Chapter 3. JOE's pov

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L'idea di condividere la stanza con Julia non mi entusiasma tanto. Non posso credere che una ragazza così attraente sia allo stesso anche così innocente. Trovo quel suo sorriso letale ogni volta. Sono chiuso in bagno, non solo per lavarmi, ma per aspettare che mi passi l'erezione che mi ha fatto venire quando per sbaglio la sua maglietta sì leggermente alzata, rilevando un accenno di seno.

Cazzo, devo riprendermi. Ho 30 anni, mica 15.

Quando finalmente esco, sono in boxer e lei sembra leggermente imbarazzata nel vedermi. «Cosa diamine fai così conciato?», dice lei

«Forse, preparando?», dico

«Non puoi presentarti in questo modo. Non sei solo in camera»

«Perché? Il tuo fidanzato è geloso?»

«Non potrai mai competere con Josh», dice, ma so che mente.

«Vorrei lavarmi, potresti uscire? Vorrei un attimo di pace e privacy?»

Glielo concedo. Si chiude in bagno velocemente, girando la chiave. Mi vesto poi mi sdraio sul letto accendendo la televisione. Non avevo capito che Julia voleva che io uscissi dalla stanza, mentre si cambiava. «Cosa ci fai ancora qua?», dice uscendo dal bagno con un solo asciugamano addosso, stringendolo forte a sé

«Vorrei un po' di privacy, se mi è concessa»,

Mi alzo dal letto e spengo la televisione. «Ok, come vuoi», dico. Ma prima di avviarmi verso la porta, mi avvicino e la stuzzico. «Comunque, ti si vede...»

«FUORI!».

Mi diverto tantissimo a farla innervosire. Così esco dalla stanza e mi ritrovo a gironzolare per l'hotel, con un sorriso sulle labbra. Al bar, trovo i miei fratelli che stanno sorseggiando un drink. «Fammi indovinare. Ti ha cacciato dalla stanza», dice Kevin, con un sorrisetto

Chiamo la barista e mi ordino un negroni sbagliato, doppio.

«Come va la convivenza?»

«Un disastro», dice Julia al posto mio.

Appena mi giro, rimango senza fiato. È incantevole con quel vestito lungo e dorato. Mi ricorda Alexandra, la mia ex, che ne portava uno simile la prima volta che ci siamo incontrati. Non porta mai bene quel colore. Non ho ancora superato la separazione e non devo farmi coinvolgere da Julia.

«Ovviamente, sia l'ultima volta che condivido la mia stanza con lui», dice lei

Si avvicina al bancone e ordina uno spritz mentre io ordino un altro negroni, bevendolo tutto d'un fiato. Li raggiungo al van per portarci al ristorante. Noto con una punta di fastidio gli altri uomini che guardano Julia con desiderio mentre le passava accanto. Se fossi Josh, starei attento.

‹Joe, vuoi restare per tutta la cena lì impalato?› dice Nick, quando arriviamo al ristorante

Non mi ero reso conto che sono rimasto in piedi tutto quel tempo. Faccio per accomodarmi, vicino a Julia. «Stai bene?», mi chiede lei

«Si»

‹Siete carichi per il vostro primo concerto di ritorno?› dice lei

‹Carichi, e faremo le cose in grande. Non baderemo a spese› dice Kevin

‹Si, infatti ho notato quando ho dato un'occhiata al foglio dei costi› dice

Appena ci arriva il vino, ce ne versiamo ognuno nei propri bicchieri e facciamo un brindisi.

‹Al tour e che tutto vada per il verso giusto› dice

‹Al tour› diciamo.

Dopo cena, torniamo in hotel e Julia si ritira in camera mentre noi decidiamo di farci un altro giro di drink.

«È fantastica, Julia, voi che ne pensate?», dice Kevin

«Niente male», dico

«Solo niente male?»

Alzo le spalle. «È passabile come ragazze, ma come manager è ancora da vedere», dico.

Più tardi, ci ritiriamo nelle nostre stanze. Faccio un respiro profondo prima di entrare, sperando che Julia stesse dormendo. Invece, è sveglia e sta leggendo un libro. Mi chiudo in bagno per lavarmi, poi mi svesto e mi infilo sotto le lenzuola, cercando di toccarla il meno possibile. Prendo il libro dal mio comodino e incomincio a leggere, ignorando i battiti accelerati del mio cuore.

«Come mai tu e la tua ragazza avete litigato?», dice, all'improvviso.

Non mi aspettavo questa domanda. «Non abbiamo litigato. Lei mi ha lasciato con un biglietto sul tavolo», dico. «Evidentemente, voi donne siete così brave a lasciare un uomo dopo che vi ha fatto una proposta»

«Magari lei non era pronta di sposarsi»,

«Poteva parlarne con me, non lasciarmi così».

Lascio il libro sul comodino e mi siedo sul letto, dandole le spalle.

‹Oddio, non ti metterai a piangere adesso?›, dice lei. La sento alzarsi a letto e poi si siede accanto a me. Tiro fuori la scatolina dallo zaino accanto a me e gliela mostro.

‹Questo l'avevo comprato per lei, poi me l'ha lasciato sul tavolo della cucina con un biglietto». Julia la apre e rimane a bocca aperta. Ci ho speso un sacco di soldi per comprarlo. È un anello semplice, piccolo ma molto bello. ‹Avevo preparato tutto: la musica, la tavola per due e avevo scritto persino il discorso. Tutto buttato via›.

Gli occhi mi si riempiono di lacrime nel ricordarmi quel momento. Appoggio la testa sulla sua spalla e le lacrime scorrono senza che possa fermarle.

«Odio vedere piangere i maschi› esclama, e questa frase mi fa sorridere leggermente.

Alzo lo sguardo verso di lei e noto quanto è vicina. Le sue labbra sono così belle e così invitanti. Cerco di reprimere l'impulso di baciarla, ma alla fine cedo e le sfioro le labbra con le mie. Lei rimane immobile, forse sorpresa, poi si allontana bruscamente. «No, hai interpretato male il gesto›, dice. «Io sono fidanzata»

Non so se lo dice per tenermi lontano o per altro. Se ne torna dalla sua parte del letto. «Buonanotte», dice mentre spegne la luce nel suo comodino.

Io non riesco a dormire. Mi alzo e mi chiudo in bagno. Ho di nuovo un'erezione e devo fare qualcosa. Non posso andare a dormire così. Apro il rubinetto e faccio l'unica cosa che potessi fare: mi masturbo. Una volta venuto, mi lavo e torno a letto. 

Strangers [Jonas Brothers]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora