Capitolo 8 - Fuggire Via

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Quando arrivarono alla stazione di polizia, pur non capendo il motivo, Maddison si poté sentire più rilassata.
Come se si fosse tolta un grosso peso sulla schiena.
Poco prima, stando così a contatto con quel bosco non la faceva sentire protetta.
Erano passati anni da quando si era avvicinata così tanto.

Entrati all'interno della struttura, la giovane ragazza venne immediatamente mandata all'interno di una stanza quasi vuota; solo uno sgabello ed un tavolo di legno con sopra una busta, probabilmente con diversi appunti al suo interno, occupava lo spazio. La fecero sedere dicendo, inoltre, di aspettare l'ispettore Orlando per l'interrogatorio.

'Fin ora sta andando bene.' Pensò Maddison.
Non era mai stata in una stazione di polizia; o almeno, non in una di quelle stanze.

Passarono circa cinque minuti e finalmente l'ispettore entrò nella stanza con in mano altri documenti che, alla vista di Maddison, dovevano essere piuttosto vecchi dato il colorito giallognolo con cui si presentavano.

<Buongiorno nuovamente signorina Maddison. Direi che oggi non è la sua giornata migliore, non le pare? > Si sedette difronte a lei non degnandola, fortunatamente, del suo sguardo, troppo indaffarato a leggere i documenti depositati sul tavolo.

La giovane donna, anche lei troppo occupata a cercare di leggere sopra quei fogli senza essere notata, non gli rispose ma fece un piccolo sorriso.

Ad un certo punto l'ispettore puntò lo sguardo verso Maddison, intenta a rimettersi composta, aspettando di ricevere delle domande.

Ma questo non avvenne.

Orlando prese dalla busta sopra al tavolo delle foto e un documento personale, posandoli sotto i suoi occhi.

Maddison, al guardare quelle foto, le si spezzò il cuore e voltò lo sguardo altrove cercando qualcosa di più interessante.

<Ti ricordi di lui? >
Come potrei non ricordarmelo.

<I miei agenti sono stati tutta la mattina alla ricerca della vostra amica ma l'unica cosa che abbiamo trovato, anzi che il fratello ha trovato è il suo cellulare proprio come nel suo caso, che però abbiamo sospeso da anni ormai. La cosa che non capisco è che tu, sia adesso che allora, eri sempre presente. >

Maddison a quel punto scattò.
<Lei mi sta dicendo che la causa di queste sparizioni siano per colpa mia? Beh. Se è così, non ha capito proprio niente! > Si alzò dalla sedia. Era furiosa.

Mai nessuno l'aveva accusata di omicidio.

<Signorina, qua nessuno la sta accusando di nulla, semplicemente è stano il fatto che lei sia sempre presente prima o dopo queste sparizioni. Il suo amico rischia una multa di ben 700 dollari per aver trasgredito le regole. Se quel parco naturale è stato chiuso ci saranno dei motivi no? > Maddison, nel mentre si risedette ascoltando.

<Ispettore, mi scusi per questo mio sbalzo d'umore, ma io ero particolarmente legata a Sebastian e sentirmi dire una cosa del genere mi ha fatto perdere la testa. Inoltre, mi sento così in colpa soprattutto per Silena, perché sono stata io a rivelarle del "mistero" che tormenta quel parco e lei, da quel giorno, era sempre più curiosa tanto da volerlo esplorare. Ieri sera io dovevo essere insieme a loro, ma nel pomeriggio avevo deciso di disdire dicendo loro una bugia perché non.. Non volevo? Avevo paura. Si.. Non perché avremmo trasgredito le regole ma io, già da tempo, ho paura del Woodland Mansion. Forse perché si è portato via la persona più importante per me. Non lo so. > Rivelò con le lacrime agli occhi.

Orlando, a quel punto decise che era arrivato il momento di dirle la verità.

<Cara Maddison. Da quanto tempo non tornavi qui? > Domandò serio.

<Beh.. Frequentando l'università negli stati uniti e abitando là, direi da circa un'anno emmezzo. Di solito vengo solo per le festività; per stare con la mia famiglia. > Affermò la ragazza, ormai stanca di questo colloquio.

<E anche negli anni passati, ogni volta che tornavi qua, ti sentivi così a disagio per colpa del parco? >

<Pensandoci, no. Non come quest'anno.
Quando sono arrivata qua, ho avuto come una sensazione strana. Come se sarebbe dovuto succedere qualcosa di brutto. E infatti è successo.. >

<Maddison. Penso proprio che la tua famiglia non ti abbia raccontato molte cose...> Maddison lo guardò agitata.

<Cosa intende dire? >

Orlando fece un sospiro profondo.

<Quello dei tuoi due amici non sono gli unici casi avvenuti in questi anni. C'è ne furono altri 10, senza contare di tutti gli animali selvatici che spesso trovavamo morti attorno alla recinzione del bosco. Il primo caso fu quello di Sebastian, l'ultimo quello di Silena ieri notte. E tutte queste sparizioni e morti sono sempre successe all'interno del parco. Nessuno di loro fu più ritrovato. >
Affermò con tono basso.

Maddison era paralizzata.
Come avrebbe dovuto reagire?

Perché glielo stavano rivelando solo adesso?

Tremante, si alzò in piedi. Prese tutte le sue cose e uscì dalla stanza sotto i richiami dell'ispettore.

Uscita dalla stazione iniziò a correre.
Non aveva idea di dove stava andando, sperava solo che quell'atroce dolore al petto si potesse, in qualche modo, estinguere.

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Passarono diverse ore da quando Maddison lasciò la città.

Dopo aver lasciato la stazione di polizia, tornò di corsa a casa, non trovando fortunatamente nessuno, prese un borsone, ci mise all'interno alcuni vestiti, soldi, utensili igienici e qualsiasi altro tipo di materiale che potesse servirle.

Infine prese un foglio, e ci scrisse sopra qualcosa per poi lasciarlo nella stanza di sua zia Carmen.

Uscì di casa e chiamò un taxi.

Aveva deciso di passare qualche giorno da sola per pensare. Decise, così, di tornare a Toronto, prendere una camera d'Hotel e fare qualcosa che potesse toglierle dalla mente ciò che l'ispettore le aveva rivelato.

Magari qualcuno potrebbe pensare che questa non è la cosa giusta da fare.
Magari avrebbe solo dovuto parlarne con la sua famiglia.

Ma lei aveva deciso di scappare via da ciò che le faceva più male.





Woodland Mansion (In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora