Capitolo 1 - Partenza

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POV'S MADDISON

Ero ormai sveglia da qualche ora, avendo passato quasi tutta la notte insonnia, cercando di prepararmi velocemente per poter andare in aeroporto in compagnia di mia zia Carmen; lei ha da sempre vissuto negli Stati Uniti e da quando iniziai a frequentare l'università proprio qua, abbiamo iniziato a legare particolarmente bene.
Non ci eravamo quasi mai viste prima di allora, solo qualche volta alle feste di Natale quando ero ancora bambina, o se, per disgrazia, qualche nostro parente fosse deceduto...
Carmen ha un bellissimo carattere: sempre molto socievole e particolarmente 'buffona', ma non bisogna mai sottovalutarla. Diventerebbe una guerriera dal sangue freddo se solo volesse.
Ora come ora potrei definirla come una seconda madre.

Guardai l'orario capendo di essere parecchio in ritardo dunque, presi la valigia, le mie amate airpods ed uscii di casa, dove vidi Carmen dare indicazioni al tassista che intanto cercava, in malo modo, di depositare le valigie nel bagagliaio.

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Da quando salimmo nel Taxi, mia zia non fece altro che guardarmi di sottecchi.

<Tesoro, questa notte, quando sei andata in cucina, ti ho sentito piangere.> alzai lo sguardo su di lei.
<Non volevo dirtelo in realtà, ma sono stata in pensiero per il resto della notte. C'è qualcosa che ti turba?> mi domandò preoccupata.
Ci pensai un po' sù, poi le donai un sorriso forzato negando con il capo.
<No zia, ho fatto solo un incubo e ne sono rimasta turbata, tutto qua...Poi mi ero alzata per prendere un bicchiere d'acqua proprio per questo.> guardai fuori dal finestrino osservando la strada.

Sentì un sospiro.
Aveva capito che mentivo.
Io di solito non piango mai, figuriamoci per aver fatto un brutto sogno.

Perché, in effetti il mio non era per niente un sogno, ma bensì una specie di deja-vu.
Un ricordo lontano e ormai dimenticato... O quasi.

Abitavo ancora in Canada da piccola, e come ogni bambino che si rispetti, amavo fare qualsiasi tipo di stupidaggine insieme al mio migliore amico Sebastian.
Lui era come il fratello che non ho mai avuto.
Era un bambino dai capelli neri con la frangia così lunga da nascondergli gli occhi, era super vivace anche se, a prima vista, poteva sembrare molto timido e ombroso e, ahimè, era anche ingenuo.
Ricordo ancora i suoi meravigliosi occhi:
L'occhio sinistro pigmentato di azzurro e quello destro di verde.
Diceva sempre che i suoi occhi fossero troppo particolari e che quindi lo rendevano imbarazzante. Ma come diceva sua madre 'Non esiste persona che non gli avesse mai rivolto la parola solo per fargli i complimenti.'
Poi si sentiva anche strano, perché quando guardava una qualsiasi persona negli occhi, quella rimaneva sempre impressionata continuando a fissarlo ininterrottamente come se non avesse mai visto niente di più strano.

Io invece amavo quella sua particolarità.
Lo rendevano speciale. Unico.

Ma non avrei mai immaginato che dopo quella giornata nel bosco, Sebastian non sarebbe più tornato a casa.
Il mio migliore amico d'infanzia scomparso nel nulla.
Dopo settimane di ricerche trovarono solamente il suo k-way rosso, completamente rovinato e abbandonato sulle rive del fiume che attraversava il Woodland Mansion.

Si supponeva fosse caduto nel fiume e che la corrente lo avesse trascinato via, ma il suo corpo non venne mai più ritrovato.

Inutile dire che, quando lo venni a sapere il mondo mi cadde addosso e mi chiusi in me stessa per un lungo e infernale periodo della mia vita.
Ricordo che stavo ore in camera a piangere e a sperare un suo inutile ritorno.
Non avevo mai creduto a ciò che dicevano di lui.
Non volevo crederci.
Eravamo ancora dei bambini e lui non meritava una fine del genere.
Nessuno al mondo se lo meriterebbe. Neanche il peggior nemico...Forse.

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Arrivate in aeroporto andammo a fare il check-in.
Dopo ci sedemmo nel baretto per aspettare il nostro volo mentre mia zia si abbuffava di ciambelle, le classiche americane piene di glassa, appena comprate.

<Maddison, durante queste settimane che staremmo in Canada, hai già in mente qualcosa da fare?> mi domandò mentre sorseggiava la sua Monster come se fosse una donna vissuta. O semplicemente una donna senza speranze.
C'era anche da dire che bere la Monster mentre si mangiano ciambelle...Beh, non ne volevo sapere niente.

<Allora, prima di tutto voglio rivisitare tutta la cittadina e andare a mangiare in quel Fast Food dove andavo sempre da piccola, poi credo che il resto dei giorni lo passerò insieme alla mia famiglia e a studiare per gli esami che avrò dopo Natale.>
Sono rare le volte che io sia molto socievole con le persone, probabilmente perché sono sempre stata molto timida.
Carmen mi guardò stupita.
<No cara mia. Io ti vieto di stare in casa durante le vacanze! Dovresti uscire, magari incontrare i tuoi vecchi amici del liceo, riallacciare qualche rapporto...Sono ormai due anni che vivi negli Stati Uniti. Magari a qualcuno di loro farà piacere rivederti.> mi sorrise.
Ero perplessa. A nessuno importava veramente di me all'epoca. Mi vedevano tutti come una sempliciotta senza stile né carattere. Ero spesso sola, e mi piaceva esserlo. Amavo la calma. La amo tutt'ora.
<Ci penserò sù.>

Ad un tratto si sentì una voce elettronica.
"Attenzione signori e signore.
Il volo 747 Canada/Toronto sta per decollare. Siete pregati di seguire i controllori per dirigervi nel condotto 10 e prendere posto all'interno dell'aereo."

Io e Carmen ci alzammo, tirammo fuori i nostri biglietti e ci dirigemmo all'interno del condotto.

Sentii mia zia sbuffare.
<Sai Mad, mi è venuto mal di stomaco.> enunciò mentre si mise la mano sulla pancia .
<Ma davvero zia?! Non l'avrei mai detto.> E ci misimo a ridere come delle idiote, ricevendo diverse occhiatacce dalle persone che camminavano dietro di noi.

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Erano ormai diverse ore che eravamo decollati. Non mancava molto all'arrivo.
Mia zia, già dopo pochi minuti, cadde in un sonno profondo iniziando persino a russare, mentre io mi misi a guardare una serie TV dallo schermo del sedile difronte a me, ma non ero molto interessata.
La mia mente ricadeva sempre al sogno di questa notte...

Ricordo che non ero mai più rientrata all'interno del Woodland Mansion.
Da amarlo, avevo iniziato a provare inquietudine e paura per quel bosco.
Mi fa ribrezzo pensare che il suo presunto cadavere possa essere ancora là dentro, da qualche parte...

Ma io sono sempre rimasta con il mio punto fisso. Non so perché, ho da sempre avuto questa sensazione:
Chi ha mai detto che la morte del mio migliore amico fosse stata causata da una semplice tragedia?
Dobbiamo ricordare che sua madre era presente. Sapeva perfettamente che Sebastian non era mai stato capace di nuotare.
Con questo, non sto dicendo che sia stata sua la colpa, ma non mi è mai convinto il fatto che, in mezzo a diverse persone dentro al parco, è mai possibile che nessuno si fosse realmente accorto di un bambino che chiedeva aiuto perché stava presumibilmente affogando vivo?
Io dico di no.

Woodland Mansion (In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora