~ chapter 4 ~

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*Michael's pov*
"L-Luke?"
"si, amore, sono qui"
"o-okay"
rilasso i muscoli e chiudo di nuovo gli occhi, cullato dalle sue carezze. "L-Luke?" balbetto nuovamente. "mhh?" apro gli occhi, è seduto sul mio letto, le sue nocche fredde mi accarezzano le guance, ormai arrossate. "t-tu stai bene?" annuisce e si protrae verso di me dolcemente:"ora che ci sei tu, si". il ragazzo biondo avanza verso le mie labbra, finché non le fa scontrare con le sue. ad un tratto sento il bisogno di averlo più vicino, perciò prendo il suo viso tra le mani e gli mordo il labbro, facendolo avvicinare quanto può. mi bacia avidamente, appoggiando la sua mano sulla mia, mentre le nostre lingue si accarezzano. sento le gote andare ancora di più a fuoco, mentre lui si stende lentamente su di me. "L-Luke" dico "ho bisogno di te." si limita a sorridere, per poi avvicinarsi di nuovo alle mie labbra. sembra così sicuro, che quasi prende il sopravvento su di me. mi passa le mani tra i capelli, pettinandoli e attorcigliandosi tra le dita, sorridendo sulla mia bocca. si allontana di nuovo per guardarmi negli occhi, mentre gioca con il suo piercing, solo ora noto quanto gli dona quel piccolo anellino nero. se lo prende tra i denti e ghigna maliziosamente: fino ad ora l'avevo visto come un tipo riservato, chiuso, scontroso, ma ora, qui, è così bello e sicuro di se, che quasi temo per ciò che potrebbe farmi.
il suo contatto già mi manca, perciò lo prendo per il colletto della maglia dei Nirvana che indossava anche ieri e lo porto sulle mie labbra, baciandolo con passione. quando ci stacchiamo per prendere un respiro, stringo ancora il tessuto tra le mie dita. non voglio che se ne vada, ma lo sento sempre più lontano e leggero, come se stesse scomparendo. lui mi lascia dei tranquilli baci sul collo, ma io sono preoccupato:"Luke, non te ne andare.." mi passa un dito sulla clavicola "sono sempre qui".

ehi, che è successo?

sono nel letto, solo, e ho freddo.

"Luke?"

merda. era solo un fottuto sogno.
mi tiro su, sospirando. che mi sta succedendo? mi sento vulnerabile. no, non devo pensare a lui. lo conosco appena. Michael Gordon Clifford, concentrati sulla tua fuga.
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*Luke's pov*
i giorni passano così veloci che non so da quanto tempo sono qui. quando è venuto Michael da me? ieri? una settimana fa? l'altro ieri? è venuto due volte, in realtà. o era una sola? che casino. ho voglia di una bottiglia di rum. perché ho le guance bagnate? quando ho pianto? accidenti, che mal di testa.
mi alzo dal letto dolorante, stropicciandomi gli occhi. il letto cigola, ma non ne faccio più caso. mi sono abituato a stare qui. vorrei andarmene, è vero, ma niente va mai come spero, quindi mi abituo.
mi mordo il labbro, mi serve una lametta. ora.
in fondo sono una persona ottimista, perciò non ho mai tentato il suicidio, spero sempre che le cose cambino. ma forse è un difetto, non lo so. però se devo stare qui tutta la vita, allora preferisco morire.
mi hanno sempre detto che ho un bel sorriso, ma è da un po' che non sorrido, in realtà. anzi, adesso che ci penso, Michael è riuscito a farmi sorridere. non so perché lui ci riesce e gli altri no.. forse perché è simile a me? avanti, che sto dicendo? siamo entrambi rinchiusi qui, è vero, ma lui è diverso, è allegro, pieno di spirito e speranza, prova ancora a scappare, si sente libero, indipendente, io invece mi sento sottomesso da tutti. forse dovrei imparare da lui? ma come faccio?
eppure Michael ha quel tipo di braccia in cui mi perderei volentieri, per scappare dal resto del mondo. perché diciamocelo, a chi importa se è troppo peloso? quello che conta è che mi faccia stare bene.
ma tanto non sarà così. non entrerò mai tra quelle braccia.
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c'è il sole, ma ormai viene buio presto. fa freddo. afferro una felpa che mi ha portato mia madre e la infilo controvoglia. perché quella donna non mi lascia in pace? però ho freddo. mi accorgo che nella mi vita ci sono stati troppi punti di domanda, troppe cose che non ho compreso, perciò scuoto la testa e mi perdo nell'immensità del cielo che si sta scurendo. un volta, prima che scoprissi di essere omosessuale, la mia ragazza mi aveva detto che i miei occhi sembravano il cielo di novembre. mi chiedo se lo pensasse davvero. mi chiedo cosa si prova, ad essere amati.
ecco, degli altri fottuti punti di domanda. li ucciderò tutti, prima o poi.
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ciaaaaao cari lettori 😎
allora, i capitoli sono un po' corti, anzi, fottutamente corti, ma è questo lo scopo, dev'esserci suspance (o si scrive suspense?), cett cett.. ora non vi voglio annoiare. voglio che sia più lunga dell'altra Muke, comunque.
come avrete capito la storia è ambientata in un manicomio, nel ventesimo secolo, visto che ora non esistono più. quindi iiiio sto cercando di far sembrare Mikey e Luke un po' pazzi, ma alla fine saranno solo pazzi d'amore ahaha ^^
spero vi piacerà l'idea, voglio soffermarmi sui loro pensieri, su come piano piano si innamoreranno pazzamente e insanamente l'uno dell'altro.
poi però succederanno mooolte cose, ho già tante idee!
beeeene, mi levo bye xx

Psychopath Love. || MukeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora