Non so quanto tempo sia passato, giorni, mesi o addirittura anni. Ho perso completamente la cognizione del tempo.
Mi mancano tutti, la mia famiglia, i ragazzi, i miei amici.. Piero.
Sono giorni che sono chiusa qui dentro e in alcuni momenti penso che resterò qui per sempre, sono in un posto praticamente sperduto, chi potrà trovarmi qui? Chi?
Ho bisogno di correre lontano da quell'essere che si definisce 'Uomo' e di vivere in mezzo si sorrisi delle persone che amo, di poter abbracciare al più presto gli amici e la mia famiglia. Ne ho tanto bisogno in questo momento, ma ho come la sensazione che quel momento sarà impossibile da vivere.È da poco passato il tramonto quando sento la chiave girare nella toppa dal lato esterno della porta, la quale mi fa sussultare. Anche se con rassegnazione so già che si tratta di Lorenzo.
Si guarda intorno e ha un ghigno sulla faccia che mi mette paura."Hai dormito bene, tesoro?"
"Risparmia la gentilezza, Lorenzo. Che sei venuto a fare?"
"Ehi, non rispondermi in questo modo!"
"E come dovrei rispondere? Dovrei essere gentile con te dopo che mi hai rapita il giorno del mio compleanno?"
"Rapita? Ohhh che parolone!! Come vedi ti ho portata in un bellissimo posto dove potremo rilassarci insieme.. non sei contenta? Dovresti esserlo, con il tuo tenorino eri costretta a una vita frenetica, ora puoi pensare di più a te stessa ma soprattutto puoi dedicarti completamente a me"
"Non nominare Piero! Con lui era una vita bellissima! E non pensare che io ti possa amare con questa tua uscita perché mi fai solamente schifo!"
Neanche il tempo di finire la frase che mi arriva un fortissimo schiaffo sulla guancia.
Lui inizia a urlarmi contro mentre calde e copiose lacrime iniziano a segnarmi il viso."E invece no! Dimentica il tuo passato perché niente e dico niente ti potrà salvarti! Niente!" L'ultima parola la urla suscitando in me un pianto incontrollato.
Mentre sono scossa ormai da singhiozzi violenti, lui si avvicina e tenta di leccarmi e baciarmi il collo.
Ma non appena la sua lingua sfiora per un secondo la mia pelle, un senso di nausea mi colpisce.Lorenzo percorre il mio corpo con forza e io mi divincolo sotto di lui riuscendo poi dopo vari tentativi a togliermelo di dosso e rannicchiarmi in un angolo in modo da stare il più lontano possibile da quell'essere.
La sua mano si stringe sul mio braccio con violenza e il suo volto si contrae.
"Impara a fare la strafottente!" Un altro schiaffo mi colpisce in pieno viso facendomi chiudere gli occhi e poi sento la serratura scattare. Finalmente è uscito da qui.***
Le ore in questa piccolissima stanza passano lentamente. Ormai non ho più la cognizione del tempo, tutte le ore sono uguali l'una con l'altra.
Sei albe e sei tramonti ho visto passare dalla finestra. Questo si giudica che sono qui da circa sei giorni. Sei maledettissimi giorni.
Lorenzo si presenta nella mia stanza più o meno sempre alla stessa ora. Ogni giorno e un appuntamento che va dalle due alle tre volte al giorno. Una per portarmi il pranzo e una dopo il tramonto quando il cielo inizia a scurirsi.
Le persone là fuori iniziano a impigiamarsi per mettersi sotto le coperte. Tutti tranne me.
Non riesco a chiudere occhio. Sono stanca, il mio corpo mi sta chiedendo una tregua, ma appena chiudo gli occhi una serie di pensieri terribili mi travolgono.
Resto per tutta la notte rannicchiata nel letto, tenendo le ginocchia al petto e guardando il cielo stellato che di solito mi tranquillizza ma qui mi inquieta soltanto.
Del resto, il mio pensiero fisso è il terrore che lui possa farmi male. So perfettamente qual è il suo obiettivo.
Ho paura.
Ho paura.
Paura matta di tutto.Due giorni dopo la situazione è sempre uguale anzi forse è peggiorata. Lorenzo è diventato ancora più violento.
Lorenzo è appena entrato nella stanza, si stende su di me e bloccandomi le braccia con la sua presa forte, inizia a leccarmi il collo con la sua lingua viscida.
"No, Lorenzo, smettila"
Non ricevo risposta, ma in compenso mi stringe le braccia ancora di più.
"Basta, cazzo!" Urlo ma lui non mi ascolta continua a inchiodarmi al letto.
Non potrà mai assomigliare al tocco di Piero, quel tocco delicato e pieno d'amore che mi manca da morire.
Tutto di lui mi ha sempre provocato in me un sensazione di felicità. Una felicità, un benessere che in questo momento sento molto lontano e ho come l'impressione di non poterlo vivere mai più.
Sono una stupida, io e la mia testardaggine!
Se magari quella mattina avessi parlato delle minacce di Lorenzo, forse ora non sarei qui.In un suo movimento, dalla sua tasca anteriore dei pantaloni scivola fuori un telefono di vecchia generazione che cade per terra.
Lorenzo sembra non accorgersene e per un attimo vedo un piccolo e minuscolo barlume di speranza.Appena Lorenzo esce dalla stanza, prendo il telefono trascinandomi e con le mani tremanti digito velocemente il numero di Piero, è l'unico che mi ricordo a memoria in questo momento.
"Pronto?" Risponde quasi subito, con un tono di voce calmo.
Oh mio Dio, sentire la sua voce è qualcosa di bellissimo in questo momento.
"Piero.. sono Ludovica" sussurro con voce tremante.
"Lulu! Amore mio!" Lo sento gridare stupito.
"Piero.." sono felice di sentire la sua voce è sono sollevata da quell' 'Amore mio' che ha esclamato appena ha sentito la mia voce. Dopo quel messaggio che Lorenzo gli ha scritto, mi aspettavo tutt'altro.
"Cos'è successo? È stato Lorenzo, non è vero?" Come al solito, riesce a capirmi senza che io dica ciò che è successo realmente.
"Si, mi ha portata da qualche parte ma non so dove, Piero non lo so, ma mi manchi tanto" inizio a singhiozzare.
"Nica, ascoltami, ti troveremo okay? Ti riporterò a casa, stai tranquilla.."
Finisce la frase ma sento dei passi avvicinarsi alla porta della stanza.
Stacco la chiamata velocemente e nascondo il telefono nella scarpa.Il peggio deve ancora avvenire.
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So far but close ~ Il Volo {Piero Barone}
أدب الهواةQuando ero piccola mia madre mi disse che un giorno avrei incontrato una persona a cui avrei donato tutta me stessa e che gli avrei donato qualcosa che tutti chiamano Amore. ATTENZIONE • Fatti, personaggi secondari e luoghi sono frutto dell'immagina...