Chapter 8.

268 9 2
                                    

Dopo il concerto di New York, si vola a Seattle, la mia città natale. Non tornavo in questa città dalla fine del liceo. Ho visto mia madre solo poche volte perché sempre venuta lei nel New Jersey. Così, nel tempo libero, decido di andarle a fare una visita a casa. Prendo il mio zaino e mi avvio verso la fermata dall'autobus e allo stesso tempo mi scontro con Joe.

Una volta sull'autobus, mi rendo conto che è molto pieno all'interno. Mi tocca stare in piedi accanto a Joe, uno di fronte l'altro. Lui si teneva a un palo vicino mentre io cercavo di trovare un equilibrio. ‹Puoi anche sorreggerti a me, se vuoi›, mi fa con un sorriso malizioso

‹Non serve› dico.

A costo di non reggermi a lui, preferisco rischiare di cadere. E proprio quando stava per succedere Joe mi afferra velocemente prima di farmi cadere. «Sai, sei talmente testarda a volte», dice mentre continua a tenermi stretta a lui. Il contatto tra di noi è elettrizzante e mi fa sentire vulnerabile. Cerco leggermente di staccarmi da lui. «Grazie».

Lui mi guarda intensamente. «Non voglio che tu ti faccia male», mentre mi tiene ancora per un braccio.

Quando arriva alla mia fermata, scendo ma solo dopo mi accorgo che Joe mi aveva seguita. «Che cosa hai in mente?».

‹Julia!› esclama qualcuno alle mie spalle. Mi giro e vedo mia madre con la busta della spesa. ‹Che sorpresa vederti qua›.

‹Mamma! Sono in zona qua con il tour e stavo venendo a trovarti a casa», confesso poi la abbraccio forte. Poi si accorge di Joe al mio fianco e mi domanda chi fosse.

«Nessuno. Lui stava andando via», dico

‹Non essere scortese con tua madre. Molto piacere sono Joe Jonas. Lavoro con sua figlia. Anzi, lei gestisce la mia band come manager»

Mia madre subito che lo invita a prendere un caffè e lui accetta. Ovviamente, quando ha l'occasione di stuzzicarmi, ne approfitta.

‹Allora, come vanno le cose? Il lavoro come procede?›

‹Bene, il lavoro mi piace», cerco di rimanere sul vago

«È molto brava nel fare il suo lavoro», dice con un sorriso malizioso. Gli tiro un calcio sotto il tavolo per farlo tacere ma lui schiva i miei colpi, ignorandomi

«Si, la mia bambina è così brava, intelligente»

Ho sempre detestato essere al centro dell'attenzione. Il cameriere mi salva quando ci viene a prendere le ordinazioni. Ordiniamo un caffè tutti quanti, poi ordino anche una manciata di pasticcini. Una volta che il cameriere si allontana, mia madre incomincia con l'interrogatorio a Joe.

‹Hai una fidanzata?› domanda mia madre

‹Mamma! Sono cose personali e non si chiedono›

Joe ride. ‹No›

«Peccato. Sembri un bravo ragazzo, ma vedrai che arriverà la ragazza giusta», dice

«Si, arriverà», Mia madre subito che lo invita a prendere un caffè e Joe accetta. Ovviamente, quando ha l'occasione di stuzzicarmi, ne approfitta.

‹Allora, come vanno le cose? Il lavoro come procede?›

‹Bene, il lavoro mi piace», cerco di rimanere sul vago

«È molto brava nel fare il suo lavoro», gli tiro un calcio sotto il tavolo per farlo tacere ma lui schiva i miei colpi, ignorandomi

«Si, la mia bambina è così brava, intelligente»

Ho sempre detestato essere al centro dell'attenzione. Il cameriere mi salva quando ci viene a prendere le ordinazioni. Ordiniamo un caffè tutti quanti, poi ordino anche una manciata di pasticcini. Dopo che se ne va, mia madre incomincia con l'interrogatorio a Joe.

‹Hai una fidanzata?› domanda mia madre

‹Mamma! Sono cose personali e non si chiedono›

‹No›

«Peccato. Sembri un bravo ragazzo, ma vedrai che arriverà la ragazza giusta», dice

«Si, arriverà», guardandomi

«Una persona che ti faccia felice come è successo con Julia. Josh l'ha aiutata tantissima nella sua vita», dice toccando un tasto dolente per me.

«Una persona che ti faccia felice come è successo con Julia. Josh l'ha aiutata tantissima nella sua vita»

Oddio no. Non voglio che parli di questo. «Mamma, no, per favore», dico. Sto cercando di dimenticare il mio passato e già essere qua in questa città dopo anni mi fa male. Joe sembra accorgersi del mio disagio e così non insiste. «Io devo scappare. Ci vediamo dopo, Julia»,

«Sì, a dopo».

Beve velocemente il suo caffè prima di lasciarci solo noi. ‹Mi piace quel ragazzo› dice.

Non ho intenzione di parlare di Joe con lei, così cambio argomento e le chiedo di papà. «Ci siamo separati io e tuo padre» mi confessa.

«Cosa? E perché»,

‹Non andiamo più d'accordo come una volta. Forse non lo siamo mai stati, ma stiamo stati insieme per te e tuo fratello che eravate piccoli e non volevamo crearvi nessun problema. Ma adesso che siete cresciuti e fate ognuno le proprie vite, non vedo il perché continuare a stare con tuo padre›

‹Non nego che un pochino mi dispiace, ma se questa è la vostra decisione io non posso che accettarla. Vorrò bene ad entrambi anche se sarete separati› dico, ‹glielo avete detto a Frederick?›

Frederick è mio fratello maggiore e vive in Canada. «Ancora no», mi dice.

Guardo l'ora sul cellulare e segnano le sette meno quarto. Devo rientrare in hotel a cambiarmi, così saluto mia madre e mi dirigo verso l'albergo. Sono contenta di aver rivisto mia madre ma non avrei mai immaginato che tirasse fuori quel tema proprio davanti a Joe. Non voglio che mi guardi con pena. Ho scritto un messaggio a Nick dicendogli che non sarei venuta stasera al palazzetto per via del mal di testa.

Intorno a mezzanotte circa, quando stavo già sotto le coperte a leggere un libro, bussano alla porta. Andando ad aprire vedo che è Joe. «Come stai?»

«Bene. Avevo solo un breve mal di testa»

«Io non voglio farmi gli affari tuoi ma ho visto che eri un po' a disagio, da quando siamo arrivati a Seattle. È successo qualcosa?»

«Sono cose mie del passato. Non mi piace riviverle»

«Capisco», dice. Tace qualche secondo prima parlare, lasciandomi a bocca aperta. «Tu mi piaci, Julia. Mi attrai. Mi addormento pensando a te e mi sveglio pensando a te. Cerco in tutti i modi per starti vicino, anche solo per discutere o prenderti in giro».

Il mio cuore accelera e dovrei dirgli che anche a me passa lo stesso ma non trovo le parole.

«Non mi aspetto che tu mi dica che senti lo stesso. Non voglio costringerti perché so che sei felice con il tuo ragazzo», dice, «buonanotte», poco prima di uscire.

Rimango immobile per qualche minuto, poi mi sdraio sul letto e mi copro la faccia con un cuscino. Chi se lo sarebbe mai aspettato che Joseph Adam Jonas potesse innamorarsi di una come me? 

Strangers [Jonas Brothers]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora