Capitolo 10 - Black Out

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POV'S MADDISON

Ero all'interno dell'ascensore; mi stavo dirigendo verso il pub.
Pensandoci bene, era parecchio strano l'hotel. Tralasciando fuori il fatto che non era minimamente paragonabile ad un quattro stelle.

Ero arrivata al secondo piano. Si aprirono le porte ed entrò la donna della reception; mi sorrise e si mise da parte a me.
Riprendemmo la nostra discesa ma da quando un cigolio, un traballamento e la mancanza di luce prese possesso dell'ascensore, si fermò tutto.
Io e la donna finimmo a terra doloranti.

<Oh, non ci voleva. Stai bene tu? > Mi domandò la donna rialzandosi e ponendomi una mano.

<Si sto bene. Cos'è successo? > Mi rialzai.

<Ci sono due possibilità. O c'è stato un Balck out, oppure un malfunzionamento dell'ascensore. > Prese in mano il suo cellulare, digitò un numero per poi chiamare il mittente.

Mi resi conto soltanto in quel momento di non aver portato con me il mio telefono.

La donna iniziò a parlare con il mittente. Si stava accertando della situazione.
Dopo due minuti chiuse la chiamata e mi guardò.

<Niente di grave. C'è stato un Black Out del quartiere ma non sappiamo quando tornerà la luce. Edward e John ci stanno venendo ad aprire.> Mi spiegò.

<Chi sarebbe Edward?> Domandai. Non ne avevo ancora sentito parlare.

<È il proprietario dell'hotel. Mio zio. > Da lì capii tutto. Questa donna era la sorella di John. Per questo si asomigliavano così tanto, ed era anche la nipote del proprietario che, a quanto pare, si chiamava Edward.

Dopo diverso tempo sentimmo le porte cigolare e delle voci all'esterno.
Uno di loro bussò contro la porta di ferro.

<Ei, siete lì !? > Urlò qualcuno.
La donna difianco a me urlò di rimando un "si".
Iniziarono a verificarsi altri rumori strani al di fuori della parete per poi, la minuscola fessura di metallo iniziare ad allargarsi fino a che non fu completamente aperta.
Una luce mi abbagliò il viso e quello della donna obbligandoci a coprirci il viso con la mano.

<State bene?> Domandò una voce riconoscibile a quella di John.
<Si, stiamo bene. Ma toglici quella roba da davanti la faccia grazie! > Esclamò la donna da parte a me con tono quasi seccato ma anche con una punta di divertimento.
<Come vuoi tu, Riley.. > Ah, ecco come si chiamava.

Fortunatamente l'ascensore non era sceso di molto dopo aver superato il secondo piano, quindi non avevamo alcun tipo di problema ad uscire da quella trappola per topi, come la chiama mia nonna.

Uscite fuori, ci dirigemmo al primo piano dove tutti i clienti e impiegati erano riuniti. Per via della sicurezza, tutti i pin delle camere erano stati disattivati aprendo in automatico le porte.
La Hall era l'unico piano dove era presente luce ed energia.

<Devo dire che questa serata non è partita nei migliori dei modi.> Parlò una voce maschile alle nostre spalle.
Mi voltai verso di essa.

Un uomo probabilmente sulla cinquantina, vestito eccentricamene bene e con le braccia incrociate ci osservava con uno strano sorrisetto.

Avevo una vaga idea di chi fosse quell'uomo.

<Buonasera zio! > Disse Riley andandogli incontro. John, dal canto suo, rimase difianco a me sorridendo alla scena che gli si presentò davanti.

Dopo l'abbraccio tra zio e nipote il proprietario dell'hotel mi ispezionò.

<E tu sei...? > Domandò curioso.

<Oh, Io mi chiamo Maddison Allen. Sarò una cliente dell'hotel per qualche notte. Piacere di conoscerla. > Gli porsi la mano salda.
Mi strinse la mano e continuò a scrutarmi. Erano due le cose in quel momento: O mi stava prendendo in giro, oppure c'era qualcosa che gli dava fastidio in me.

La prima sarebbe stata l'ideale.

<Il piacere è mio.. > Detto questo, rivolse l'attenzione ai suoi due nipoti.
Parlò loro di come avrebbero dovuto comportarsi con i clienti in questo momento di caos, poi se ne andò.

Io ero ancora perplessa da come si era comportato.

Riley si avvicinò a me ridendo.
<Non farci caso, già di suo Edward è un uomo parecchio strano, poi se vogliamo aggiungerci anche la sua abilità beh. Ancora peggio. > Di cosa stava parlando?

<Non capisco. In che senso "Abilità"? >
Domandai quasi preoccupata.

<Nostro zio legge le carte. Quindi è in grado di percepire le sensazioni delle persone e ciò che le turba. Ma non sempre ci azzecca. >

L'unica parola che in quell'istante poteva descrivermi era incredula.
Non avevo mai creduto a queste sciocchezze e non avevo neanche mai incontrato una persona così in vita mia.
Per sdrammatizzare la situazione mi misi a ridere; una risata alquanto falsa a dirla tutta.
Riley e Jhon mi guardavano perplessi.

<Non ho mai creduto a queste cose. Sono solo coincidenze.> Spiegai loro.

I due fratelli continuavano a guardarmi.
Perché, loro ci credevano?

Sospirai. Decisi di lasciarli perdere, così, mi diressi verso le scale per andare ai piani successivi. Anche senza la torcia, nella penombra, riuscivo a vedere dove mettessi i piedi. Dovevo controllare che nella mia stanza fosse rimasto tutto sotto controllo.
Non che non mi fidassi, ma siccome le porte si erano aperte automaticamente, non avrei mai voluto che qualche mascalzone si fosse intrufolato dentro la stanza per rubare qualcosa.

Entrata dentro la camera, presi il mio telefono - ancora appoggiato sopra al letto matrimoniale - e una borsa con dentro oggetti di valore per poi tornare alla hall.
Durante la discesa, finalmente si riaccesero tutte le luci.
Ero sollevata.
Saremmo potuti finalmente entrare all'interno del pub.
Arrivata al piano terra, notai che della maggior parte delle persone presenti poco prima, ne erano rimaste la metà..se non di meno: C'era chi si dirigeva nelle proprie camere oppure chi tornava al pub, dopo che l'ascensore fu rimesso in funzione; dunque, decisi di dirigermi anche io in quella direzione.
Ma prima che potessi mettere piede all'interno dell'ascensore, il proprietario dell'hotel - Edward - decise di oscurarmi la vista con la sua figura.
Quest'uomo mi infastidiva sempre di più.

Si prestò a me con sguardo astratto.

<Voci mi hanno informato che tu non credi nel destino? È così? > Mi domandò.

Non feci in tempo a rispondere.

<Io sono a conoscenza di tutto. Ho percepito tutto quello che hai passato. So chi è Sebastian, Silena...Io riesco a vedere nebbia nel tuo futuro, paura.. >

Tremai sul posto allontanandomi.

<Tu sei in pericolo Maddison. Hai bisogno di aiuto. >

Woodland Mansion (In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora