due innamorati.
Beatrice si poggiò sul tavolo della cucina, e mentre ciecamente cercava sostegno con le braccia, i palmi di Mario le sfioravano i seni.
Quella notizia, come tante altre più banali, aveva acceso la loro passione.
Sulla pozza di vino rosso riflettevano i corpi dei due, che ormai senza vesti, s'erano aggrovigliati come fili di rame attraversati dalla corrente.

ASSASSINIO DI BEA Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora