Capitolo 21

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Sono nuovamente su un aereo con Ashton Irwin, ma sta volta, dato il volo di 8 ore e 20 , gli ho portato un forte sonnifero, che gli ho dato non appena abbiamo messo piede sull'aereo, e se si sveglia, gliene darò subito un'altra dose. Voliamo già da un'ora e intorno a me ci sono così tante situazioni diverse, a volte mi sento io stessa diversa.

Accanto a me ho una vecchietta, la solita vecchietta carina che si fa il segno della croce tre volte al minuto e lavora a maglia, dall'altro lato ho il bell'addormentato, e mi ostino a guardarlo, perché è lui.

-Signorinella, posso dirti una cosa?- mi chiede la signora accanto a me, sistemandosi gli occhiali sul naso

-certo, mi dica pure?-sorrido cordialmente

-tu lo ami? Dico quel giovanotto che hai accanto con in testa la spremuta di ciliegie- lo indica furtivamente con la testa , e io sorrido

-non lo so, sto cercando di capirlo- mi batte una mano sulla gamba con il tipico fare delle nonne

-ti dico una cosa, io sono stata sposata per trentacinque anni, e mio marito per chiedermi di sposarlo mi ha portato sulla Tour Eiffel , io ogni anno  per il nostro anniversario, dato che lui è venuto a mancare vado la, sulla torre, e penso a tutte le cose che avrei potuto dirgli, ai sentimenti che non ho esternato, perché aimè , da giovani si ha paura- mi guarda, come per capire se ho compreso il suo discorso -quindi, digli ciò che provi, ora che c'è l'hai accanto, potrebbe essere troppo tardi- mi sorride, e io la guardo sognante, voglio dare anch'io certe lezioni di vita, quando sarò vecchia.

-Lo farò, il prima possibile, la ringrazio- non appena pronuncio queste parole la signora riprende a lavorare a maglia e fare il suo segno della croce.

-Ash- lo chiamo scuotendolo piano per la spalla -Ash- sussurro al suo orecchio, per poi lasciargli un bacio

si,muove come se stesse avendo uno spasmo e improvvisamente apre gli occhi -che succede?- mugugna

-siamo rimasti gli unici dentro l'aereo, siamo atterrati , da un dieci minuti - sorrido, vedendolo appena sveglio è così cuccioloso

-come si dice baciami in francese?- mi dice facendo l'occhiolino

-non ne ho la più pallida idea, ma se il tuo culo non si alza non lo scoprirai molto in fretta- faccio l'offesa, lui rotea gli occhi e finalmente si alza.

Dopo svariate ore per cercare l'hotel siamo finalmente arrivati, stiamo facendo la fila alla hall per farci consegnare le chiavi delle stanze.

-Buonasera, come poso aiutarvi?- dice la receptionist cordialmente

-avevo prenotato una stanza per tre notti a nome Irwin- ha appena detto una stanza.. bene , sa che lo sto fulminando con lo sguardo, infatti ride sotto i baffi

-si certo stanza 102- sorride passandoci la chiave elettronica.

-Stanza 102, ti ricorda qualcosa?- mi chiede Ashton chiudendo la porta della nostra stanza, dove al centro si trova un grande letto matrimoniale

-il giorno in cui ho incasinato la tua vita, no?- mi siedo sl letto , lui annuisce passandosi la mano tra i capelli color del fuoco

-ti va di riincasinarmi la vita, su questo letto? Poi ti porto in un bel posto per cena- si avvicina a me, occhi contro occhi, è un'altra sfida questa, ma è fatta solo di sguardi, e poi finiamo nello stesso letto, nudi con la mia pelle che brucia e la mia anima che va a fuoco ogni tal volta che mi guarda, perchè mi fa sentire vulnerabile, il suo sguardo o il suo tocco, mi mandano in estasi.

Da quando abbiamo chiarito, ieri praticamente, siamo andati avanti così a baci e allo spogliarci a vienda, che sia buono o meno io non lo so, so solo che sto davvero bene tra le sue braccia, schiacciata tra il materasso e il suo corpo, potrei starci all'infinito.

"I love the light in your eyes and the dark in your heart" sento accompagnata da una vibrazione sul comodino

-devo rispondere- annuncio, e il rosso, con il viso perplesso si accascia accanto a me -pronto- dico

-sorellina- Luke, c'era da immaginarselo, ha preso alla lettera il fatto che può chiamarmi a qualsiasi ora in qualsiasi momento tutte le volte che vuole

-dimmi tutto- chiedo quasi scocchiata, coprendomi con il lenzuolo

-come va con Ashton, siete a Parigi vero?- ha una voce super allegra

-bene, si, siamo a Parigi- Ashton, che buono non si sa stare inizia a baciarmi l'interno coscia

-volevo dirti che con Michael abbiamo deciso di vivere insieme, mamma e papà non sono d'accordo, ma non possiamo far finata di non amarci- mi emozionerei dato il suo tono di voce, se non avessi Ashton che percorre tutto il mio corpo cospargendolo di baci , il che mi distrae abbastanza

-sono davvero fel- Ashton mi bacia, sensualmente , le nostre lingue danzano come non mai, poi mi toglie il cellulare dalle mani

-Luke, ci hai interrotto, so che ami Lea e vuoi sentirla, ma non ora. Ti voglio bene bro- chiude la chiamata, ho gli occhi di fuori, Luke mi stava annunciando una cosa importante, non può fare così

-io vorrei ucciderti- lo minaccio incrociando le braccia al petto

-shh- mi sussurra talmente vicino che posso vedere le sfumature dei suoi occhi -so che vorresti farmi ben altro, occhi belli- eh si, certe cose non cambiano, certe cose restano stabili, come il suo provocarmi la scossa elettrica quando mi tocca e infuocarmi quando mi guarda.


-Cazzo, mi hai portata nel ristorante sulla Tour Eiffel - lo abbraccio di slancio non potendo farne a meno

-si, mi sembrava la cosa più giusta da fare, cioè tu sei tu, e tu sei paragonabile alla Tour Eiffel di notte, forse sei persino più bella.- mi dice mentre ci sediamo al tavolo

-Io voglio provarci sul serio Ash, perchè credo che tu sei la mia notte stellata- spero abbia capito la metafora, perchè non glielo dirò apertamente

-sono anch'io innamorato di te, altrimenti, non avrei fatto tutto ciò- mi prende la mano sul tavolo, mentre il mio sorriso cresce a dismisura. Io guardo gli altri tavolini e mi accorgo della vecchietta di stamattina, mi guarda e mi fa l'occhiolino.

-Comunque paragonarmi alla notte stellata, non me lo sarei immaginato, occhi belli. - mi guarda beffardo e scuoto la testa.

Starry Night|| Ashton IrwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora