12. New Life or New Storm?

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Nuova vita o nuova tempesta?

la tempesta può andare via per un pò,magari in estate,ma tanto l'inverno torna,ed anche le tempeste.

<< Davvero,Kimberly le tue doti culinarie mi fanno commuovere. >> Dissi mentre la osservavo posizionare le tazze di latte al cioccolato sul tavolo.
Ci aveva impiegato mezz'ora solo per capire come poter accendere il gas,poi l'altra mezz'ora per capire quanto latte ci volesse per tre persone ed io ed Harry l'avevamo lasciata fare,troppo impegnati a ridere per poterla aiutare.
<< Sentite qui >> Saltò Harry sulla sedia,osservando lo schermo,appoggiai la mano sulla sua spalla avvicinandomi allo schermo.
<< Non ti assomiglia per niente Harry,questo è grosso,pelato ed ha gli occhi marroni. >> Esclamò KImberly con il suo solito fare da bimba dolce e spavalada,ma comunque il suo ragionamento era giusto.
<< Dio non lo troveremo mai. >> Sussurrò Harry,mentre continuava a digitare il nome del padre su ogni possibile social network.
<< Non dire così.. >> Disse Kimberly,dandogli una pacca amichevole sul collo << Abbiamo cominciato da solo un'ora Harry. >> Dissi passando una mano sui suoi ricci,lui annuì convinto.
Sarebbe stato difficile,ma perchè non provarci?Avevo promesso ad Harry che avrebbe trovato il padre e non mi sarebbe importato nulla. [...]

<< Harry dammi un cazzo di foglietto. >> Urlai ad Harry che continuva ad andare avanti e indietro per la cucina senza concludere un bel niente.
Kimberly se ne stava seduta come veniva sulla sedia,con un biscotto in mano,ridendosela di gusto.
<< Dio ma è casa tua,come faccio a sapere dove tenete i fogli >> Ribattè Harry,che aveva messo in disordine i cassetti della cucina.
Mi misi le mani ai capelli per l'ansia e l'euforia che in quel momento scorrevano al posto del sangue nelle mie vene.
<< Trovato! >> Esclamò il riccio,avvicinandosi a me,gli strappai dalle mani il foglietto scrivendo velocemente l'indirizzo e tutti i dati,sotto dettatura di KImberly.
<< Non ci posso credere,ci siamo riusciti. >> Disse Harry,prendendo il foglietto e leggendo più volte le scritte in nero << Questo è francese? >> Chiese lui,diedi un'occhiata. Annuì.
<< Harry hai il papà parigino >> Rise KImberly osservando la faccia di Harry abbastanza scossa.
Spinsi leggermente Harry,che era entrato in un piccolo trans,mi sorrise passando il suo braccio attorno al mio collo.
Mi strise forte,come solo lui sapeva fare << Grazie Tempest. >> Sussurrò,lasciandomi un forte calore sul collo,gli accarezzai la schiena più volte,prima che lui lasciasse la presa.
<< Quindi si va a Parigi. >> Esclamò,lo guardai storto,rise di gusto mostrando le sue fossette.
Ci sarei potuta annegare in quelle fossette,sarebbe stata una morte veloce e indolore quella.
Annegare in un sorriso di qualcuno deve essere una sensazione emozionante,poi se quel qualcuno è Harry è anche meglio.
<< Che vuoi dire? >> Dissi storcendo il naso,aveva usato il verbo andare,noi,andiamo noi.
<< Che devo andare a dire a mio padre che sono suo figlio e che voi dovete venire con me. >> Disse lui,guardai Kimberly per niente convinta e la stessa cosa valeva per me.
Non che mi dispiacesse l'idea,ma era Parigi-
Fossi stata a casa sarei stata in fibrillazzione,i miei mi ci avrebbero mandato senza dubbio,ma adesso ero sotto l'ala protettiva di Megan e George e sapevo che probabilmente per loro non sarebbe stato semplice.
<< Io ci sto. >> Esclamò Kimblerly agitando la mano,sul volto di Harry si disegnò un sorriso speranzoso.
<< Harry..io non lo so se posso. >> Sussurrai,lui agitò la testa[...]


Quando dicono che Parigi è la città dell'amore non hanno tutti i torti,soprattutto se ci vieni nel periodo di Natale.
In centro,prevalgono le piccole casette e alcuni palazzi in vetro,completamente bianchi e candidi.
Al centro della piazza,un albero altissimo,decorato con svariate palline colorate e luci che ancora sono spente,con in cima una stella di cristalli bianchi.
<< Ragazze,eccolo lì il palazzo. >> Disse Harry,distolsi il mio sguardo dalle bellissime vetrine di quella boutique,rivolgendo la mia attenzione al ragazzo con il viso immerso nella sciarpa.
Aveva la punta del naso rossa e le mani nelle tasche del lungo cappotto nero,pochi ricci fuori dal cappello grigio in lana e uno sguardo perso in quel palazzone alto più o meno venti piani.
Il nome dell'impresa troneggiava sulla porta d'ingresso,afferrai la mano di Harry che sospirava pesantemente una volta entrati.
Decine di persone in giacca e cravatta si muovevano senza sosta in quell'atrio,troppo impegnate ad osservare quelle cartelle per accorgersi di noi.
Trascinai Harry verso il grande bancone,Kimberly suonò quel campanello e aspettammo in silenzio l'arrivo di qualcuno che magari avrebbe potuto aiutarci.
<< Stai calmo Harry >> Dissi sistemandogli un riccio ribelle che gli ricadeva sulla fronte,lui abbassò lo sguardo combattuto << E se non vuole vedermi? >> Chiese in un sussurro,quasi vergognato da ciò che aveva anche solamente osato pensare,scossi la testa afferrandogli le braccia.
Un uomo in vestito scuro e un paio di baffi sottili e poco folti mi interruppe ancor prima di poter rispondere ad Harry << Posso esservi utile? >> Disse con voce acuta e strillante,irritatante direi.
<< Si,cerchiamo Des Styles. >> Intervenne Kimberly,l'uomo la squadrò da capo a piede,arricciando il naso chiedendosi perchè tre ragazzini chiedessero di quell'uomo.
<< Il signore è occupato in questo momento. >> Disse solamente,aprendo delle cartelle di documenti,guardai Harry che stava per perdere la pazienza ma gli strinsi la mano,precedendolo nel discorso << Signore può dirci quando andrà in pausa? >> Chiesi cordialmente,lui rise di gusto alla mia domanda e la sua voce sembrò trapanarmi i timpani.
<< Signorina,tutto ciò che vede è del signor Styles,lui può andare in pausa quando vuole. >> Mi fermai ad osservare Harry che pochi sencodi prima di sentire ciò,continuava a battere ripetutamente le dita sul legno.
<< Signore >> Ringhiò Harry,sbattendo la mano contro i documenti a cui stava lavorando l'uomo,lo guardò storto,quasi coperto dalla figura imponente di Harry a cui era bastato alzarsi sulle punte per arrivare al lato opposto del bancone.
<< Deve farmi entrare da mio padre. >> Continuò fissandolo dritto negli occhi,l'uomo era impassibile,fermo sul suo posto,con il respiro regolare,Harry invece aveva la mascella serrata e le vene del collo in rilievo,come ogni volta che si arrabbiava.
Spostò la mano,lasciando spazio all'uomo che si era quasi attaccato al muro con le spalle.
Semplicemente alzò la cornetta del telefono,digitando dei semplici numeri.
Disse qualche stupida parola in francese che non capì nemmeno in parte,prima di rivolgerci uno dei suoi sguardi più acerbi << Salite su,al quinto piano,il signor Styles vi riceverà fra poco. >> Disse con non chalance,tornando ai suoi stupidissimi documenti.

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