BUON NATALE.
"Tu ci entreresti nel mare, in pieno inverno, durante una tempesta?
Perchè se vuoi entrare nella mia vita, la risposta è si.''-TEMPEST POV-
<< Buon Natale. >> Sussurrò con voce roca, come se si fosse appena svegliato, ma in realtà era sveglio da parecchio più tempo prima di me, quindi suppongo sia rimasto per almeno una buona mezz'ora sull'uscio della porta nell'attesa di essere notato.
<< Buon Natale anche a te. >> Si guardò attorno, scese le mani che prima erano conserte fra i fianchi avvicinandosi lentamente.
Lasciò un bacio sulla mia fronte, prima di allontanarsi ancora.
Incrociai le gambe mettendomi comoda sul letto, mentre Niall faceva girare la sedia sedendosi in modo scomposto difronte a me.
<< Guarda qui, non è rimasto nemmeno il segno. >> Si toccò un piccolo strato di pelle sopra la fronte dal lato destro, l'immagine della sua ferita aperta tornò a riaffiorare nella mia mente, mandata via dalla ferita rimarginata che mi ritrovavo davanti.
Era quasi del tutto scomparsa, come le altre ferite che Niall aveva sparse per il corpo, era rimasto solo qualche acciacco qua e la, ma nulla di grave. Sorrisi.
<< Allora ti va di uscire? >> Chiesi, lui sembrò riaccendersi alla mia proposta.
La sua pelle era decisamente più bianca e candida da un po' e questo era dovuto al fatto che non usciva da parecchio tempo.
Era doloroso dover uscire con i suoi occhi puntati addosso nella speranza che sua madre lo lasciasse venir come me, soprattutto se questo non accadeva mai.. così spesso evitavo di andarmene in giro per rimanere con lui.
Il viso che pochi secondi prima era radioso si trasformò in cupo e deluso, scosse la testa << Mamma non mi manderà mai. >> Lasciai che i miei occhi guardassero il soffitto per un po', sbuffando sonoramente.
<< Si che ti manda, sei guarito ormai, zoppichi solo un pochino e dobbiamo solamente fare una corsa per il regalo di Megan >> Lui sembrò più convinto e sorrise ancora.
Niall non era mai stato spericolato, forse qualche volta si lasciava trasportare dagli altri ragazzi, qualche spinello in più da parte di Zayn e Liam e qualche confezione di birra scolata con Louis ed Harry, ma in quel periodo era particolarmente cambiato.
Forse era perché si sentiva chiuso in una gabbia o forse perché aveva visto la morte in faccia che stava cercando di migliorarsi come persona.
Raramente teneva il ciuffo in su e capitava spesso che passasse intere settimane in pigiama.
Quando i ragazzi venivano a farci visita mi aiutavano a rimetterlo in piedi per una bella strigliata.
Spesso avevo pensato si trattasse di un capriccio da parte sua ed infine arrivai ad una conclusione.
Niall lo faceva per ricevere attenzioni, ma era semplicemente arrivato il momento di ritornare a vivere.
Avrei dovuto farlo anche io, cercare di dare il buon esempio ma probabilmente cercare di far finta che di Harry mi importava poco e niente era la cosa meno opportuna da fare.
Ci pensavo spesso a che fine avesse fatto, non si era più fatto sentire, forse aspettava che fossi io a farlo.
In realtà dovremmo fare a fare a chi si fa sentire per primo ed invece facciamo a gara a chi scompare per primo.
Schioccò le dita davanti al mio viso, facendomi uscire da un piccolo trans in cui ero entrata.
Sorrise dolcemente porgendomi la mano.. l'afferai tirandomi su dal letto,il suo braccio strinse il mio ventre trascinandomi fuori dalla stanza << Chiedi a mamma di uscire, ti aspetto in camera. >>.HARRY POV-
Sono troppo giovane per essere distrutto, troppo giovane per cadere a pezzi, troppo giovane per avere problemi, troppo giovane per innamorarmi, troppo giovane per perdere ciò di cui ho bisogno, troppo giovane per immergermi a capo fitto nei guai ma sono abbastanza grande per risolvere tutto questo da solo giusto?
Quante settimane erano passate?due? e cosa ero riuscito a combinare?
Solo macchiarmi l'anima di sbagli, come sapevo fare meglio.
Andare ripetutamente a letto con quella che in qualche modo doveva essere la mia sorellastra, eliminare Tempest dai miei contatti .
Quel poco che ero riuscito a costruire attorno a me si era disintegrato con le stesse mani che gli avevano dato vita.
Era inutile cercare di cambiare qualcosa, cercare di recuperare oggetti superstiti da un incendio, qualcosa di completamente bruciato o smangiato.
Io ero bruciato e cercare in Tempest qualcosa per apparire diverso era sbagliato.
Incapace di amare, incapace di tenere saldo qualcosa a me stesso, incapace di non commettere errori, questo era Harry.
Lanciavo una freccetta alla volta contro il bersaglio.
Mi sentivo una di loro e mentre tiravo con tutta forza nel tentativo di colpire il centro, mi rendevo conto che sarebbe finita ovunque tranne che lì.
Colpivo sempre più forte, sfogandomi contro il cerchio in polistirolo che piano piano si riempiva di piccoli buchi.
Mi immedesimavo in quelle frecce, immaginando quanto forte io andassi a sbattere contro le cose, le situazioni e le persone e soprattutto, quanti buchi e ferite lasciavo quando andavo via.
E anche le frecce si facevano male, quando sbattevano si smussano la punta e man mano non servivano più.
<< Sai dovresti cercare di puntare al cerchietto rosso >> Arrivava sempre in modo così silenzioso che ormai mi aspettavo che fosse sempre da qualche parte nell'attesa di poter sferrare uno dei suoi attacchi.
Staccò le freccette poggiandole sul palmo della mia mano, per poi far richiudere le mie dita fra il legno ben levigato e dipinto di blu.
<< Non credo di essere bravo in questo gioco. >> Sussurrai mentre continuavo a lanciare, prendere e lanciare ancora, senza mai colpire una volta il mio obbiettivo.
Riuscivo ad arrivare sempre ai buoni risultati, ma mai al massimo, ero sempre fra il margine e mi sarei dovuto accontentare.
<< Beh esistono giochi più divertenti. >> Continuò lei, avvicinandosi piano, ma io non mi scomposi.
<< O giochi più pericolosi da giocare >> Disse mentre le sue mani mi incastravano i fianchi, mi voltai verso di lei e a causa della differenza d'altezza dovette alzare leggermente il capo verso l'alto.
<< Per questo voglio che vieni con me a Londra. >> Nel suo volto si dipinse qualcosa di vago ma allo stesso tempo dannatamente penetrante, da contorcere lo stomaco e bloccare il respiro.
Si mise a giocherellare con un suo boccolo, incastrandolo fra le dita e modellandolo a suo piacimento.
<< A capodanno lì si fanno le feste migliori. >> Sussurrai al suo orecchio << Un gioco divertente sarebbe voltarti verso di lei e dirle che non ti serve più.. >> Azzardò lei mentre la sua lingua si insediava sul mio collo.
Il mio cervello ci impiegò un po' per smembrare quelle parole e renderle proprie.
Non ti serve più.
Avrei voluto dirle che in realtà non era così ma certe parole ti rimangono incastrate tra le costole, i polmoni, nella gola e diventa difficile, poi, respirare.
Quindi lasciai che continuasse con i suoi movimenti, mentre cercavo di convincere me stesso che avesse ragione.-NIALL POV-
Non ricordavo come, però mi ero sorpreso a fissarla, al contrario di lei che aveva occhi solo per la cena.
Mamma e zia si erano superate, non che gli altri anni non l'avessero fatto, però sentivo che quella sera era diversa dagli altri cenoni, questa volta c'era Tempest.
Ero quasi del tutto sicuro che lo facessero per non farle sentire troppo la mancanza di ciò che aveva e gli era stato strappato via e non sembrava che stesse male, solo che io lo sapevo troppo bene che man mano che passa il tempo diventi un maestro nel mentire, alla gente, a chi vuoi bene, in generale agli umani e perfino a te stesso.
Mi beccò in pieno e sentì le guance trasformarsi in un fuoco, rivolsi il mio sguardo al mio piatto giocherellando con il polpettone ma ero sicuro che in quel momento lei stesse sorridendo.
Sono questi i momenti in cui penso che vorrei salvarmi, magari salvare lei e me, salvarla tutta la vita.
Ma a fine anno non tiro mai le somme, la matematica non è mai stata il mio forte.
Spero sempre di essere rimasto nel cuore di qualcuno o contrariamente nel cestino della carta di qualcun altro, cosa sarò alla fine di questo periodo per lei? Gli muoio dietro ma lei comunque non lo capisce o forse non vuole capirlo.
Sapevo di essere troppo sciocco, solo che me ne resi conto davvero quando capì di viaggiare troppo con l'immaginazione, sperando di stare con lei per sempre.
Pensavo così tanto e così profondamente che non mi accorsi nemmeno che adesso il tavolo era vuoto, tutti erano andati davanti al camino e l'unica persona a farmi compagnia era Tempest che mi sorrideva dall'altro lato del tavolo nel tentativo di capire, infatti, sbattei le palpebre come se mi stessi risvegliando e quando le immagini ripresero a vivere, lei stava ridendo.
<< Cosa fai? Sogni ad occhi aperti? >> Risi anche io, allungando la mano verso di lei, l'afferrò stretta e si mise a giocare facendo andare le mani verso destra e sinistra.
<< No solo.. pensavo. >> Cercai di abbozzare un sorriso e lei si picchiettò il dito sul mento, si sedette accanto a me subito dopo.
<< C'è qualcosa che non va? >> Chiese, lasciai che lei accarezzasse i capelli alla base della nuca e sospirai.
<< Quando Harry tornerà.. tu cosa farai? >> Non ebbi il coraggio di guardarla dopo che le parole uscirono fuori da sole.
Lei smise di accarezzarmi i capelli e calò il silenzio, in quel momento, pensai che si sarebbe sentito per fino il rumore di un ago che cade.
<< Io.. io non lo so ma, ma non sarà una cosa bella. >> Rispose, la sua voce tremava e sperai con tutto il cuore che non scoppiasse a piangere.
<< Questo non è molto credibile, sai? >> Questa volta cercai di guardarla, ma i suoi occhi fissavano il soffitto nel tentativo di non piangere ancora, poi chiuse le palpebre e rassegnata, anzi, scoperta, lentamente mi guardò.
<< Ascoltami Tempest, quali sono i lati negativi di Harry? >> Lei sembra confusa ma poi, prende coraggio e mi fissa negli occhi << Lui.. lui è orgoglioso, seccante, si lascia trasportare, odia tutto ciò che è dolce, non si rende conto quando diventa cattivo, sbaglia la maggior parte del tempo >> Lo disse tutto d'un fiato e avrebbe continuato se non l'avessi interrotta con una pacca sulla mano.
Fissai per un momento il lato opposto della cucina, poi continuai << I miei di lati negativi quali sono? >> Ci impiegò un po', il silenzio aveva fatto da muro, finchè non proferì parola << Beh tu.. tu non sei Harry, Niall tu.. >> Annuì ripetutamente, mentre una piccola risata di frustrazione abbandonava la mia bocca.
La guardai quando finalmente il discorso prese la piega che volevo, anche se in realtà non era la miglior cosa per me.
<< Hai capito Tempest? Tu hai detto 'tu non sei Harry'.. pensaci, è come se stessi cercando di dire che potrebbe avere tutti i difetti del mondo, farti arrabbiare, abbandonarti per poi tornare chissà quando, potrebbe farti il cuore a pezzettini, potresti dire che ti fa arrabbiare costantemente ma.. ma non c'è verso di stare in pace con te stessa se accanto hai un altro. >> Sputai fuori tutto ciò pensavo e il suo viso si fece pallido quasi quanto la neve che cadeva giù a fiocchi fuori.
Mi passai una mano sul ciuffo, tirandolo leggermente, adesso ero io quello che lottava per cacciare via le lacrime.
Non disse nulla ed ebbi la sensazione che non stesse nemmeno respirando.
<< Giuro che non c'è l'ho con te, se io non sono la tua scelta, io lo capisco. >> Dissi ancora, lei scosse la testa mentre cercava una qualche contatto con me.
<< Voglio solo riprendere questo discorso dopo questa giornata. >> Rispose lei, non voleva litigare ne portare angoscia la notte di Natale ed io lo capivo, si avviò verso la porta ma io la richiamai ancora.
<< Se io ti baciassi l'ultima volta, tu ricambieresti? >> Non disse nulla, si guardò solo attorno prima di arrivare a passo deciso davanti a me, mettersi sulle punte ed appoggiare le sue labbra alle mie, la baciai come meglio potevo, consapevole del fatto che probabilmente sarebbe stata l'ultima volta.
La baciai finchè entrambi non fummo costretti a riprendere fiato e lei sorrise.
<< Buon Natale. >>
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Tempest
FanfictionC'è una tempesta Le gocce di pioggia scendono fitte, scorrono veloci, come il rimpianto. Il cielo è grigio ed il vento è forte, freddo, tagliente. Le onde urlano la rabbia che ho nel cuore. Vorrebbero cancellare ogni cosa davanti a loro, i ricordi...