20. Replace.

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RIMPIAZZO

-NIALL-
<< CI hai visto, non è così? >> Chiesi in modo quasi impercettibile.
<< Si, ma non è stata mia intenzione, davvero. >> rispose velocemente Liam, con la fretta e la preoccupazione di dimostrarsi innocente.
Gettai il cellulare sul divano e lo seguì a ruota.
<< Non importa, sarà una cosa che dovremo dimenticare tutti, far finta che non sia mai successa >> dissi, si torceva le dita, come se fosse stata una sua situazione, una sua colpa, come se avesse appena varcato il margine che c'è tra il cercare la pace e gettarsi nella rivolta, ma in realtà lui non aveva fatto altro che osservare mentre tutto questo accadeva a me.
<< Come Niall? Hai intenzione di passarci sopra? >> quasi mi urlò in faccia, cercava il contatto visivo, che però non riceveva e respirava profondamente per mantenere la calma.
<< Non sono io a volerci passare sopra, lo farà lei, lo fa sempre. >> esordì io, nella speranza che capisse che era inutile riprendere in ballo quel bacio.
Era un bacio da eliminare ancor prima che nascesse.
<< Lei non ama me, hai capito? >> urlai rassegnato, lui però rimase li a fissarmi, cosciente del fatto che il vecchio Niall non si sarebbe mai pianto addosso.
Mi battè con le dita sul ginocchio per richiamare la mia attenzione, mi voltai verso di lui e mi costrinse a starlo a sentire.
<< Tu pensi che quella ragazza abbia idea dell'amoreo semplicemente abbia idea di cosa le sta succedendo?Amico svegliati >> gettò le mani in aria e si sfogò con le sue labbra, io invece, dilaniato dai pensieri pizzicavo un cuscino nel tentativo di fargli male.
<< Cosa dovrei fare? >> chiesi mentre intrappolavo il mio viso fra le gambe.
Avrei voluto nascondermi per sempre, proprio come i ricci, mettermi in posizione fetale e riempirmi di aculei indistruttibili, incurante del mondo esterno, solo io, io ed io, vivo e vegeto al sicuro dai mali.
<< Io.. io non lo so, fagli capire cosa significa, digli che ha bisogno di te proprio come tu hai bisogno di lei. >> Disse prima che il silenzio ci sprofondasse. Probabilmente lei aveva bisogno di me proprio come gli esseri marini hanno bisogno di ossigeno.
Eppure io sentivo il bisogno di lei più di ogni altra cosa, perché?
Era come se il mondo andasse troppo veloce ed io al posto di cercare di tenere il passo me ne stessi fermo, immobile.
E' probabile che io sia rimasto dietro, ma nessuno mi ha aspettato.
Sembra tutto così lontano, così distante e ci sono domande a cui non so rispondere.
Lei sentiva di aver bisogno di me?
<< Niall, ti va di fare una passeggiata? >> Chiese tornando in stanza, Tempest.

Camminavamo uno accanto all'altro, con lo sguardo stranamente interessato alle scarpe invece di prendere in mano la situazione e guardarci un po'.
Avrei voluto correre e piazzarmi sulla prima panchina che mi sarei trovato davanti, salirci su e mettermi ad urlare.
"Fermiamoci dal commettere errori, fermiamoci dall'essere tristi, smettiamola di piangerci addosso. Semplicemente, viviamo."
E non mi sarebbe importato della gente, dei loro strani pensieri su di me o delle loro occhiatine cattive.
Sapevo che se fosse stato per Tempest la storia sarebbe dovuta finire lì, morire in quel soggiorno, nella stessa casa in cui decise che ci sapevamo amare.
Eppure amarla non era così strano.
Era così piccola, come se riuscissi a tenerla in una mano, ma allo stesso era una gigante, così grande da non accorgersi di me, sotto di lei, così piccolo.
<< Mi piacerebbe.. poterti parlare. >> Sussurrai, lei si voltò piano, chiedendosi probabilmente se io volessi parlare ancora di quel bacio e mi accorsi di essere stato poco chiaro.
<< Intendo.. tu non sei arrabbiata con me vero? >> Gli angoli della sua bocca si andarono ad alzare lentamente, formando un sorriso, non era uno dei migliori che avesse mai fatto ma era pur sempre un sorriso.
<< Puoi parlarmi fino allo sfinimento Niall. >> Sfregò le sue mani fredde, soffiandoci dentro per riscaldarle.
Era come un pezzo di ghiaccio. Fredda. Ma vicina al fuoco si scioglieva.
Sorrideva, lo stava facendo ancora e mi piaceva il fatto che guardasse in terra e dedicasse la dolcezza di quel momento alle pietre che faceva rotolare, colpendole, mentre camminava per il viale.
<< Sai una cosa? La gente ha un gusto diverso. >> La raggiunsi con passo veloce dentro il bar,ci sedemmo. Lei piccola piccola nel suo cappotto di pelle mi guardò strano, poi tirò fuori la bocca dalla sciarpa e si avvicinò al mio viso, ci mise una mano sopra e scoppiò a ridere << Hai la febbre?stai delirando. >> Si lasciò sfuggire una piccola nuvola di fumo dalle labbra per il freddo ed io le cacciai delicatamente via la mano prima di stringerla fra la mia.
<< No, non lo sapevi? Nel corso della nostra vita assaggiamo tante persone. >> Lei rise ancora, scuotendo la testa, ero pienamente cosciente del fatto che il mio discorso fosse apparso abbastanza strano ma alla base era davvero qualcosa che l'avrebbe colpita.
<< Suvvia non ridere, assaggiamo l'essenza della gente finchè non troviamo quella persona che fa apparire tutti gli altri gusti insipidi da morire. >> terminai io, lei sembrò assopita nei pensieri e giocherellava con i bottoni del suo cappotto.
Stese in silenzio per un po', poi si girò a guardarmi ed io feci lo stesso e sarei potuto rimanere lì a fissarla per sempre, fermare il tempo e rivivere quegli occhi infinitamente, ma lei decise di parlare.
<< E che sapore ha questa persona? Così per sapere se mai un giorno dovrò assaggiarla. >> Disse lei, incrociai le braccia ticchettandomi l'indice sul mento << mmh, fammici pensare eh. >> Risposi, lei annuì lasciandosi sfuggire qualche risolino << Ah si, ci sono, ha il sapore delle fragole con la cioccolata..o dell'amore se lo preferisci >> Le dissi, immersi una fragola nella mia cioccolata calda lasciando che mi si dipingesse in viso uno dei miei sorrisi più belli, quelli che raramente vengono fuori in giornate grigie come queste, ma c'è la neve, c'è Tempest, le fragole, come potrei non farlo?
<< Fragole e cioccolato eh? Fammi un po' provare >> Disse prima di sporgersi verso il lato del tavolo, infilò il dito nella mia cioccolata e dipinse qualcosa come dei ghirigori e forme diverse sulle mie labbra, ed io ridevo, ridevo fino allo sfinimento mentre lei mi rimproverava chiedendomi di star fermo.
<< Adesso hai la cioccolata sulle labbra. >> Affermò lei, io scossi la testa << Davvero?adesso cosa ne farai di me? >> Chiesi mentre mi spingevo oltre il tavolo, più vicino a lei.
Riuscì a sentire il calore del suo corpo, disperdersi contro il mio una volta che la distanza fra noi fu più che minima.
Lei fece spallucce << Ora ti assaggio Niall. >> E mi assaggiò davvero,mandando via avidamente il cioccolato dalle mie labbra.
Mi sentì davvero una grande fragola ricoperta di cioccolato che veniva divorata dalla sua bocca, ma a me non importava, perché lei mi stava assaggiando ed io non aspettavo altro, in fin dei conti,io non l'avevo già solo assaggiata, ma l'avevo anche scelta.
La presi dalle spalle, allontanandola di qualche centimetro.
Cosa stavo facendo? Era tutto ciò che avevo sempre desiderato eppure sentivo che c'era sicuramente qualcosa di sbagliato ed ero bloccato, come un masso, una colpa che sapeva di vecchio, anzi no, una paura..era la paura centenaria di essere solo un inutile rimpiazzo.
Io ero un rimpiazzo? ero semplicemente una pezzo di stoffa presa alla mene frego, utile solamente a rattoppare il buco nella coperta?
<< Cosa fai? >> Inutile cercare di descrivere la sua espressione, assolutamente sconcertata, indecisa se essere arrabbiata o triste, forse voleva perfino ridere.
<< Tu.. ho come l'impressione che.. tu lo faccia perché Harry è andato via. >> Avevo trovato il coraggio di dirlo dai più profondi inferi o il mio corpo era stato posseduto da chissà quale forza, ma l'avevo fatto.
Lei sembrò colpita nell'orgoglio, la stavo accusando e anche lei stava accusando se stessa.
<< Come puoi dire una cosa così sbagliata e crudele? >> Lessi nelle pagliuzze colorate dei suoi occhi quanta titubanza ci fosse nella sua risposa e mi resi conto di non essere mai stato al sicuro con lei.
Forse era una trappola piazzata male, al limite dei casi, a me pareva che nella trappola ci fosse caduta anche lei.
<< Devi essere sincera con te stessa, mentendo a te, fai male anche a me ed io ne ho abbastanza. >> Pareva un discorso egoistico, ne aveva assunte le pieghe perfette, ma era più di questo, stavamo parlando di qualcosa che alle radici poteva essere un dispensatore di felicità, ma che lei aveva trasformato nell'oggetto del male.
<< Sai, io lo so che non mi mancherai per sempre. Ma oggi mi mancavi ancora troppo per poter andare avanti, forse domani la situazione cambierà però . >> Disse in quello che sembrò più un tentativo disperato di nascondere la voce che si altera per colpa del pianto.
<< Vedi che ho ragione? Se domani dovesse tornare Harry io non ti mancherei più..non sono io a mancarti, è solo.. che sono l'unica persona che ti è rimasta, qui, adesso. >> Perchè oltre la rabbia, oltre ogni addio,
dietro ogni sbaglio ci sono io? Mi insidio sempre nelle situazioni meno adeguate del mondo e mi meraviglio anche se ci esco pieno di graffi, lividi, con i vestiti strappati, ridotti in brandelli.
Avrei sicuramente maledetto questo giorno, l'avrei fatto.
Ma alla fine di questa giornata, allora, pensi di saper distinguere il paradiso dall'inferno mio caro Niall?
I cieli azzurri dal dolore?Sai distinguere un campo verde da una fredda rotaia d'acciaio?Un sorriso da una menzogna?Pensi di saperli distinguere se non riesci nemmeno a capire quanto diverso è l'amore del rimpiazzo?
<< E se Harry arrivasse ed io non provassi nulla? Se fosse stato lui il tuo rimpiazzo.. per tutto questo tempo? >> Deglutì avidamente, quella discussione mi aveva seccato la gola fino a farla bramare dell'acqua.
Poteva essere Harry il mio rimpiazzo?
Dio che parola di merda.
Quanto odio e disprezzo c'è nel rimpiazzo? Una persona che ti ha usato come rimpiazzo non ti ha mai conosciuto, ti ha guardato come ti avrebbero guardato tutti gli altri e non c'è cosa peggiore..non c'è cosa peggiore soprattutto quando capisci cosa sei stato e non ti rendi conto che tu invece chi avevi davanti l'avevi distinta da tutte le altre.
<< Forse noi, non siamo fatti per restare. Forse noi, non lo saremo mai. >> Ammisi, lei si allontanò tornando al suo posto.
Lasciò le sue mani unite fra loro e si mi se a fissare il suo cappuccino.
Chi avevo davanti? La persona che amavo e che forse ricambiava i miei sentimenti o la persona che quando ha ricevuto il mio cuore, al posto di tenerlo stretto l'ha solo stritolato a morte per poi scagliarmelo in faccia?
E' stupendo nonostante mi abbia spezzato, io continui ad amarla come se mi avesse salvato la vita.
<< Quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne viva. Anzi, non sarai neanche sicura se sia finita per davvero. Ma su un punto non c'è dubbio. Ed è che tu, non puoi uscirci da sola. >> Continuai, era vero.
Fosse stato Harry od io, lei sola non c'è l'avrebbe fatta e se ci avesse provato almeno un po' a rimettere in ordine i suoi pensieri, avrebbe capito cosa sarebbe stato meglio.
<< So di non potercela fare sola, ma è tutto un casino, lo capisci? >> Alzò la voce di qualche tono in più del normale, si voltò verso le persone che sembrarono aver ignorato completamente il suo gridolino.
Tornò a guardarmi.
<< Voglio che tu contatti Harry, che gli chiedi spiegazioni, che ti rendi conto una volta per tutte da che parte stai, senza preoccuparti dell'altro. >> Lo dissi abbastanza convinto, ma lei mi guardò male, come se avessi detto la cazzata più grande che avesse mai sentito.
Ero stanco, ed avrei fatto di tutto per mettere a tacere la mia stupida coscienza.
<< Mi stai chiedendo di scegliere fra uno di voi due? >> Detta così era una cosa orribile, forse lo era realmente ma in quel momento, era l'unica cosa giusta o sbagliata che fosse, da dover fare.
<< Si.. te lo sto chiedendo, penso che tu lo debba sia a me, che a te stessa. >> E in quel momento credo di aver iniziato a piangere ma, non stavo lacrimando fuori, i miei occhi erano asciutti, io stavo piangendo dentro ed ero così pieno da farmi male.


<< Dammi un motivo per cui dovrei rinunciare alla festa da Bill per venire al Funky Buddha >> Zayn si dimenava davanti a noi, mentre si tirava in su il ciuffo cercando di convincerci.
Tempest rideva alle buffe facce del moro e gli altri ragazzi se ne stavano sul divano o per terra, cercando di finire una monotona partita a Monopoli.
<< Semplice biondo, perché sono io ad occuparmi delle vendite, più persone vengono più le tasche del tuo amico Zayn si riempiono. >> Esordì lui aprendo le braccia, alzò il sopracciglio come se la sua affermazione fosse più che ovvia. Scossi la testa.
<< E poi.. ci saremo tutti, Capodanno insieme, sarà fantastico amico. >> Continuò.
Aveva ragione ed io sarei andato a quella festa comunque.
Poteva essere un motivo per cercare di riallacciare come si doveva i rapporti con gli altri, mettersi d'accordo per tornare a suonare e togliere via la polvere dagli strumenti messi per riempire solo degli inutili spazi vuoti in garage e poi..a me mancavano i ragazzi.
Sarebbe stato anche un Capodanno da ricordare, con una placca nel ginocchio, un drink in mano e Tempest nel cuore.
<< Sta tranquillo, ci veniamo. >> gli sorrisi io, lui battè le mani e tirò un pugno per aria << Grandioso, vi metto nella lista. >> Terminò lui, poi si sedette sulla calda moquette vicino al fuoco e si appoggiò sui gomiti mentre manovrava sul suo cellulare.
<< Ci divertiremo, ho intenzione di far invidia a spongebob. >> Disse Louis, lo guardai per qualche secondo e lui mi fece una smorfia << Berrò così tanto che dovranno cambiare il significato di spugna. >> Spiegò lui voltandosi verso Liam che sembrava ammirare la sua idea, Kimberly al contrario, era del tutto contraria.
<< No, quella sera nessuno dovrà esagerare. >> Disse infatti, dando una pacca sulla nuca di Liam, lui rise e le prese le mani, baciandole leggermente.

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