La sera stessa, quando finalmente arrivammo a casa, non persi tempo ad andare al piano di sopra della casa e dirigermi verso la mia vecchia stanza trasportando quelle odiose valige.
Appena entrata, quella sensazione di malinconia si fece spazio dentro di me.
Era la classica stanza da teenager con, però, qualche particolare che la rendeva originale.
Era tutto nello stesso posto in cui l'avevo lasciato, come il mio diario segreto ad esempio.
Era ancora depositato sopra la scrivania con sopra la penna verde che utilizzavo quando scrivevo le cose belle che mi succedevano.Le penne di colori differenti erano proprio per specificare i miei stati d'animo:
Penna Verde: Quando qualcosa mi rendeva felice.
Penna Blu: Quando sono preoccupata o dubbiosa.
Penna Rossa: Quando sono arrabbiata.
Penna Nera: Quando sono triste.
Raramente c'era un testo scritto in verde.
L'ultima volta che avevo scritto in verde era perché non vedevo l'ora di iniziare l'Università. Di poter lasciare questa malinconica cittadina e andare finalmente all'estero.
Mia mamma non mi ha spostato niente nella mia camera e non mi ha neanche fugato in giro. È per questo che il diario dopo mesi si ritrova ancora lì.
Semplicemente mia mamma si fida di me.Presi in mano il diario e iniziai a sfogliarlo.
Inizia a leggere una pagina scritta in verde dove io stessa parlavo di quanto fosse carino un ragazzo che veniva nella mia classe alle medie. Ero stra cotta di lui. Che imbarazzo. Le guance mi diventarono porpora.Un'altra pagina, scritta in rosso stavolta parlava di me alle prese con i compiti di matematica.
"La matematica non è un'opinione"...
Beh per me si. Per me lo è. Se non ci riesco, non ci riuscirò mai.
Se un estraneo dovesse chiederemi in questo momento di calcolare 2 + 2 probabilmente risponderei "Pesce".Arrivai alla metà del diario, con una pagina scritta in nero. Erano più pagine a dirla tutta, almeno cinque completamente tappezzate di nero.
Parlavo di Sebastian e di quanto stessi male per la sua perdita.
Che dopo 5 anni ancora non lo avevo dimenticato. Che mi mancava e che avrei fatto di tutto per riabbracciare il mio migliore amico.È strano.
Dopo essere arrivata all'Università negli USA e averci strascorso gli ultimi due anni, per tutto quel tempo non ci avevo minimamente pensato; ma ora che sono tornata per queste vacanze Natalizie, lo stesso senso di tristezza che avevo all'epoca, mi è tornato. Come se non se me fosse mai andato, un tatuaggio trasparente sulla pelle.Sarà stato quel sogno?
Tutto è iniziato da quello.Stanca richiusi il diario, lo posai e andai in bagno per poter darmi una ripulita e andare finalmente a dormire.
Il mattino dopo sarei dovuta andare a fare un giro in centro insieme a mia zia. Lei sì che non tornava da anni in questo paese e mi ha quasi pregato di andare con lei.--
3:00 AMEro sveglia da ormai due minuti.
Avevo udito un forte rumore da fuori la finestra.
Un tuono.
Si mise a diluviare e io, non essendo più abituata a dormire in una stanza da sola, dato che nei dormitori dell'Università condividevo la camera con due mie compagne di chimica, ogni rumore che sento mi fa svegliare dalla paura.
Si lo so, sono una fifona.Mi alzai dal letto e ,con i piedi scalzi, mi diressi verso la porta per andare a prendere, come mio solito, un bicchiere d'acqua in cucina, ma prima che potessi afferrare la maniglia della porta, un lampo fece luce bianca in tutta la mia buia stanza e subito dopo udii un tuono più potente degli altri.
In tutto questo trambusto la finestra della camera si spalancò per via del forte vento che tirava facendo alzare le tende che coprivano i vetri.
Mi misi fortemente ad urlare e corsi a bussare alla porta di mia zia, la camera difianco la mia.
Carmen aprì la porta preoccupata e io mi ci fiondai dentro all'istante, buttandomi in mezzo al suo letto metrimoniale.
<Cos'è successo!? Sembri aver visto un fantasma.> si avvicinò velocemente a me.<Perdonami zia, ma non sono abituata a queste tempeste...>
<Maddison! Non puoi urlare a quest'ora della notte solo perché senti un tuono! E poi non sei più una bambina. A Febbraio compi 20 anni ricordatelo. Ora mai sei una giovane donna.> mi sgridò come se fossi, appunto, una bambina, mettendosi le braccia attorno ai fianchi.
<Zia non puoi capire. Si è aperta anche la finestra per colpa del vento! > esclamo alzando le braccia all'aria.
<Si vede che non era chiusa sufficientemente bene.> continua a contraddirmi volendo avere ragione.
Continuammo così per altri due minuti buoni finché, stanche, ci dirigemmo tutte e due giù in cucina per bere una tazza di thè.
<Com'è possibile che i miei genitori non si siano accorti di nulla?> domandai mentre presi due tazze dalla credenza.
<Beh loro sono abituati. Capitano spesso queste piogge così turbolenti. Anche tu non ti saresti accorta di niente, solo che non sei più abituata, come me...ma almeno io non mi metto ad urlare come una bambina!> si mise a ridere e io la spintonai.
<Basta prendermi in giro. Non è divertente.> cercai di rimanere seria mentre le porsi una delle due tazzine per poi guardarla versarci il thè caldo al loro interno.
Ci sedemmo sul divano guardando l'albero di Natale difianco al camino mentre sorseggiammo il nostro thè.
Sentii che la pioggia si sta affievolendo e i tuoni furono ormai lontani.Tutto d'un tratto mi tornò in mente che avevo lasciato la finestra ancora aperta nella mia camera.
<Oddio!!! Ho lasciato la finestra aperta in camera! NONONO, chissà che casino sarà successo!> appoggiai la mia tazza sul tavolino in vetro difronte al divano e cominciai a correre su per le scale, sbattendo i talloni sul parterre e inciampando sui miei piedi mentre mia zia mi continuò a dare della stupida e di non fare baccano.
Arrivata in camera e chiusi subito la finestra. Per terra era tutto bagnato e alcuni oggetti caduti persino dagli scaffali.
Raccolsi tutto e con uno straccio asciugai il pavimento.
Alla fine, mi ritrovai in un silenzio tombale. La pioggia aveva definitivamente smesso di piovere e questo non poté che darmi sollievo.Mi girai verso la scrivania notando un piccolo particolare:
Il diario non era al suo posto.Impanicata lo cercai ovunque, guardando sotto la scrivania, sotto il letto e spremendomi le meningi per ricordarmi dove io l'abbia posato la sera prima, ma ricordai perfettamente di averlo appunto depositato sulla scrivania. Non lo trovai da nessuna parte.
Era sparito.
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Woodland Mansion (In Revisione)
Mystery / ThrillerMaddison Allen è una studentessa Canadese che frequenta l'università di Stanford, negli Stati Uniti. Per Natale, la ragazza decide di tornare a casa per festeggiare le vacanze con la sua famiglia. Il giorno prima della sua partenza però, durante la...