PROLOGO

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Sto correndo velocemente in mezzo agli alberi, scappando dalla persona che speri io possa rallentare il passo così da potermi acciuffare.

Percepisco il vento abbattersi violentemente sul mio viso, facendomi socchiudere gli occhi e mandando in confusione i miei capelli neri.

A mio malgrado, però, il suo desiderio si avvera nel momento in cui inciampo su un ramo spezzato cadendo a terra in mezzo ad un mucchio di foglie autunnali, lanciando un gridolino per la sorpresa.
Mentre mi rialzo, sento una fitta di dolore attraversarmi la caviglia ma cerco di non farci molto caso.
Subito in piedi, lo cerco ovunque con lo sguardo ma non riesco a trovarlo, così essendo molto stanca, mi siedo nuovamente sopra le foglie, sospirando pesantemente mentre mi massaggio la caviglia.

Silenzio.

L'unico percepibile rumore è il vento forte che sbatte contro gli alberi facendo cadere le foglie secche.

Chiudo gli occhi e ascolto la natura ribellarsi.

C'è troppo silenzio...

"PRESA!" sento urlarmi davanti al viso e dalla paura mi raggomitolo su me stessa coprendomi la testa con le mani, urlando con tutta la forza che ho nei polmoni.
Sento ridermi alle spalle..
"Non c'è niente da ridere, mi hai fatto morire di paura Sebastian!" esclamo mentre mi metto seduta con le gambe incrociate osservando il mio migliore amico dal basso.
"oh, invece per me è stato troppo divertente. Avresti dovuto vedere la tua faccia" continua a ridere mettendosi le mani sopra la pancia.

Che sfacciato

Alla fine mi arrendo e mi metto a ridere insieme a lui.

La sua risata è così delicata e spontanea che ogni volta mi fa sorridere senza il mio volere...

Ma il nostro scherzare si quieta presto.

"MADDISON, SEBASTIAN! Dove siete? Tornate indietro!
È ora di andare verso casa! "

Sentiamo urlare da lontano.

Io e Sebastian ci guardiamo per un secondo e, senza proferire parola, iniziamo a correre il più velocemente possibile come se fosse una gara di velocità a chi arriva primo. Durante il veloce tragitto non sento neanche più il dolore alla caviglia.

Arriviamo nello stesso momento davanti ad una panchina, cercando disperatamente di riprendere fiato, sotto lo sguardo di fuoco delle nostre madri.
"Vi avevamo raccomandato di non avventuararvi troppo all'interno del bosco; può essere pericoloso, specialmente per due bambini come voi." ribadisce mia mamma con tono severo.

Abbasso lo sguardo e mi scuso pentita, mentre Sebastian controbatte come suo solito "Ma io non sono più un bambino! Ho quasi undici anni."
Sorrido sarcastica mentre sua mamma Katia si mette a ridere.

Alla fine della ramanzina le nostre mamme si salutano, mentre io e Sebastian ci abbracciamo.

Io e mamma iniziamo ad incamminarci fuori dal parco mentre Katia e Sebastian rimangono ancora un po' seduti su quella panchina di legno oramai arrugginita, poiché sua madre doveva parlargli.

Che abbia combinato qualcosa?

"Ci vediamo domani Mad!"
Urla da lontano il mio amico e io contraccambio alzando la mano sventolandola velocemente mentre gli sorrido.

Eravamo giovani e spensierati, niente al mondo poteva ferirci. Per questo non avrei mai immaginato che, dopo quella giornata, sarebbe stata l'ultima volta che avrei rivisto il mio migliore amico.

Mi sveglio.

Woodland Mansion (In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora