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Jack

"Eh? Perché avrebbero dovuto portarla lì?"

E se invece l'avessero portata proprio lì.

Guardo spaventato Luciana e Giovanni.

"Dobbiamo provare! Forza andiamo all'aeroporto!" Luciana prende la sua borsa e dei soldi.

Vado di corsa in camera e mi cambio. Vesto Zoe e in meno di due minuti, siamo già in macchina verso l'aeroporto di Linate.

"Abbiamo bisogno di 4 biglietti, per il primo aereo per la Sardegna!" Luciana quasi urla a un'hostess.

"Signora si calmi, c'è un aereo alle 6.30." Le risponde tranquilla la ragazza.

"Cos'hai da guardare?" È Zoe a parlare.
Si sta riferendo all'hostess, ci stava guardando?

"Come scusa?" Gli chiede lei, come se fosse caduta dalle nuvole, solo in quel momento.

"PERCHÉ STAVI GUARDANDO JACK?" Ora ho capito!

"Zoe, non ti preoccupare."
La prendo in braccio e gli do un bacio sulla fronte.

Lei annuisce e si gira verso la ragazza.
E la sua faccia diventa tutta rossa dalle rabbia.

"LA PIANTI DI GUARDARE JACK!!
LUI È GIÀ OCCUPATO!!
PENSA PIUTTOSTO A DARCI STI CAVOLO DI BIGLIETTI!!"

L'hostess guarda con quasi gli occhi fuori dalle orbite, la mia piccoletta.
Zoe è diventata tutta rossa, si è davvero arrabbiata!

"Ehm..." Digita qualcosa sul computer davanti a lei e prende dei fogli dalla stampante. "Ecco a voi 4 biglietti per il volo delle 6.30."

Luciana glieli strappa di mano e si incammina verso la zona imbarco.
Noi la seguiamo.
Mentre cerco di raggiungerla, mi giro verso l'hostess.
Mi sta guardando il sedere!
La guardo in cagnesco, ma lei è troppo occupata...

"VEDI CHE TI STA GUARDANDO!!"

"Zoe, tranquilla. Sono arrabbiato anch'io, ma non è importante.
La cosa importante è trovare Denise e Scott."

"Hai ragione Jack. Scusa, ma ero arrabbiata perché Denise è stata rapita e allora ho sfogato la mia rabbia su quella RAGAZZA!"

Arrivati alla zona imbarco, andiamo al bar per fare colazione.

Finito di mangiare, ci sediamo nei pressi della zona imbarco.

Zoe si appoggia sul mio petto e inizia a piangere.

"Jack...troveremo....troveremo Denise e...e Scott?"

Mi guarda negli occhi. Sul suo piccolo viso le lacrime, scendono veloci.

La stringo forte e gli accarezzo i capelli neri come quelli di Denise, fino a quando non si addormenta.

Delle lacrime sfuggono anche a me.

Luciana continua a camminare per tutta la sala avanti e indietro.

Incece Giovanni, che è seduto accanto a me, continua a muovere il piede su e giù.

Dalle 5.30 iniziano arrivare i passeggeri che prenderanno il nostro aereo.
Sono tutti sorridenti e felici di andare in Sardegna. Anche se hanno dovuto alzarsi molto presto, sono tutti sorridenti.

Alcune persone vedendoci in lacrime ci guardano facendoci un sorriso.

"Mamma, perché quelle persone piangono? Non sono felici di andare al mare?" Un bambino dell'età di Zoe, si rivolge alla sua mamma.
La signora che fino a poco fa non prestava attenzione a noi, si gira nella nostra direzione. Ci fa un sorriso di circostanza e si allontana, trascinando la bambina.

Non c'è la faccio più a vedere tutte queste persone felici.
Decido di provare a chiudere gli occhi.

Cosa ci faccio qui?
Cos'è questo posto?
Sono in un prato tutto bruciato, di una casa stata vittima del fuoco.

Sento delle voci venire dall'interno.

Inizio a camminare, dirigendomi verso le voci.

Avvicinandomi inizio a capire delle parole.
"Jack! Jack!"

Denise?
È Denise che mi chiama?

"Jack!"

È Denise!

"Denise! Arrivo!"

Entro in casa  abbattendo la porta, ormai distrutta dalle fiamme.

"Jack!"

"Denise! Dove sei?"

Guardo quello che dovrebbe essere stato un soggiorno.

Denise non c'è.

La cucina. Non è nemmeno qui.

Attraverso un corridoio.

"Jack!"

La voce viene da una stanza sulla sinistra.

"Denise! Sono qui!" Apro quello che era una porta e entro.

Subito vedo Denise, sotto alla finestra. Seduta a terra che piange.

"Denise!" Mi butto per terra accanto a lei e la abbraccio.

"Lasciami stronzo!" Si libera dal mio abbraccio e si alza.

"Denise?"

"Sei solo uno stronzo! Mi hai lasciata morire!" È rossa dalla rabbia.

"No! Non è vero! Sono qui." Cerco di abbracciarla.

Ma lei mi scansa.

Mi guardo con un sorriso da assassina, che mi fa indietreggiare di due passi.

"Questo è solo un sogno!" Fa un passo verso di me. "Nella realtà, io sono morta!"

Lei continua ad avvicinarsi e mi blocca al muro.

"No non è vero! Tu non sei morta!" Gli dico tra le lacrime.

"Si sono morta! Ed è tutta colpa tua!"

Un Amore In Un Incubo ~(In revisione)~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora