12. Namjoon

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I ragazzi sono andati.
Finalmente un po' di quiete, questo tipo di giornate mi sfiniscono più delle ricognizioni del territorio.
Per carità mi piace passare del tempo con Jungkook e Taehyung, quello che rende tutto dannatamente pesante è vederli con i loro compagni.

Invidio il loro rapporto.
Come si prendono cura l'un l'altro...
Si amano e oggi Jimin non ha fatto altro che guardarli confuso come se il loro rapporto fosse quasi eresia.
È stato cresciuto in una famiglia di alpha e in questo modo ha avuto solo una visione della sua vita, ma io voglio farli capire che il suo essere un omega non lo costringe a essere solo questo ma molto altro.

Apro la porta del bagno dove lo avevo visto entrare circa una mezz'ora fa e lo vedo rannicchiato su se stesso, singhiozza e per qualche motivo, anche se ci conosciamo a malapena mi si stringe il cuore.
Mi avvicino cautamente ma sembra che la mia presenza lo metta in panico.
I suoi battiti accellerano e nasconde ancora di più il viso sotto le braccia sulle ginocchia.
"Jimin..."

"Non ce la faccio ad essere ciò che vuoi...
Mi dispiace tanto ho fallito!" Singhiozza forte.
"Per te è tutto rendermi felice?" Chiedo e voglio una risposta sincera anche se conosco la risposta, voglio solo che lo dica.
"S-si..." sussurra "Mi rende felice vedere che sei soddisfatto e felice quando vedi che faccio qualcosa di buono..."
Sospiro.
"Non voglio che tu penda dalle mie labbra...
Voglio che...
Non lo so una giusta combinazione tra la tua obbedienza e l'essere te stesso...
Voglio che tu sia rispettoso e obbediente, ma voglio anche che se non vuoi fare una cosa o la voglia fare tu faccia ciò che desideri...
Io non voglio un omega piatto, voglio un omega che mi faccia fare le capriole al cuore.
Voglio un compagno che mi ami e che mi guardi come se fossi la cosa più meravigliosa che esista.
È possibile?"

Alza lo sguardo e mi guarda sorpreso.
Tira su con il naso e altre lacrime scendono sulle sue guance.
Mi avvicino sedendomi davanti a lui e gli asciugo le lacrime con un fazzoletto delicatamente.
"Soffia" sorrido leggermente e lui lo fa.
Gli pulisco il naso e butto il fazzoletto.
"Voglio credere di aver fatto la scelta giusta per cui...
Perchè non provare forse a venirci incontro?
Passiamo del tempo insieme e vediamo come va.
Lo so che sono tanto impegnato ma voglio provare a rendere possibile un rapporto tra di noi".

Annuisce con un piccolo sorriso.
"Ora lavati il viso e vai—"
Prima che finisca la frase un tuono assurdamente forte si sente provenire da fuori e la corrente salta.
Merda.
"Jimin...?"

Non risponde sento solo dei guaiti disperati, segno che si è trasformato.
Deve avere paura dei tuoni, sta venendo giù un bel temporale...
Un lampo mi permette di vederlo e subito dopo si copre le orecchie con le zampe quando un'altro bel tuono viene giù.

"Piccolo... è tutto ok..."
Mi avvicino ma lui continua a guaire disperato.
"Vuoi che mi trasformi?"
Questa è una prova.
Tra quello che vuole lui e quello che sarebbe giusto.
Esita ma quando si sente un'altro tuono annuisce tremando.
Sorrido leggermente e mi trasformo.
"Andrà tutto bene, andiamo sul letto ti va?"
Annuisce di nuovo e anche se paralizzato dalla paura dopo aver passato il muso sul suo per tranquillizzarlo, riesco a portarlo a letto.

Si rannicchia facendosi ancora più piccolo e anche io salgo sul letto circondando il suo corpo con il mio.
Gli lecco il muso e gli sussurro parole di conforto mentre lui si nasconde nel mio manto, spaventato dai tuoni.
"Ci sono io qui a proteggerti piccolo, nessuno ti farà del male, lo prometto".

Queste mie parole gli fanno alzare lo sguardo facendolo incontrare con il mio e drizza le orecchie che prima aveva abbassato.
Mi guarda intensamente e poi struscia il muso sul mio leccandolo timidamente.
Non servono parole, i suoi gesti parlano da sè e questo omega, Park Jimin ha appena deciso che sarebbe diventato il mio compagno.

Spring Days [Nammin]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora