eighteen

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E.T. - Katy Perry (slowed/deep)

J A K E

Ero seduto ai piedi del mio letto, con lo sguardo perso nel vuoto.

Continuavo a pensare a quello che mi aveva detto Johara, a ciò che avevo faticato a credere quella notte ed avevo sperato fosse tutto uno stupido scherzo.

Non riuscivo ancora a credere che mia sorella e Lucifer, mio capo e non di meno persona immortale, avessero una relazione alle mie spalle.

Come hanno potuto tenermelo nascosto?
E soprattutto, come ha fatto mia sorella ad innamorarsi del Diavolo?

Sospirai, alzandomi dal materasso. Uscii dalla stanza camminando per il corridoio, fino ad arrivare davanti alla porta della camera di Johara.

Bussai leggermente "Jo..." dissi piano "possiamo chiarire?"

Non ricevetti nessuna risposta. Poggiai la mano sulla maniglia e la abbassai "Lo sai che non mi piace litig..."

Notai che la porta era socchiusa. La spalancai entrando nella sua stanza, scoprendo essere vuota.

Mi guardai intorno, non sapendo nemmeno io cosa in realtà stessi cercando. C'era disordine come al solito: libri e fogli su tutta la scrivania, vestiti sparsi per il pavimento vicino al cesto dei panni sporchi e all'armadio.

Sembrava tutto normale.

Presi il cellulare dalla tasca anteriore dei pantaloni, digitando sulla schermata il suo numero.

Aspettai per alcuni minuti la sua voce dall'altro campo, ma invano. Provai per tre volte, ma alla terza scattò la segreteria.

Decisi di chiamare Maggie, forse ancora troppo arrabbiata per parlarmi, era andata a casa sua per sfogarsi. Conoscendo mia sorella, lo faceva spesso.

"Pronto, Jake?" rispose subito la ragazza, con fare alquanto sorpreso.

"Maggie, ciao, ehm..." dissi "per caso Johara è lì con te?"

"Oh... no, Jake. Qui non c'è." ammise lei "Come mai lo chiedi?"

Mi passai una mano sul viso "Abbiamo litigato ed è uscita di casa. Credevo fosse venuta a parlarne con te."

Maggie si fece preoccupata "Mi spiace, ma non l'ho più vista sta stamattina a scuola. Posso aiutarti in qualche modo?"

Provai a pensare a qualche altro posto in cui poteva essere andata "Sì, ehm... sta' tranquilla, magari è solo andata a prendere qualcosa da mangiare. Sai che quando è nervosa le viene fame."

"Hai ragione... in ogni caso richiamami se ci sono problemi."

Le mentii. Non volevo che si allarmasse anche lei, come lo ero io. E personalmente, pensai di stare entrando nella fase del panico.

Una volta terminata la chiamata con la sua migliore amica, mi affrettai ad uscire dal nostro appartamento. Scesi velocemente le scale del condominio, fino ad arrivare al portoncino d'ingresso. Lo aprii ed uscii in strada: il sole era ormai tramontato e il cielo si era coperto da nuvoloni neri.

Mi guardai a destra e a sinistra, sentii il respiro affannato e il mio corpo sopraffatto dall'ansia.

Provai a digitare di nuovo il suo numero, quando improvvisamente qualcosa di strano sul marciapiede, attirò la mia attenzione.

Wake Up In Hell [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora