17. Half a Heart.

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MEZZO CUORE.




TEMPEST POV-

Non mi meravigliavo più di ciò che mi stava accadendo.
Avevo imparato che nella mia vita, regnava una semplice regola:
Quando mi succedeva qualcosa di bello, avrei dovuto aspettare subito dopo una martellata in testa.
Ma io avrei comunque aspettato un messaggio da Harry o qualsiasi altra cosa, perché è questo quello che fanno le persone innamorate: aspettano.
E poi le persone innamorate sono strane e stupide, davvero.
<< Ok Tempest, questa canzone è per te. >> Esordì Kimberly, seduta sbadatamente sul divano, mentre sfogliava il diario di Niall con attenzione.
Mi voltai verso di lei e sorrise, indicandomi un versetto su una pagina.

' Mi hai detto che le tue lacrime sono qui per restare
E ti terrò più vicina.
Spero che il tuo cuore sia abbastanza forte
quando la notte scenderà su di te
troveremo il modo per uscire dall'oscurità.
E Vedrai che è facile amare, so che vuoi essere amata.'

<< Non è così Kimberly, invece di fantasticare vieni qui ad aiutarmi. >> Sospirai io intenta ad inserire la chitarra dentro la custodia cercando di non farla sbattere contro qualche oggetto.
<< Oh oh oddio, anche questa, avrebbe fatto prima a scriverci il tuo nome. >> Rise lei, lasciai la chitarra sul tavolo dirigendomi verso di lei, le afferrai il diario dalle mani, leggendo dei piccoli righi.

' Penso a quanto amore è stato sprecato
la gente cerca sempre di sfuggire.
Andare avanti e fermare il loro cuore dal rompersi.
Ma non c'è nulla da cui io corro via.
Tu mi rendi forte.'

Scossi la testa, chiudendo il diario ed infilandolo nella tasca della chitarra.
<< Tutti i cantanti scrivono d'amore, non è detto che siano per me. >> Risposi seccata, lei mi seguì ridendo di gusto, ero stanca di vederla ridere, quella era una cosa seria.
Sapevo che quelle canzoni Niall le aveva scritte per me, ma il mio cervello si rifiutava di assimilare la cosa e ne ero felice.
Sapere di quelle canzoni mi avrebbe solamente mandato in confusione.. come se non lo fossi già abbastanza.
Controllai gli oggetti sulla lista che mi aveva dato Niall assicurandomi di aver preso tutto quanto.
<< La gente non scrive così per caso Tempest, tutti hanno una musa ispiratrice, tutti scrivono pensando a qualcuno, ammettilo! >> Disse ancora, ero stanca del suo impicciarsi ovunque.
<< Allora perché non pensi a quello che cazzo scrive Liam eh? >> Le urlai contro, lei si ritrasse di qualche centimetro lasciando che il suo sguardo si concentrasse sul pavimento.
Sospirai tornando a sistemare la roba.. odiavo trattare male Kimberly, lei era una bimba e qualsiasi cosa la faceva piangere.
<< Ero venuta qui per dirti una cosa importante e tu come sempre rovini tutto! >> Rispose lei.
Mi sentì il cuore attanagliato alle sue parole, era vero che rovinavo sempre tutto e dovevo smettere di dare per scontato che lei sarebbe rimasta comunque, nonostante il modo in cui la trattavo.
Mi voltai verso di lei, la osservai mentre si sistemava la felpa ed incrociava le braccia come segno di difesa, lo faceva sempre quando si sentiva attaccata.
Mi osservò per qualche secondo, poi tornò a guardare le sue scarpe blu scuro.
<< Cosa dovevi dirmi Kimberly? >> Chiesi più tranquillamente.
Lei osservò la finestra, battendo il piede ripetutamente, se ne stava in silenzio con il muso lungo.
Alzai gli occhi al cielo e sospirai << Se è una cosa importante è meglio che tu me la dica adesso. >> Continuai, lei non si mosse per niente, ne tanto meno sembrava aver intenzione di rispondere.
Presi la chitarra in spalla e mi diressi verso l'altra stanza.
<< Ok va bene, te lo dico. >> Disse lei, mi fermai sull'uscio della porta e nel mio viso si dipinse un sorriso compiaciuto.
Mi voltai verso lei, che si era avvicinata a me, mossi le mani in avanti incitandola a continuare.
<< Promettimi che non riderai di me e che non farai nessuna battutina stupida quando vedrai Liam prima. >> Mi implorò lei, io risi alla sua richiesta << Andiamo perché mai dovr... o no, non dirmelo. >> Una strana idea mi balzò in testa, la vidi diventare rossa ed il suo viso paonazzo non fece altro che convincermi della mia ipotesi.
Battei le mani ripetutamente, mentre ridevo come se non ci fosse un domani.
<< Me lo dovevi dire subito idiota. >> Dissi stringendola forte, indietreggiammo insieme, finendo contro il muro.
Lei rideva e non avevo mai sentito la sua risata così limpida e pulita.
<< Mi soffochi Tempest. >> Sussurrò lei con la voce spezzata, mi accorsi di stringerla un po' troppo, avevo seriamente lasciato che la felicità mi trasportasse.
La lasciai andare, sorridendole.
<< Com'è stato? >> Esclamai, lei mi diede una spallata, sempre più imbarazzata << suvvia , so che ti sei divertita. >> Continuai, mentre la stanza si riempiva delle nostre risate.








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