Leggo e rileggo il messaggio di Joe un miliardo di volte, incapace di prendere sonno. Ormai lo so a memoria. Alla fine, gli rispondo intorno alle due di notte.
"Sì, vediamoci. Ti va bene domani dopo la conferenza stampa del mio libro?"
Non mi aspettavo una risposta immediata vista l'ora, ma lo vedo connettersi.
"Perfetto. Alle 21 al mio hotel? Ti mando la posizione".
Avrei preferito un luogo più neutro, per evitare ricadute, ma accetto. Poco ricevo un altro messaggio con la posizione dell'hotel, e finalmente mi addormento.
La mattina seguente raggiungo il luogo della conferenza stampa. La sala è gremita, e l'eccitazione nell'aria è palpabile. Mentre mi avvicino al podio, cerco di restare calma e di non pensare all'incontro con Joe. Devo concentrarmi sul mio libro: è la mia opportunità per condividere la mia storia.
Durante la conferenza parlo dei temi principali di "Strangers", e dal processo creativo che mi ha portato a scrivere questo romanzo. I giornalisti sono attenti, e prendono appunti e mi fanno domande pertinenti. Rispondo con sincerità, trasmettendo la mia passione che ho messo in questo progetto.
Alla fine, mi siedo al tavolo e mi preparo per le dediche. La fila è lunga, ma cerco di fare sentire speciale ogni lettore. Firmo copie con un sorriso, scambiando qualche parola con ognuno di loro. Mentre sono concentrata, vedo arrivare Kevin.
«A me non la fai una dedica?», chiede
«Te la meriti? Non ti fai sentire da giorni», dico
«Lo so, sono stato veramente imperdonabile. Ma ho avuto dei casini in famiglia».
Prendo una copia e alla prima pagina scrivo "Kevin Jonas, il migliore amico che si possa desiderare. Con affetto, Julia".
Al termine, Kevin mi invita poi a pranzo e ci rechiamo in un bistrot vicino casa. Ci accomodiamo in un tavolo vicino alla finestra. Kevin ordina un'insalata mentre io un panino semplice al prosciutto.
«Hai impegni per Capodanno?», mi domanda
«Non credo. Perché?»
«Sto organizzando a casa mia un veglione. Se vuoi, puoi unirti»
«Forse, sì, potrei pensarci».
La sera stessa mi preparo per l'incontro con Joe, e l'idea di rivederlo dopo quasi due mesi mi mette in agitazione. Arrivo sotto il suo hotel qualche minuto in anticipo, e il mio cuore batte all'impazzata.
Alle 21 puntuale entro nella reception e chiedo di Joe, poi attendo seduta su una poltroncina rossa. Quando lo vedo scendere, quasi non riesco a respirare. Ha i capelli leggermente più corti. Indossa un maglioncino scuro e dei semplici jeans. Si avvicina a me con un sorriso imbarazzato, e sento i suoi occhi scrutarmi.
«Ciao», dice
«Ciao», rispondo mantenendo una voce ferma. «Come stai?»,
«Bene, grazie. Tu?»
«Agitata, ma bene».
Ci sediamo a un tavolo e iniziamo a parlare. Parliamo di tutto e di niente: la mia presentazione del libro, dei suoi viaggi, e di come sono cambiate le nostre vite negli ultimi mesi. Piano piano, l'ansia sparisce.
«Mi sei mancata», dice Joe improvvisamente. «Lasciarti andare è stato così doloroso, ma mi sentivo tradito. Non sono arrabbiato con te per il libro, ma per il fatto che me lo avessi nascosto. Essere l'ultima persona a scoprirlo mi ha fatto male»
«Lo so, e mi dispiace di non avertelo parlato prima. Avevo paura», confesso. «Mi sei mancato anche tu», aggiungo, sentendo una stretta al cuore.
Ci guardiamo negli occhi, e c'è un'intensità che non avevamo mai condiviso prima. Lui si avvicina, e posso sentire il suo respiro, il calore della sua pelle.
«Julia», mormora, avvicinandosi ancora di più. «Posso?»,
Non rispondo, ma chiudo gli occhi e inclino leggermente la testa. Le sue labbra incontrano le mie in un bacio dolce e delicato, che poi diventa sempre più profondo. Le mie mani trovano la strada verso la sua nuca, e mi perdo in quel momento, dimenticando tutto il testo.
Quando ci stacchiamo, ci guardiamo con un sorriso. Sembra che questi due mesi di distanza non siano esistiti. Eppure, qualcosa è cambiato qualcosa.
«Possiamo riprovarci, Julia. Ricominciare da dove abbiamo interrotto», dice Joe
Non rispondo subito.
«Che c'è? Non ti va?», chiede. Poi abbassa lo sguardo, triste. «C'è un altro?»
«No. È che... in queste settimane Nick e io ci siamo avvicinati, e lui mi ha baciato»
Joe tira un pugno sul tavolo. «Che bastardo. Appena mi allontano, lui se ne approfitta».
Il mio cuore batte forte. La situazione con Joe è diventata complicata, e l'intensità dei suoi sentimenti mi ha colta di sorpresa. Ma poi c'è Nick, che ha fatto breccia nel mio cuore mentre Joe era distante. Sono intrappolata tra due amori, senza sapere quale strada intraprendere.
«Non è colpa sua. È successo e basta. Forse è stata colpa mia, che mi sono lasciata andare».
Joe si passa una mano tra i capelli, frustato. «Io ti amo, Julia. Ero sicuro che anche tu mi amassi ancora»
«Sì, ti amo ancora, Joe», rispondo sincera. «Ma ora ci sono dei sentimenti che non posso ignorare. Ho bisogno di tempo per capire cosa voglio veramente»
Joe annuisce, anche se vedo della sofferenza nei suoi occhi. «Ti aspetterò, Julia».
«Grazie per comprendermi», dico.
Prima di separarci, tiro fuori dal mio zaino una copia del mio libro. «Questa è per te», dico, consegnandola. «C'è anche una piccola dedica»
Joe prende il libro e apra la prima pagina:
"What we feel started way before we ever touched. Knew it right the when I look ed in tour eyes".
«Dalla canzone Strangers. In qualche modo riassume la nostra storia», commento
«Sì. Lo penso anch'io».

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Strangers [Jonas Brothers]
Casuale* NUOVA VERSIONE* Julia è una giovane di 25 anni, appena laureata in Scienze della Comunicazione all'università del New Jersey. Ambiziosa e determinata a costruirsi una carriera, le viene offerta un'opportunità straordinaria: diventare la manager a...