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I Am - James Arthur

"Potresti ascoltarmi per una volta? Sto parlando seriamente."

Scesi dal letto, cominciando a camminare per la stanza come facevo di solito quando ero nervosa.

"Settimana scorsa mi avevi detto di avere un impegno con i tuoi genitori e che il prossimo week-end ci saremmo visti." spiegai cercando di trattenere la calma "Ed ora mi vieni a dire che non puoi?"

"Johara, non è colpa mia, okay?" disse il ragazzo dall'altro campo del telefono "I miei hanno spostato l'impegno ad oggi."

"E se l'hanno spostato ad oggi, settimana scorsa cos'hai fatto di tanto importante da non potermi vedere?"

Calò un improvviso silenzio, così mi schiarii la voce richiamando l'attenzione del ragazzo.

"Cristopher, sto parlando con te."

"Sono andato dai miei nonni..." rispose titubante.

Scossi la testa incredula "Sei un bugiardo."

"Non è vero!"

"Ti conosco, Cris. So quando menti." sbottai sentendo la rabbia farsi strada in me.

"Senti, ora non ho tempo di litigare. Ho altro da fare, ci sentiamo." concluse chiudendo la chiamata, senza lasciarmi il tempo di replicare.

"Cristop...!" esclamai ormai troppo tardi. Lanciai il telefono sul letto, rischiando di farlo cadere "Cazzo."

Mi sedetti sul materasso a gambe incrociate, portandomi le mani alle tempie.
La testa mi stava scoppiando e avevo un sacco di rabbia repressa da buttar fuori.

Quel ragazzo mi aveva fatta impazzire.

Mandai un messaggio a Maggie, per chiederle se fosse libera quella sera, e quando mi rispose di raggiungerla a casa, non ci pensai due volte, che uscii subito dalla mia stanza.

"Chi era? Psycho-Cris?" intervenne Jake, giocando alla playstation seduto sul divano.

"Sì... non ne posso più di litigare."

"Dovreste parlarvi una volta per tutte e risolvere." continuò mio fratello "Non potete andare avanti a litigare ogni giorno."

"Vallo a dire a Mister 'sono troppo impegnato per dare attenzioni alla mia ragazza'." sbuffai indossando la giacca di jeans.

"Dove vai?" chiese Jake voltandosi a guardarmi.

"Da Maggie." risposi "Ho bisogno di sfogarmi un po'."

"Ti accompagno..."

"No, stai tranquillo, vado da sola."

Jake non sembrò convinto "Sei sicura? Non mi fido a farti uscire da sola di sera."

Mi avvicinai a lui, dandogli un veloce bacio sulla fronte "Ti mando un messaggio quando arrivo." sorrisi prima di uscire dall'appartamento "Tu pensa a finire la partita."

Cominciai a camminare per le strade di Los Angeles, mettendomi le mani nelle tasche e contando le mattonelle del marciapiede sotto di me.

Dovetti trattenere gli insulti, rivolti ad ogni persona che mi veniva addosso. Le strade erano piene di gente ed era difficile non scontrarsi con qualcuno.

Senza accorgermene, passai davanti al locale della sera prima. Il Lux.

Mi fermai un istante cercando di capire come ci fossi arrivata lì: di solito prendevo una strada diversa per andare a casa della mia amica e avevo scoperto l'esistenza di quel nightclub soltanto la sera prima.
Perciò continuai a chiedermi come mi fossi ricordata la strada.

Wake Up In Hell [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora