Scelgo te.
<< Anno nuovo, vita nuova. >> Rossetto rosso sangue, pelle chiara truccata più del solito, capelli lasciati cadere, morbidi, lungo una spalla, vestito nero, stretto, da togliere il fiato.
<< Non hai già una vita nuova? >> Il suo tono ironico mi disturbò, in parte lui aveva tutte le ragioni, ma, d'altro canto, ogni cellula del mio corpo reclamava una vita migliore di questa, una vita con le sfumature di colore che fanno invidia perfino all'arcobaleno.
Lui si limitò ad ignorare la mia espressione o forse a causa delle luci troppo basse non l'aveva nemmeno notata.
Alzò il bicchiere verso di me, troppo vicina a lui per non sentire il rumore dei cubetti di ghiaccio che si colpivano a vicenda.
<< Non è ancora presto per brindare? >> Chiesi, lui rise bevendo dalla cannuccia nera un po' del suo drink.
<< Ovviamente si, ma non è mai troppo presto per sperare di poter brindare a noi. >> Rispose.
Poi si alzò e finì per trascinarmi in mezzo alla folla, con le mani strette fino a sudare, per ballare o forse, solamente per stringerci in un'unica cosa nella speranza che il cielo ci desse un segno o una certezza che quella notte sarebbe stata tutta nostra.
Era tutta una serie di fattori, che mi rendevano particolarmente vulnerabile nel momento in cui la sua mano si posava sulla mia pelle, quindi appoggiò le mani sulla parte bassa della mia schiena e mi tirò verso di lui.
Le luci forti, contrastanti, si sbattevano contro i miei occhi facendoli stancare e sfocare e la musica si faceva spazio fra i corpi, senza una forma regolare, arrivavano a me come strane figure incomplete.
Una massa informe di capelli, neri, scurissimi, lo sguardo penetrante, quasi glaciale, lo strano scintillio delle iridi verdi, la camicia strettissima ma mai stretta quanto i jeans neri.
<< Niall.. >> Sussurrai al suo orecchio, la sua risposta si limitò in un suono, quasi uno sbuffo proveniente dal fondo della sua gola. Lo spinsi via, incurante del fatto che forse non avevo dosato troppo la forza, lui rimase lì stordito, chiedendosi probabilmente perché io l'avessi respinto in quel modo.
<< Ho visto Harry, io l'ho visto. >> Nel suo viso si dipinse uno strano sorriso, mi prese la mano, cercando di avvicinarmi ancora << Tempest.. Harry è in Europa, ti sarai confusa. >> Ma io non mi ero confusa.
Quello sguardo impenetrabile, quel sorriso spavaldo e pauroso allo stesso tempo, quel corpo magistrale e perfetto non potevano che appartenere solo ad una persona.
Appoggiai le mani contro il tavolo, nella speranza di riuscire a trovare un appiglio per evitare di cadere.
Le feste non erano mai state il mio forte, eppure c'era gente lì dentro che se la sbrigava come se fosse il loro luogo di lavoro, un circolo vizioso dove conoscere perfino l'amore, eppure io mi ritrovavo solamente a lottare contro l'odore ripugnante che emanavano le bocche delle persone che continuavano a ballare come se non ci fosse un domani.
Ma il mio cuore, stranamente, era pieno.
Pieno di amore o altro? Questo non l'avevo ancora capito, ma una cosa era certa, stare lì era l'unica cosa che volevo.
<< L'alcol non lo reggi, Tempest. >> Avevo una gran confusione in testa, o forse sarebbe stato meglio dire che ero io la confusione.
Mi ero persa, non mi capivo più sempre che io ci sia mai stata. Ci sono momenti in cui perdi completamente il centro del tuo universo, quando ti basta un secondo per dubitare della tua vita, quando senti come se il tuo corpo stesse navigando su un mare di illusioni, costruite alla deriva di ciò che credevi fosse la tua realtà e poi ad un tratto cadi.
<< Torni dopo chissà quanto tempo, senza nemmeno farti sentire una buona volta e ancora credi di potermi dire cosa reggo e cosa no? >> Si era presentato alla festa, con quale convinzione poi? Harry che non era cambiato per niente ma allo stesso tempo era diventato un estraneo, Harry che era tutto e niente, Harry che pretendeva ma non dava.
<< E tu? Tu ti sei fatta sentire? >> Mi incolpò lui, richiamò l'attenzione del cameriere con una mano e in pochi secondi, un bicchiere strisciò lungo il bancone fino alla sua mano, ringraziò con un gesto del capo, poi si voltò verso di me.
<< Ti ho scritto, ti ho scritto così tanti messaggi che adesso nemmeno li ricordo, e venivano ignorati oppure..era Elisabeth a rispondere al posto tuo. >> Continuai, lui sembrò sorpreso, ma non più di me che quasi cercavo di imporre al mio corpo di essere arrabbiato con lui, ma che in realtà non lo era.
<< Io non ho letto i messaggi, non ho mai dato il permesso ad Elisabeth di risponderti. >> E in un secondo la verità, l'incoscienza ed i sensi di colpa, per aver creduto a qualcosa che non era nemmeno lontanamente vera, una bugia costruita dalla mente contorta di quella ragazzina che avrei tanto voluto tenere lontana dalla mia vita.
<< Lei mi ha fatto credere per tutto il tempo che tu preferissi Niall a me.. >> E la risposta alla domanda che entrambi c'eravamo posti, si era presentata davanti a noi, e stranamente avrei preferito che le cose fossero rimaste come prima.
<< Harry, c'è stato qualcosa con lei, non è vero? Voglio che tu sia sincero con me. >> Chiesi, lui rimase in silenzio per qualche secondo, io sapevo di aver ragione e sentivo una grande delusione nei suoi confronti.
<< Si, Tempest, lei è qui con me adesso... ma tu vorresti dirmi che con Niall non c'è stato nulla? >> Disse quasi senza nemmeno respirare.
Le parole sono creature strane, bisogna fare sempre molta attenzione con loro, c'è il rischio che sfuggano di mano, che dipingano un significato sbagliato.
Sentì nei sui confronti quello che si prova quando davanti si ha il vuoto.
Nulla. Era più o meno quello che stavo sentendo: il nulla.
<< Sai cosa? Sei stato importante,davvero, eri lì quando non c'era nessuno , ma adesso penso che sia meglio lasciar tutto alle spalle e chiuderla qui. >> Lo dissi con una convinzione che raramente mettevo in ciò che dicevo, lui non sembrò essere contrario, infatti passò le mani in fronte annuendo debolmente.
<< Penso che dovremmo tenere comunque a mente quello che abbiamo passato insieme. Tu mi hai fatto conoscere mio padre.. >> Disse << Ed Elisabeth. >> Continuai, lui sorrise piano.
<< Forse questa è una cosa che dovrò rivedere, come il resto della mia vita dopotutto. >> Si alzò dallo sgabello, ma io chiusi la mia mano attorno al suo braccio.
<< Aspetta, vorrei che ammettessimo entrambi che ognuno ha comunque bisogno dell'altro e che anche i ragazzi hanno bisogno di tornare insieme. >> Sentivo il bisogno di sistemare le cose, far tornare a galla gli stessi ragazzi che una volta avevano un sogno, quelli che suonavano dentro un garage e continuavano a svegliarmi, quelli che erano tutti amici, prima che arrivassi io.
<< I ragazzi.. quei coglioni mi mancano come l'aria. >> Ammise lui, sorrise annuendo.
<< Ricominciamo l'anno in bellezza Tempest. >> Disse, sorrisi, con la consapevolezza che probabilmente ognuno di noi avrebbe ritrovato la normalità dalle proprie vite, qualcuno con qualche graffio in più dell'altro, magari con qualche lezione imparata, ma comunque insieme.
<< Tornerai? Sai, mi manca essere svegliata da quel frastuono che chiamate musica. >> Lui fece finta di pensarci un po' su, rise prima di avvicinarsi al mio orecchio << Dopotutto, ancora ti devo parecchie cose. >> sussurrò, poi lasciò un tenero e delicato bacio sulla mia guancia.
<< Harry. >> Si voltò verso Niall, che se ne stava davanti a noi con lo sguardo di chi ha appena visto morire ogni sua felicità.
Harry si avvicinò al biondo, che titubante, non sapeva se allontanarsi o gettarsi fra le sue braccia.
<< Horan, penso che Tempest debba dirti parecchie cose.. ed anche io, ma inizierò con il dirti che domani voglio la chitarra accordata. >> Poi lo lasciò lì, con il cervello che gli frullava di domande che gli avrebbe voluto porre, ma con l'unica certezza di cui aveva bisogno.
<< Usciamo fuori? >> Chiesi in un tono di voce troppo basso per quel posto, lui però capì e mi prese la mano.
Chiusi gli occhi mentre mi trascinava fra le persone, riordinando i pensieri, cercando di ricordare cosa dire, cosa fare, come rimediare.
Eravamo solo io ed il nero.
Il nero non era solo nero. Sembra vivere in assenza di colori, invece li trattiene tutti dentro un'apparente oscurità.
L'aria frasca mi invase il corpo, che si riempì di brividi, aprì gli occhi ritrovandomi davanti l'uscita principale del locale, completamente vuota e deserta.
<< Hai fatto la tua scelta? >> La sua voce corse contro la mia pelle, sbattendoci sopra come un masso colpisce l'asfalto dopo che qualcuno l'ha spinto via con un calcio.
<< La mia non è una scelta fra te e lui. >> Affermai, si sedette sul gradino dell'entrata, osservando un punto vuoto e non identificato del cielo.
Sarei rimasta ore a guardarlo, senza nemmeno una pausa.
Probabilmente era così che doveva andare, dovevo sbatterci la testa contro le situazioni, ritrovarmi i mostri sotto il letto davanti agli occhi una volta per tutte, per capire che di possibilità ne avevo solo una.
<< cosa vuol dire questo? >> Chiese ancora, odiavo quando chiedeva cose che nemmeno io sapevo.
Era già difficile per me capire come dovermi comportare con lui.
Respirai a pieni polmoni l'aria fredda, quasi congelata di quella notte prima di rendermi conto che era pregna del profumo del ragazzo, e cercare di placare la mia voglia di affondarmi sui suoi vestiti e profumare di lui.
<< Che tu non sei meglio di lui >> Lui assunse un'espressione che mai nella mia vita avevo visto, si nascose il viso fra le mani, provando vergogna nei miei confronti.
Come poteva non capire? Come?
Poi prese coraggio e tirò fuori la testa dal suo guscio e disse << Quindi hai scelto lui. >> .
Nel silenzio di quella notte, così brutto e opprimente, riuscì a sentire come cadeva a pezzi nella convinzione di aver lottato per nulla.
Forse si sentiva leggero come me, non me lo sarei mai aspettata però, che l'amore potesse essere così leggero.
Tutti passano il loro tempo a dipingerlo come un qualcosa che in un modo o nell'altro trova esilarante la tua distruzione, la tua insana ossessione e passione per quel sentimento.
Ma in realtà non era così, perché l'amore con Niall era diverso da tutto quello che vivevo.
La vita era pensante, l'amore invece era qualcosa che mi toglieva la gravità, che mi faceva spiccare il volo e piroettare fra l'universo.
<< Ma no Niall.. ho detto solo che tu non sei meglio di lui..tu sei meglio,meglio e basta >> Confessai, il suo sguardò si posò su di me e mi sentì bruciare la pelle da quegli occhi.
E in un lasso di tempo che non mi sembrò nemmeno esistere, lui si avvinò così tanto.
<< meglio e basta? >> Chiese ancora.
Niall chiedeva, chiedeva e basta ed io cosa avrei potuto rispondere?
Avrei potuto rispondere con la verità, se ci sarei riuscita, poi forse avrei avuto ciò che bramavo da tempo.
<< Esatto, sei meglio di qualsiasi altra cosa Niall come puoi non saperlo? Sei meglio perfino del respiro, meglio del cibo spazzatura, meglio dei regali di Natale, meglio dell'acqua dopo una lunga corsa.. meglio Niall. >> Lo dissi così velocemente che dopo aver finito, dovetti prendere un lungo respiro prima di tornare a sentir battere il mio cuore in maniera quasi del tutto normale.
<< quindi stai scegliendo me? >> E questa fu l'unica domanda che quella sera sarei riuscita a tollerare sicuramente, infatti annui ripetutamente e vederlo sorridere mi riempì il cuore che dopo tanto, era pieno di qualcosa.
<< non avrei potuto scegliere di meglio >> ammisi.
Ero finalmente arrivata ad una svolta decisiva della mia vita, avevo fatto tutto da sola, combinando guai, anche troppi, ferendo più cuori di quanti ne avrei potuti poi aiutare a guarire, ma finalmente c'ero arrivata anch'io a quella cosa che tutti chiamano felicità, certa che non sarebbero esistiti baci più belli di quello.
Mi stringeva come si stringe quello che hai di più caro al mondo ed io ricambiavo come meglio potevo.
Adesso ne ero convinta, che avrei potuto amarlo fino all'esasperazione e che lui non mi avrebbe fatta a pezzi, no, lui poteva solo amarmi allo stesso modo.
Si staccò da me solo per dirmi che saremmo dovuti andare dentro, solo pochi minuti ci dividevano dalla mezza notte.
Ci ritrovammo accanto ai ragazzi, per la prima volta ancora insieme, senza dubbi o incertezze, solo la speranza che dopo quella merda ci sarebbe stato qualcosa di migliore, per tutti.
Allora Niall mi strinse la mano, come Liam fece con Kimberly.
Tutti vicini, con i bicchieri pieni di liquidi frizzanti e a chi importava sapere cosa contenessero davvero, i sorrisi troppo grandi perfino per i nostri visi, gli occhi fissi sul grande schermo, i cuori stretti fra loro e la felicità di chi si è ritrovato dopo tanto tempo.
Zayn con le braccia lungo il collo degli altri ragazzi, univa il gruppo come era consuetudine fare sempre, durante i pomeriggi freddi, a farci compagnia mentre le risate coprivano il film che ormai era diventato solo un inutile sottofondo.
Poi urlarono, ed il cielo che prima non aveva nemmeno una stella, si illuminò di luci accecanti e bellissime, erano fuochi d'artificio e quello, era un nuovo anno.
-KIMBERLY POV-
<< Senti di aver fatto la cosa giusta? >> Chiesi, lei si accarezzò gli occhi con il palmo della mano per il sonno e la stanchezza, annuì subito dopo.
Sorrisi, perché finalmente aveva trovato la piega giusta.
Guardai in alto e le presi la mano, ormai la notte stava facendo spazio al giorno e il colore che stava assumendo il cielo era così bello e particolare.
Ne troppo Azzurro, ne troppo arancione o blu, era tutto così romantico.
<< E tu pensi che questo anno sarà migliore? >> Chiese, io alzai le spalle lasciandomi scappare un piccolo sospiro << Io spero di si, adesso abbiamo tutto quello che volevamo, per una volta le cose dovrebbero andare bene. >> dissi ciò che credevo fosse giusto, lei appoggiò la testa sulla mia spalla.
<< Ho rovinato la vita di tutte queste persone.. dovrei usare quest'anno per cercare di impegnarmi a non combinare guai. >> Continuò lei, ci rimasi male, perché Tempest pensava perennemente questo di lei, si vedeva come un guaio e non era così.
<< Beh, non è così, tu mi hai fatto conoscere Liam. >> Dissi, lei rise tornando nella sua posizione.
<< Sai, per quello ho fatto proprio centro. >> Due amiche troppo brille per non permettersi di ridere anche per le cose più banali, ma in realtà Liam non era per niente qualcosa di banale.
<< Ragazze è ora di andare a casa davvero adesso. >> Liam e Niall, arrivati con le loro auto per recuperare le ultime due superstiti della festa.
Mi strinse le mani, tirandomi su come se fossi una piuma fra le sue braccia.
Risi quando gli finì addosso, inciampando nel mio stesso vestito.
Lui scosse la testa, girandosi verso l'amico << Penso che abbiano davvero esagerato, tu non credi? >> Lui annuì.ANGOLO AUTRICE:
Ciao ragazze, eccoci in uno dei capitoli più significativi della storia.
Spero tanto che vi sia piaciuto.
Adesso come potete vedere le vite dei ragazzi torneranno come prima, ma ovviamente questo non significherà che tutto diventerà noioso e banale, anzi, ricordate che chi non muore si rivede.

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Tempest
FanfictionC'è una tempesta Le gocce di pioggia scendono fitte, scorrono veloci, come il rimpianto. Il cielo è grigio ed il vento è forte, freddo, tagliente. Le onde urlano la rabbia che ho nel cuore. Vorrebbero cancellare ogni cosa davanti a loro, i ricordi...