Mario e Luca non dormirono molto quella notte.
I singhiozzi continui per i pianti dell'amico non concedevano certo a Luca un sonno sereno, e dopo poche ore decisero di riunirsi davanti alle fotografie ancora una volta.
Luca chiese a Mario come si sentisse, con la consapevolezza che una domanda così stupida avrebbe comunque dato da parlare, e semplice conforto.
Mario poggiò l'orlo di un bicchiere d'acqua in tempesta sulle labbra, poi bevve un sorso, e prese un respiro profondo.
Aspettò qualche secondo prima di rispondere,
Lo stomaco gli doleva tanto forte da togliergli il fiato. Persino l'acqua che scendeva giù rapida con grossi sorsi sembrava trasportare con se grandi pietre affilate, che gli colpivano la pancia.
Confessò a Luca che quel viso sospetto negli scatti fotografici a Roma, gli ricordavano qualcuno. Ma nessuno che appartenesse ad un ricordo nitido.
Luca riflette per qualche istante, poi domanda all'amico:
- Sei sicuro di quanto dici? Vi trovavate a Roma, come fai a conoscere qualcuno di quel posto, che non sia un semplice passante?
- Luca, non so come dire, ma è come se quest'uomo fosse una conoscenza storica nella mia vita.
- Probabilmente è solo soggezione Mario, dovresti dormire. Il sonno aiuta a ragionare meglio.
Non fece in tempo a terminare la frase che fu subito interrotto da Mario:
- Ti dico che ne sono sicuro Luca. Se solo avessi anche un misero ricordo...
- Bene, cerchiamo allora di scavare nelle nostre conoscenze. Se non ricordi bene chi sia, vuol dire che non fa parte delle persone vicine a te. Escluderei i colleghi e i volti che incroci spesso; come il barista che ti serve il solito latte macchiato freddo la mattina.
Mario accennò un sorriso, poi continuò:
- Hai ragione. Continuo comunque a non ricordare nulla...
- Potresti provare a ricordare se ha a che fare con qualche allievo, magari un loro parente o perché no, un paziente di Beatrice.
Quelle ultime parole esplosero nel silenzio congelando il tempo.
Mario non emise nemmeno un gemito, ma i suoi occhi tristi si spalancarono e le pupille si serrarono come una Mashrabiyya.
Una scintilla sembrava finalmente aver acceso la candela.
- Cazzo! Ecco dove mi sembra di averlo già visto. Qualche anno fa lo vidi nello studio di Bea. Deve essere un suo paziente o qualcosa di molto simile.
- Bene... Questo è terrificante. Se le cose stanno davvero così, la morte di Bea e le foto sono necessariamente collegate.
Ti prego Mario, non cadiamo nell'errore di trovare una soluzione inventata dalle nostre menti per darci conforto, sei poco lucido e non abbiamo prove che dimostrano quanto dici.
- Il computer...
- Cosa?
- Il computer Luca, è ancora qui in casa e credo di ricordare la password!
I due si recarono di corsa verso lo studio dove Beatrice teneva i suoi documenti, gli articoli scientifici che consultava, i suoi libri e ovviamente il suo laptop.
Mario sollevò nervosamente lo schermo del MacBook, poi lo accese.
Lo screensaver mostrava ancora una tenera foto dei primi giorni in cui s'erano conosciuti, erano ad una festa con degli amici in comune.
Chiuse gli occhi, prese un respiro, e continuò.
Inserì la password e dopo pochi tentativi vi riuscì ad accedere.
Mario non era un tipo geloso, tanto meno quel genere di uomo che fruga nell'intimità della propria compagna.
Paradossalmente, quello che stava facendo lo imbarazzava come se Beatrice potesse ancora accorgersene.
Il desktop del computer era davvero spoglio, poche cartelle ordinate e pochi file tappezzavano una wallpaper color Klein blue. Un omaggio che Beatrice credeva di fare al suo artista preferito, ogni qualvolta lo schermo del pc si illuminasse.
La maggior parte erano file pdf di articoli scientifici dal quale Beatrice spesso raccoglieva informazioni.
Luca consigliò a Mario di aprire la posta della fidanzata, probabilmente lì avrebbero trovato qualcosa di interessante.
La mail di Beatrice era proprio come il computer che la ospitava, ordinata, archiviata per caselle. Ognuna di queste aveva un nome diverso come: "lavoro", "utenze", "viaggi".
Una casella in fondo alla lista citava "prove".
Luca con voce bassa domandò:
- Prove di che?
- Non ci resta che scoprirlo.
Replicò Mario mentre gocce di sudore gli sfioravano il viso precipitando sulla tastiera.
Cliccò sulla casella, e in breve tempo una lista infinta di mail si sovrapponevano.
Tutte firmate dallo stesso mittente: Lucio V.
La posta conteneva messaggi provocatori con pesanti minacce, e lasciavano presagire che questo "amico di penna" virtuale, avesse una relazione con Beatrice.
Una delle mail, non proprio recente, raccontava un episodio nel quale Lucio e Beatrice si baciarono in preda alla passione sopra la scrivania dello studio; e proseguiva narrando come Lucio stesso si fosse rivelato alla donna, e le emozioni felici di quest'ultima avrebbero parlato chiaro con "intense concessioni future".
A queste mail però, non vi era nessuna risposta da parte di Beatrice.
L'enorme quantità di informazioni che contenevano queste mail, descrivevano Lucio come affetto da uno strano disturbo di personalità che la stessa Beatrice gli aveva diagnosticato, e curato non solo con sedute di psicoterapia.
Quest'uomo era palesemente innamorato della giovane psicologa, che invaghita al contrario di Mario non potè ricambiarlo, portando il povero paziente a soffrire per non poterla possedere.
Mentre Mario continuava a leggere attonito, Luca esclamò:
- Temo che Lucio sia il nostro uomo.
- Io non ho più alcun dubbio, ho paura che Lucio non abbia mai accettato che Beatrice, potesse essere mia moglie, e la madre di mio figlio. O a questo punto, del suo.
Il silenzio si fece assordante. Quelle parole erano tanto amare quanto vere.
Mario singhiozzando esclamò:
- Perché non mi ha parlato di tutto questo? Perché non si è fidata di me! Potevamo risolvere tutto.
- Probabilmente Beatrice aveva soltanto paura di perderti, o ancora peggio di coinvolgerti in questa brutta storia.
- Il suo silenzio ha fatto sì che io perdessi lei Luca. Cosa c'è di giusto in questo?
Entrambi avevano fatto tristemente chiarezza su quanto accaduto, senza margine d'errore. Senza la minima possibilità di fraintendimento.
"La vicenda sembrava scritta nero su bianco."
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ASSASSINIO DI BEA
Mystery / ThrillerSolo 12 brevissimi e coinvolgenti capitoli. "Gelosia ossessiva, disturbi di personalità, farmaci psichiatrici e un amore non corrisposto. Non è forse un mix di elementi perfetto per un potenziale omicida?" Questo è il racconto di una giovane coppia...