*Michael's pov*
La mattina dopo la temperatura era calata e la coperta leggera che possedevo non bastava a riscaldarmi. Anche Luke aveva freddo, il suo corpo immobile di fronte a me tremava; se ci saremmo potuti abbracciare, scommetto che non avremmo sentito più il freddo. Sospirai scrollando le spalle, per distogliermi dai pensieri, poi chiamai una guardia. "Che vuoi?" mi urlò di rimando. "Che tempo c'è fuori?" l'uomo spostò gli occhi sulla finestra al suo fianco, poi mi guardò:"Sta nevicando". "Oh" fu tutto quello che riuscii a rispondere. La neve mi fa tornare in mente molte cose, molte cose che non vorrei ricordare. "Ma che giorno è?" domandò Ashton, evidentemente sveglio. "Il 13 dicembre".
Non pensavo fossimo già così vicini a Natale; insomma, mi sembra ieri che mi hanno sbattuto qua dentro, alla fine dell'estate, dopo l'ennesima denuncia da parte di mia nonna.
Sentii il biondo muoversi, per poi alzarsi dal letto. Scattai subito sull'attenti, volevo sorvegliarlo in ogni azione che compieva, perché non ero più sicuro di come si sarebbe comportato. Ci sono abituato, dopotutto ho conosciuto molte persone dalla doppia personalità, girando per i manicomi.
"Scusi" biascicò ancora insonnolito "Per quanto starò qua dentro?" in effetti, nessuno di noi l'aveva mai chiesto, forse perché ci piaceva lasciare che il tempo passasse senza doverlo contare.
L'uomo di mezza età, dopo aver controllato su un registro, rispose:"Due settimane, ma se ancora non sarai calmo aumenteranno". Luke si avvicinò alle sbarre esclamando:"Io sono calmo adesso! Vi prego!" ..nessuno lo ascoltò. Vidi le lacrime scorrergli sulle guance, ma si bloccarono subito; la sua espressione si indurì ed iniziò a prendere a pugni il muro. Pensavo si fermasse, ma continuò finché non intravidi del sangue sulle nocche. "Luke, basta!" gli gridai, invano. Cercò di sbollire la rabbia, ma più continuava a colpire, più si innervosiva. Mi ricordò Ashton, che ogni volta diceva:"Ho bisogno di rompere qualcosa, perciò muoviti o prendo a pugni te". E infatti, si calmava solo se rompeva qualcosa. Il muro non si sarebbe rotto, non gli avrebbe dato nessuna soddisfazione.
"Vedi" fece la guardia, peggiorando la situazione "non sei calmo".
Luke impazzì e lanciò un grido acuto, seguito da altri pugni. "Forse dovremmo rimettergli la camicia di forza" fece notare l'uomo, sfoggiando un leggero ghigno. Io e Ashton gli lanciammo un occhiataccia, poi tornai con lo sguardo sul ragazzo che amavo. "Luke.." mormorai, ma le sue urla coprirono la mia voce. Mi voltai verso Ash, che mimò ' no ' con le labbra; dovevo ascoltarlo, lui era il primo a sapere che non ci si calma con le parole. Così lasciai perdere, come la sera precedente, lasciando Luke alla sua ira. Mi dispiaceva non poter fare niente, avrei voluto non essere così inutile. Anzi, ancora meglio, avrei voluto che non fosse mai diventato così.---
*Luke's pov*
"Luke.." il richiamo di Michael mi giunse alle orecchie con un leggero ritardo, quando realizzai di essere stato chiamato. E dalla voce più dolce che conoscessi, oltretutto.
Non capivo più niente, attorno a me sentivo solo ronzii e frasi confuse, forse dirette a me. Avevo però sentito i commenti acidi della guardia, ed erano riusciti a rendermi ancora più irriconoscibile. Ero fuori di me, sentivo rabbia, rabbia, solo rabbia. Rabbia che dovevo eliminare, ma non ci riuscivo. E forse era la rabbia di tutti questi anni, accumulata nelle viscere e tirata fuori tutta in un colpo, ed era troppa.
Colpivo ripetutamente la parete grigia chiara, senza ottenere risultati. Nemmeno un graffio, una crepa. Ma che mi aspettavo, in fondo? Ero magro, gracile, senza forza, con ancora le cicatrici sui polsi; non ero muscoloso come Ashton. Eppure, nello stato d'animo in cui ero, pensavo addirittura di poterlo abbattere. Il sangue sulle dita non mi fermò, anche se bruciava, perché più il muro rimaneva intatto, più mi innervosivo.
Mi sentivo un mostro, mi dispiaceva che Michael mi vedesse così; d'altro canto però stavo bene, perché non ero mai riuscito a sfogarmi in quel modo. Ero vivo, ero un uomo forte, che riusciva a far paura agli altri, perché buttava fuori la rabbia; un uomo che aveva il coraggio di far del male a qualcosa o qualcuno; un uomo come mio padre, che non era mai stato fiero di me.
Ma proprio mentre pensavo fosse giusto, incrociavo lo sguardo di Michael e una vocina mi rimbombava nella mente: perdente Hemmings, sei un perdente.Questo mi faceva arrabbiare ancora di più.
Ma fu allora che capii: a Michael non piacevo per questo. A Michael piaceva la mia innocenza, la mia timidezza, la mia paura del giudizio. A Michael piacevano i lati del mio carattere che personalmente avevo sempre odiato. A lui piaceva QUEL Luke, quello che ero all'inizio.Ma ormai ero fuori controllo, avevo rabbia in corpo oltre ogni modo, quindi non trovai altra soluzione che continuare a colpire e gridare, coprendo la voce del ragazzo di cui mi ero innamorato, di colui che aveva saputo amarmi nei miei lati peggiori.
---
L'amore.
L'amore per lui, questo era riuscito a farmi ragionare.
Ed ora ero seduto a terra, con le mani insanguinate ed il respiro pesante, ma la rabbia stava svanendo. Era riuscito poco a poco a calmarmi, e lui mi stava chiamando di nuovo.
"Luke, stai bene?"
Gli rivolsi un sorriso tenero, scommetto che non se lo sarebbe aspettato. "Sto bene, grazie."
Sorrise, i suoi occhi si illuminarono. Mi allargai a mia volta in un sorriso, ritrovando me stesso.
"Mi dispiace" gli dissi per la seconda volta.
"Non preoccuparti, tu stai bene?"
Ridacchiai "me l'hai appena chiesto"
"Oh, è vero, scusa" rispose aggrottando le sopracciglia. "Come ti senti.. uhm, insomma.. dentro?"
"Molto meglio" dichiarai dolcemente, cercando anche di autoconvincermi.
Lui si rilassò, ammiccando in modo adorabile verso di me.
La luce che invadeva le celle era chiara e bianca, come quando nevicava. La mia espressione si accese.
"Scusi, nevica?" chiesi.
"Me l'avete già chiesto" grugnì la guardia con disprezzo.
"Lui stava dormendo" puntualizzò Michael alterandosi, poi si voltò verso di me e, teneramente:"Si, nevica".
Amo la neve. È così fredda, ma così bella. Ho sempre apprezzato la stagione invernale ed ogni anno aspettavo impaziente che le strade e le case si imbiancassero di quel manto candido. La neve rendeva tutto migliore; e infatti, la luce chiara rendeva il viso di Michael ancora più bello di quanto già era.
"Mi piace un sacco la neve" dissi felice.
"Davvero? A me non molto" fece lui, arricciando il naso.
"Un giorno ti ci porto. C'era una collina, ci andavo sempre da piccolo, stavo lì seduto a pensare. Era un paesaggio meraviglioso. Si, un giorno ci andremo insieme e te lo farò apprezzare"
Scoppiò a ridere "Ci sto".---
So che è strano, lo so benissimo. Non è normale cambiare quasi del tutto personalità in un giorno. Ma sono rinchiuso in un manicomio, questa è la mia unica scusa.
"Michael, sei sveglio?" sussurrai. Non sapevo dire con certezza quante ore erano passate da quando avevano spento le luci, ma non riuscivo a prendere sonno.
"Si, sono sveglio, non dormo mai" rispose assente.
"Voglio uscire da qui"
La guardia si era addormentata, che idiota. Ma non sono il tipo che progetta fughe, io so lamentarmi e basta.
"Anche io voglio uscire. Ma c'è stanza bianca in corso, è solo questione di tempo" sussurrò rimanendo sul vago.
"Già.." non seppi che altro ribattere.
"Ti ricordi cosa ti ho sussurrato quella sera?" mi disse fissandomi, riuscivo a percepire i suoi occhi. Annuii, certo che me lo ricordavo.
"Andremo a fondo insieme" ripetemmo all'unisono, nel silenzio della notte.----------------
STANZA BIANCA IS BAAAACK, TAN TAN TAAANNN. rido.
ebbene si, sono molto coerente con gli aggiornamenti come potete vedere, AHAHA.
È che durante le vacanze vorrei aggiornare almeno tre capitoli, ve lo meritate che io muova un po' il culo, siete stupendi! Il caso è chiuso, vi amo xxx- ashtonandpizza
p.s.: che tempo fa da voi?!
da me l'altro ieri ha nevicato ed ora è tutto bianco woaaah :3 solo pochi centimetri ahah, ma era da qualche anno che non nevicava aw
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Psychopath Love. || Muke
FanfictionNiente è noioso se riguarda Michael Clifford, e niente è stupido se riguarda Luke Hemmings. "Quindi ti hanno rinchiuso qui dentro perché esigevi a tutti i costi di possedere qualsiasi cosa pensavi potesse aiutarti a costruire la tua astronave?" chie...