I'm not important

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Un leggero e improvviso vento mi solletica la pelle, ricoprendo il mio corpo di brividi. Apro lentamente gli occhi, lasciando che si abituino alle prime luci del mattino e mi guardo intorno; incredula di essermi addormentata. Non c'è nessuno in spiaggia al di fuori di noi, esattamente come la sera precedente. Osservo il volto rilassato di Jonathan, che ancora dorme; ha le labbra carnose leggermente socchiuse e i riccioli neri ricoperti di sabbia, che gli ricadono sugli occhi chiusi. Scosto i suoi capelli scoprendo ancora di più il suo viso e ripenso alle sue labbra, a un soffio dalle mie. I miei pensieri vengono interrotti dalla sua voce, che pronunciano parole incomprensibili. Comincia ad agitarsi così cerco di svegliarlo, ma le uniche parole che pronuncia sono "non puoi andartene, ti prego resta." Finché non si sveglia affannato a causa dell'incubo. Mi guarda con i suoi occhi che hanno una luce diversa dal solito, sono spenti, freddi, privi di emozioni e fa male vederli. So cosa si provi in quell'istante dove tutto ti sembra perso, dove tutto non ha più un senso. Provo a dirgli qualcosa ma non me ne da il tempo, perché scosta avidamente le mie mani dalle sue spalle e si alza in piedi, passando più volte la mano tra i capelli, segno che è nervoso.
~ cosa hai sentito?~ domanda bruscamente
~ hai detto solamente: non andartene ti prego resta, non so a chi ti riferissi, non ho sentito il nome.~
~è meglio se andiamo~ non capisco perché sia tanto arrabbiato con me.
Comincia a prendere la sua roba e senza degnarmi di uno sguardo inizia ad andare verso la macchina. Lo seguo mantenendo un po' di distanza tra di noi e penso a chi si riferissero quelle parole. Sfreccia ancora una volta per le strade senza dire una parola, finché non ferma l'auto davanti alla porta della villa.
~scendi~
~no~
~ Arya non ho voglia di starti a sentire ora quindi scendi~
~ perché te la prendi con me, non ho fatto niente. Voglio solo aiutarti, so cosa stai provando lascia che ~ non mi da il tempo di finire la frase che si gira verso di me e risponde guardandomi dritto nei occhi
~ tu non sai proprio niente! Smettila di intromettermi in cose che non ti riguardano. Non voglio il tuo cazzo di aiuto! Non sei nessuno per me Arya, solo perché abbiamo passato la notte insieme non vuol dire che tu sia importante! ~
~ ieri sera non mi sembrava che la pensassi così. Dopo tutte le cose che hai detto~
~apri gli occhi Arya, il mio unico scopo era portarti a letto, ma sei crollata prima del previsto e io non sono uno che si approfitta delle ragazze, sono loro a venire da me e lo avresti fatto anche tu. Sei così ingenua.~
~sei uno Stronzo Jonathan fai veramente schifo!~ dico dandogli uno schiaffo. Sento la mano pulsare per la forza che ho usato ma non me ne pento.
~ la piccola Arya non se lo aspettava è ? Non ti metterai a piangere spero ~
~ no coglione, non meriti le mie lacrime, cosi come non meriti la mia attenzione o quella di chiunque.~
Scendo dall'auto sbattendo lo sportello ed entro in casa senza più guardarmi indietro. Chiudo la porta fortemente ignorando la possibilità di svegliare Ethan o mio padre e vado direttamente in camera. Mi siedo sul letto accendendo il telefono e ignorando i messaggi di Ethan noto che sono solamente le sei. Non riuscendo a prendere sonno decido di farmi una doccia, ma solo in quel momento noto di avere ancora addosso la maglietta di Jonathan con il suo profumo. La tolgo gettandola da qualche parte nel bagno troppo arrabbiata per pensare a lui, ed entro nella doccia strofinando più volte la pelle per togliere ogni sua traccia dal mio corpo. Uscita dalla doccia mi vesto con una semplice tuta nera e una maglietta corta, anch'essa nera.

 Uscita dalla doccia mi vesto con una semplice tuta nera e una maglietta corta, anch'essa nera

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