Capitolo 13 - Malfunzionamento

42 16 5
                                    

POV'S JOHN

Prima d'ora, io e mia sorella avevamo più volte assistito a queste 'pagliacciate' di nostro zio; scompariva per ore per poi farsi ritrovare il giorno dopo alla reception, tutto quanto come se non fosse successo niente.
La prima volta che accadde è stato circa tre anni emmezzo fa. Riley continuava ad insistere di voler chiamare la polizia dopo che avevamo perso tutta mattina e metà pomeriggio a cercarlo senza nemmeno una chiamata o un'avviso da parte sua, ma fortunatamente la convinsi ad aspettare pazientemente un suo certo ritorno. E così accade dopo poche ore.
Non immagino nemmeno la fine che avrebbe fatto nostro zio Edward se Riley avesse davvero chiamato il 911.
Quando tornò in hotel, la mattina seguente di quell'anno, Riley era così arrabbiata con lui che gli si scaravento contro bagnandogli tutto il completo di caffè.

Ed è per questo motivo che, oramai, io mi sia arreso non volendo più andarlo a cercare. Quest'oggi fu solo uno strappo alla regola, lo feci per Maddison essendo nostra cliente e inoltre, troppo testarda per mollare.
Se mi avesse ascoltato, invece di prendermi per la camicia, gli avrei spiegato come stessero andando veramente le cose e magari, ma dico 'magari', io in questo istante sarei ancora appisolato in quel bancone godendo i miei ultimi istanti di pausa lavoro.

Con tutte queste banali chiacchiere, finalmente riuscì ad arrivare fino al mio ultimo piano, sedendomi per terra e osservando il muro del corridoio.
Ovviamente non lo trovai.
Sospirai.

"Sono uno sfaticato."

Presi in mano il telefono e chiamai Maddison.
Rispose quasi subito, come se anche lei avesse cercato ovunque per niente, aspettando solamente una mia chiamata sperando che almeno io lo abbia trovato.

<John? Lo hai trovato?! > Era agitatissima, si poteva ben sentire dalla sua voce affannata ma comunque esaltata.

<No, non c'era da nessuna parte. > Risposi con più calma.

...Ci fu un silenzio spettrale.

<Tu pensi che sia uscito dall'hotel? E se la tua risposta è si, dove pensi possa essere andato? > Mi domandò dopo qualche secondo con una voce più rabbiosa.

<Magari sarà andato a casa per un attimo. Non lo so sinceramente.>

<E dove abita? Possiamo andare a vedere se si trova lì, oppur--> La fermai sbuffando.

<Ragazza dove vuoi andare a parare? Nostro zio sta più che bene e no, non andiamo a controllare a casa sua perché, primo sarebbe violazione della privacy senza un suo permesso e secondo, spesso capita che se ne vada per qualche ora e poi ritorni. Lui è fatto così. Se mi avessi ascoltata prima, adesso non saremmo a girovagare per l'hotel.> Le feci notare infastidito ormai dal suo atteggiamento sottomettente. Non per essere cattivo.

Maddison a quel punto smise nuovamente di parlare finché, nel momento in cui provò a dire qualcosa, la connessione dei cellulari si perse completamente facendo cadere la linea.

Si spensero tutte le luci dell'hotel.

"Deja-vu.. "

L'unico particolare è che, questa volta, scattò anche l'allarme antincendio.
Preso dal panico inaspettato, scesi velocemente le scale dirigendomi alla hall. Non vorrei mai che per disgrazia fosse scoppiato un'incendio o peggio, perché se fosse stato veramente così, tutte le persone che si trovavano nel pub non avrebbero avuto una 'semplice' via d'uscita, essendoci soltanto una porta d'emergenza, quando all'interno ci sarebbero state circa cinquanta persone che si ammassavano contro di essa.

Arrivato alla hall, senza interessarmi troppo di alcune persone che uscivano velocemente dalla porta principale, mi recai verso una porta riservata al personale, dove all'interno si teneva un grosso studio con telecamere di sorveglianza del pub, dei corridoi di ogni piano e del seminterrato.
Sembrava tutto tranquillo finché dalle telecamere del seminterrato, non iniziai ad intravedere un gas fuoriuscire dalle tubature che arrivavano fino alla cucina del ristorante.

Se il gas fosse arrivato fino al pub, essendo tutti e due allo stesso livello, ci sarebbe stata un'esplosione: Nel bar era consentito alle persone di accendere le cicche, se anche una di loro fosse venuta a contatto con il fumogeno sarebbe stata la fine.
Considerando l'idea che, inoltre, era un gas tossico, molte persone avrebbero rischiato comunque la vita.
Iniziai a pensare ad una soluzione e mi ricordai che subito la fine delle scale che portavano al seminterrato avrei trovato le valvole di chiusura e apertura per ogni tubatura.
Non c'era tempo. Avrei dovuto chiudere il gas, subito!
In questi tre anni che passai a lavorare per questo hotel, non è mai accaduto niente di così grave.

Iniziai a correre verso le scale che portavano nel seminterrato, quando mi scontrai brutalmente contro una persona: Maddison.

<Cosa sta succedendo?!?!> Urlò la ragazza mentre la aiutai a rimettersi velocemente in piedi.
Fortunatamente non ci fummo fatti troppo male.

<Maddison non c'è tempo! Anzi... Ho bisogno del tuo aiuto subito! > La presi per il polso iniziando a correre giù per le scale, senza averle spiegato il problema più grosso di tutti.

Arrivati nel seminterrato, Maddison si dovette tamponare naso e bocca con la mano: Il gas si stava espandendo più velocemente di quanto ebbi pensato.

<OH Gesù, cos'è tutto questo fumo?! > Domandò all'istante.

<Maddison, ascoltami bene. C'è una perdita di gas metano in una delle tubature--> Non mi lasciò finire che iniziò a dare di matto.

<STAI SCHERZANDO! DOBBIAMO ANDARCENE! PERCHÉ SIAMO QUI?? > Urlò facendosi indietro.
La fermai bruscamente.

<No per favore, non andare via!! Se non chiudiamo la valvola il gas arriverà fino al ristoro e avverrà un'esplosione. Rischierà di morire un sacco di gente se non proviamo a fare qualcosa! I soccorsi arriverebbero troppo tardi se li aspettiamo. > Alzai la voce.

La ragazza mi guardò, probabilmente cercando di capire cosa meglio era giusto.
Ma ci stava impiegando troppo tempo.

<Beh senti, non aiutarmi se vuoi. Ma io non posso aspettare te che mi fissi mentre il gas continua ad espandersi. >
Dette quelle parole, mi diressi verso le valvole.
Ne erano presenti tre: Una aumentava, l'altra diminuiva e l'ultima bloccava tutto.
Ma non ebbi la più pallida idea quale fosse quella di blocco.
Solitamente questi lavori li svolgevano gli operai, oppure, se fossimo stati noi a farlo, avremmo con sé tutte le istruzioni... Che io, in questo istante non avevo.

Non avevo alternative, sarei dovuto andare a sorte.
Se fossi stato fortunato avrei girato la valvola che diminuiva il gas, oppure direttamente quella di blocco.

Chiusi gli occhi e li riaprì poco dopo.
Avrei girato quella centrale.
Con il cuore a mille, presi tra le mani la manovella e contai fino a tre.
1.
2..

<FERMO!!! > Urlò probabilmente la voce di Maddison alle mie spalle; non feci in tempo a ragionare il tutto che venni spintonato via dalla manovella.
Alzai la testa e la vidi ruotare velocemente quella di destra.
Quella rossa.

Sbiancai dalla paura.

Dopo qualche secondo che ebbe finito di girare la manovella, potei notare che il gas stava calando finche non iniziò a svanire del tutto. Ma l'odore forte del metano era ancora presente.

<Come lo sapevi? > Sussurrai verso di lei.
Lei mi guardò, mostrandomi il foglio che aveva tra le mani.
<Mentre stavo risalendo le scale, l'ho trovato per terra. Sono le istruzioni delle valvole, così sono corsa fin qui. L'unica cosa che non mi spiego è il perché fosse immezzo alle scale...> Mi rivelò continuando a tenersi una mano davanti alla bocca.

Dopo essermi calmato, le feci cenno con la testa di risalire.
Sentimmo in lontananza delle sirene. Probabilmente erano arrivati i vigili del fuoco.

Iniziai ad avere un terribile giramento di testa, tanto da vedere tutto il corridoio girare.
Mi appoggiai al muro delle scale, cercando di tenermi in piedi ma con scarsi risultati.
Tutti attorno a me si fece sempre più sfocato.

Il buio fu l'unica cosa che mi consolò.

Woodland Mansion (In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora