Prologo

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Era un venerdì sera, e l'ultimo turno alla caffetteria sembrava non finire mai. Il profumo intenso del caffè misto a quello dei dolci avvolgeva l'aria, creando un'atmosfera rilassante. Da quando ho iniziato a lavorare lì, avevo sperato di incrociare qualche volto noto tra i tanti clienti che frequentavano il locale, ma finora era stata solo un'illusione.

Mentre pulisco l'ultimo tavolo, il cellulare vibra nella tasca del mio grembiule. Un brivido mi percorre la schiena. È lui. Lo studio discografico per cui avevo inviato il curriculum per un posto come stagista. Accetto la chiamata con il cuore che mi batte all'impazzato. Cosa mi diranno? Sarò presa? Le mani tremano mentre rispondo.

«Julia Fernandez?», chiede una voce maschile al telefono

«Si, sono io», rispondo, cercando di mantenere una voce calma

«Buonasera, la chiamo dalla Jonas Enterprises. Abbiamo letto il suo curriculum e siamo interessati a lei. Riuscirebbe a venire questo lunedì per un colloquio?»

«Questo lunedì va bene, sì», dico. «Non mi potrebbe dare un piccolo suggerimento per telefono?»

Il tipo al telefono esorta qualche prima di parlare. «Conosce i Jonas Brothers?»

«Sì, sentiti via radio»

«Li conoscerà presto, perchè potrebbe lavorare con loro»

Non saprei cosa rispondere. «Uhm...ok, grazie».

Al termine della chiamata, resto immobile, gli occhi fissi nel vuoto, il cuore in gola. Un sorriso timido si insinua sul mio volto. Ero eccitata, e un po' spaventata. La prospettiva di lavorare nel mondo musicale, e magari con artisti famosi, mi elettrizzava.

Proprio in quel momento, Steph si avvicina al bancone e ordina un caffè. «Allora che succede? Chi era al telefono?», chiede

Stavo per raccontarle tutto quando entra un uomo e ordina anche lui un caffè. Mi giro per prepararli, e i miei occhi si incrociano con quelli dell'uomo. Aveva gli occhi marroni intensi, quasi neri, che mi ricordavano quelli di un cerbiatto. Sento le guance arrossire. Anche perché aveva un qualcosa di familiare.

«Allora??», incalza Steph, facendomi riportare alla realtà.

Mi giro verso la mia amica. «È un'opportunità incredibile», esclamo, entusiasta. «Dovrò andare a parlare con loro lunedì mattina»

«Ma...?»

Esito qualche minuto prima di raccontarle tutto. Finisco di preparare il caffè al tipo accanto a Steph. «Non mi ha voluto dire molto, ma potrei lavorare a contatto con i Jonas Brothers», dico, quando la mia trema e il piattino scivolo, rovesciando tutto il contenuto sui pantaloni del ragazzo. «Oh mio Dio, mi dispiace tantissimo», esclamo, mentre il panico mi attanagliava. L'uomo mi guarda con espressione tra il divertito e l'irritato. «Ma porca puttana», borbotta

«Lascia che l'aiuti»

«Non importa», dice, allontanandosi dalla macchia umida sui suoi pantaloni.

«Facciamo che gli faccio un altro caffè e non glielo faccio pagare. É offerto da me», dico, per scusarmi.

«Non importa. Lascia perdere», dice lui uscendo dalla caffetteria.

Guardo la mia amica ed entrambe scoppiamo a ridere per la situazione appena accaduta. «Che figuraccia!», esclamo, coprendomi il viso con le mani. «E dire che stavo per raccontarti della mia nuova avventura...»

Steph mi guarda con espressione complice. «Non ti preoccupare, amica. Sono sicura che lo rivedrai. E questa volta sarà lui a offrirti il caffè»

«Ma come fai a dirlo?», dico, alzando un sopracciglio

«Ho un sesto senso per queste cose», risponde lei.

Non capisco bene a cosa si riferisca, ma decido di non insistere. Mentre pulisco il disastro che ho combinato, non posso fare a meno di pensare a quegli occhi marroni. Erano così intensi, così magnetici. Quella sera, non riesco a togliermelo dalla testa. Nei miei sogni, lo ritrovo al bar, sorseggiando il caffè e leggendo un libro.

Mi avvicino timidamente... e mi sveglio di soprassalto.

Strangers [Jonas Brothers]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora