8. Letters.

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Always In My Heart, Dad.

Diedi un colpo alla mano di Harry,che continuava ad insidiarsi sotto la mia maglia.

E non riusciva proprio a stare fermo,ad osservare la tv per cercare di capire di cosa parlasse il film.

<< Ma almeno me lo dai un bacio? >> Chiese tirando fuori tutta la dolcezza che aveva,riuscendo a mascherare quanta perversione contenesse.

Risi alla sua richiesta,mi avvicinai leggermente,accarezzando la sua guancia calda. Avevamo acceso il camino,fuori la neve continuava a scendere rabbiosa e si gelava.

Adoravo avvicinare le mie labbra alle sue ma solo per sfiorarle,sorridere in modo cattivo,per poi allontanarle e vedere quanto lui ne era dipendente seguendole.

Credo che non mi sarei mai potuta annoiare di quel giochetto.

Lui si aggrappò al mio labbro,tirandolo leggermente con i denti,lo spinsi leggermente ma riuscì comunque ad appoggiare le sue soffici labbra sulle mie,poi tornò al suo posto,sorridendo soddisfatto.

Scossi la testa.

Cos'era Harry?

Lui non può essere tempesta,perché la tempesta ero io,ma non poteva essere nemmeno sole.

Chissà,forse è notte.

La notte tira fuori la vera me,quella rota,distrutta,impaurita..quella che il giorno sembra tanto forte e magari anche antipatica,ma poi quando fa buio ha bisogno che il cuscino le asciughi le lacrime..ed Harry questo lo capisce anche se provo a mentire.

Io non so cos'è Harry,però mi fa stare bene.

Continuavo ad immergermi nei suoi occhi,pur non vedendoli,ma forse il problema ero io,che mi immergevo in tutto,anche troppo. Nelle canzoni,nelle promesse,nelle persone.

Avrei potuto dedicare ad Harry una delle canzoni più belle,un film strappalacrime,la luminosità del sole,l'odore salmastro del mare,il sapore del primo bacio o la delicatezza di un sorriso ma niente sarebbe stato alla pari dei suoi occhi.

Si alzò dal divano,dirigendosi verso la finestra,si mise in ginocchio osservando fuori,lo raggiunsi.

I vetri continuavano ad appannarsi,a causa dei nostri respiri troppo vicini alla superficie.

Era stupefacente come la neve poteva metterti in pace con te stessa,ma allo stesso tempo procurarti tanta angoscia e paura,quando si abbatteva furiosa contro la superficie.

<< Una tempesta di neve. >> Sussurrò passando il dito sul vetro,lo guardai,mentre disegnava sulla parte appannata un piccolo smile.

<< Come torno a casa? >> Chiesi,lui alzò le spalle rivolgendo il suo sguardo su di me << Chiami Megan e rimani qui,Gemma e la mamma sono da nonna. >> Concluse,tornando ad osservare fuori.

***

-POV HARRY.-

<< Ma sei tu questo? >> Chiese indicando una foto,c'era un piccolo bimbo,con i capelli arruffati e gli occhi colmi di lacrime,aveva in mano un pannolino.

Risi,strappandogli dalle mani quella foto << Non mi piaceva fare il bagno. >> Risposi,gli diedi una pacca sulle spalle,mentre continuava a sfogliare l'album.

C'erano molti ricordi in quella stanza.

Puoi dimenticare le date,le tabelline,alcune declinazioni e magari certi momenti.

Ma le persone,quelle non le puoi dimenticare. Quelle ti si appiccicano agli occhi,come sabbia sulle mani.

Le persone sulle foto sono sempre uguali,forse cambia solo il fatto che il tempo le ha colpite,esteriormente.

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