twentyfive

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I Feel In Love With The Devil - Avril Lavigne

La serata finì troppo presto.

Non ero mai stata ad un Gala, da una parte perché non credevo ce ne fossero nella mia città e dall'altra perché, nonostante fossero così belli, io mi sarei solo trovata nel posto sbagliato.

Essendo una ragazza molto introversa, questo tipo di eventi mi terrorizzava, ma con Lucifer al mio fianco, mi trovai stranamente a mio agio.

"Allora ti sei divertita?" domandò lui prendendomi a braccetto.

Annuii sorridendogli "Sì, sei stato molto dolce e sei anche un bravo ballerino."

L'uomo ricambiò il sorriso, con fierezza e poi fece finta di controllare l'ora sul suo orologio immaginario "Oh, e guarda... è rimasto pure del tempo." mi guardò maliziosamente "Cosa avevi accennato prima al mio smoking? Mi è sembrato di sentirti dire delle cose poco raffinate..."

Gli diedi un leggero pugno sul braccio "Io non ho mai detto nulla di simile."

Ridemmo entrambi ed uscimmo dal museo.

Mi strinsi nelle spalle, sentendo improvvisamente freddo. Lucifer lo notò, si tolse la sua giacca e me la mise sulle spalle.

Gli sorrisi ringraziandolo e ci dirigemmo verso la sua auto, per tornare a casa.

Mentre camminavamo sull'asfalto buio del parcheggio, illuminato solo da alti lampioni che emettevano una luce quasi spenta, mi sentii improvvisamente strana.

Un brivido corse lungo la mia schiena, costringendomi a bloccarmi.

"Che c'è?" domandò Lucifer.

Scossi la testa "Non so... ho una strana sensazione."

Lui inclinò il capo da un lato, inarcando un sopracciglio "Che tipo di sensazione?"

"Come se qualcuno ci stesse osservando..."

Lucifer si guardò intorno, sospirando.
Mi avvicinò a sé, poggiandomi una mano lungo la schiena ed aumentando il passo.

Il parcheggio era enorme ed era quasi del tutto pieno, quando arrivammo qualche ora prima, invece a quell'ora tardi della notte, non c'era in giro anima viva.

Forse perché la maggior parte degli ospiti invitati all'inaugurazione, erano arrivati in lussuose limousine.

Ancora mi sentivo un tantino a disagio; in fondo ero solo una normale ragazza di città.

Vidi in lontananza la sua decappottabile "Non potevi parcheggiarla più vicina?" mi lamentai "Mi fanno male i piedi con questi tacchi."

"Non decido io i posti liberi del parcheggio, Johara."

"Avresti potuto rimediarne uno, con il tuo trucchetto magico." lo intimai.

Sorrise maliziosamente "Da quando mi spingi a utilizzare il mio potere, per cose non importanti?"

Alzai le spalle indifferente ricambiando il sorriso.

Wake Up In Hell [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora