7 ~ me lo prometti?

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*Michael's pov*
Dio Cristo, stanotte non ho dormito per niente. ho pensato tutto il tempo alla fuga, sto impazzendo. che cosa ironica da dire in un manicomio, eh? eppure ci calza a pennello. sono agitato, ma anche impaziente. Ashton non deve fare cazzate è tutto andrà bene. che giorno è oggi? il 20 novembre? il tempo è volato, quando mi hanno portato qui era settembre e l'estate stava finendo. ora invece fa freddo, viene buio presto e.. ah già, è il mio compleanno. ma solo io lo so, nessun'altro. è da tanto che non festeggio il compleanno, ma non m'importa. canticchio tra me e me 'tanti auguri' e mi affaccio alla finestra. beh, per modo di dire, perché è chiusa. a quel punto entrano i soliti medici con la colazione, ed io mangio controvoglia. speravo avessero finito di rompermi le scatole, invece qualche minuto dopo la segretaria apre la porta senza bussare, e si avvicina a grandi passi verso di me. appena la riconosco sfoggio un grande ed incontenibile sorriso: amo quella donna. è una signora di mezza età, anche se è rude so che è affezionata a me, mi vuole bene. e so anche che non è qui perché l'ha mandata qualcuno; avrà inventato una scusa. lei mi crede così pazzo da essere sano, e dice che le ricordo molto suo figlio. si è suicidato a vent'anni. forse è per questo che le sto a cuore. "signora Smith" esclamo gettandole le braccia al collo con teatralità "da quanto tempo. lei ha un cognome davvero comune. è fottutamente comune, gliel'ho già detto?" la donna mi spinse indietro, ma suo malgrado sorrise. "si Clifford, me lo dici ogni volta" spostò lo sguardo sul foglio che teneva in mano "ero in ferie per una settimana. ora, sono qui per due motivi. uno, è stata applicata una modifica sulla tua diagnosi. guarda qua che roba:"gravi disturbi mentali che attentano all'incolumità altrui". era solo per fartelo sapere. sei messo così male sulle carte". sorrisi amaramente, maledicendo chiunque avesse scritto quelle cose. idioti. non sapevano niente di me. "e l'altra cosa?" chiesi alla fine. la signora Smith si tolse con lentezza gli occhiali, per poi riporli nel taschino della camicia bianca. abbassò lo sguardo, per poi rialzarlo verso di me. "è successo di nuovo, Michael".

"NO!" urlo, mettendomi le mani tra i capelli. sbuffo pesantemente, per poi lasciarmi cadere sul letto "no, no, no, merda" impreco; "chi dei due?" domando in modo strozzato. "Irwin" risponde lei secca. "e.. credi che io riesca ad andare da lui? magari lo faccio calmare un po'" le punto gli occhi addosso, pregandola con lo sguardo. è ovvio, lei lo sa, che le sto chiedendo di coprirmi per riuscire ad andare da Ashton. "okay, si può fare" soffia mentre riflette "stasera vengo e tu devi uscire all'istante. non so a che ora, tu stai pronto. non abbiamo molto tempo a disposizione. e per piacere, digli di smetterla, fanno solo del male a loro stessi". io annuisco "grazie mille signora Smith" sorride debolmente, poi chiude la porta.

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"Michael?" sussurra Luke, quasi impercettibilmente. è disteso sotto le coperte con gli occhi chiusi e trema. "si, sono io. stai bene?" socchiude le palpebre, per riuscire a mettermi a fuoco. "abbastanza, mi sento solo debole". gli strappo via le coperte di dosso, trovandoci sotto grosse macchie di sangue. "Luke!" mi altero "ho già abbastanza problemi. non posso permettere che tu faccia altre cazzate. e guardati, sei magrissimo e pallido. ma quanti tagli hai? alzati e lavati quei polsi" continuo a levagli la coperta di dosso, finché non scopro anche le gambe nude, anch'esse interamente lesionate. gli afferro la mano e lo faccio stare in piedi, poi lo guido fino al lavandino e passo il getto d'acqua sulla pelle insanguinata. Luke non ha la forza di opporsi, perciò rimane in silenzio a piangere. quando l'ho infine vestito, mi appoggio sul suo letto, facendolo sedere in braccio a me. "mi prometti che non lo farai più?" lui sposta quegli incredibili occhi azzurri dal pavimento al mio viso:"odio quella donna" mi acciglio "tua madre?" annuisce, ed io lo stringo forte a me. "anche io odio mia madre, odio quasi tutti quelli che conosco, eppure? non me ne sto qui a piangere, me ne faccio una ragione e me ne frego. probabilmente noi siamo meglio di loro, Luke" lo sento annuire sulla mia spalla:"probabilmente è così". sorrido teneramente "allora, me lo prometti?" "si, te lo prometto".

gli accarezzò la braccia per un po', finché lui chiede:"di che problemi parlavi prima?" sospiro, ma decido di diglielo, perché ho bisogno di sfogarmi. "Luke.. succede spesso.. Ashton va di nascosto in camera di Calum come faccio io con te, loro sono fidanzati e fanno sesso, ma poi vengono beccati è uno dei due va in isolamento.. mandano quasi sempre Ashton.. starà prendendo a pugni la cella. ho paura che succeda qualcosa, Luke. prima o poi li separeranno del tutto, Ash impazzirà dalla rabbia e dal dolore e Calum morirà definitamente dentro" prendo un respiro, facendo un attimo di pausa, poi "e visto che sono gay è ancora peggio. non può andare avanti così" il biondo stringe le labbra, poi sussurra:"sono i due ragazzi che mi hai indicato in sala comune?" faccio segno di si con la testa, e Luke mi guarda tristemente. "ma non è colpa tua" gli accarezzo la guancia "non preoccuparti. devo andare ora, tu dormi e non farti più del male. me l'hai promesso. ci vediamo domani". lo faccio alzare dalle mie ginocchia e lo stendo delicatamente sul letto. la sua espressione si addolcisce:"grazie Michael". gli regalo un ultimo sorriso e mi avvio verso la mia stanza, preparandomi all'incontro con Ashton.

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eheh si dai, sono abbastanza fiera di questo capitolo ^^
allora, alla fine di ogni angolo autrice mi firmerò, e d'ora in poi, come vedete, metterò un titolo ad ogni capitolo, amo mettere i titoli, yeah.

.. eee oggi è il compleanno di Michaeeeeeeel, pucciolo unicorno deve smetterla di crescere così in fretta :( già 19 anni, ohw.

al prossimo capitolo!

- ashtonandpizza xx

Psychopath Love. || MukeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora