*Luke's pov*
apro lentamente gli occhi, disorientato. sono nel mio letto, le coperte disfatte, segno di un sonno agitato. mi alzo per bere un po' d'acqua e cerco di ricordare, osservando le ferite che si stanno rimarginando: Michael mi aveva pulito dal sangue la sera precedente, e mi aveva fatto promettere di non tagliarmi più. accidenti, perché ho accettato? non so se sia più forte il mio bisogno di dolore o la nostra promessa, ma sento che non posso infrangerla, non se si tratta di lui.
mi sento imbarazzato, perché sono debole di fronte a quel ragazzo ormai: sa molte cose di me, quando sono davanti a lui mi sento vulnerabile, perché ormai mi conosce e sembra sapere molte più cose di quanto sembri. per un attimo provo rabbia nei suoi confronti, ma poi mi ricordo delle sue carezze ed un sorriso ebete mi compare sul volto. oh, non ti starai mica innamorando Hemmings? davvero? di Michael? di un ragazzo dai capelli colorati, QUEL ragazzo dai capelli colorati?
mi sento così piccolo di fronte a lui, così inadeguato. lui merita persone forti come Ashton, sento che si stuferà presto di me.. sono così noioso, infelice, problematico, bipolare. e Michael sa essere così dolce, così protettivo; ma devo rimanere freddo, non sciogliermi. ma ci riuscirò? mi confonde sempre..
*Michael's pov*
sto andando da Ashton stamattina, ieri sera non sono riuscito, perché quelle dannate guardie si sono fermate tutta la notte. ma così ho avuto il tempo di riflettere su come calmare Ashton.
seguo in silenzio la signora Smith, tra scale e corridoi, fino ad arrivare davanti ad un cancello di ferro arrugginito, coperto da una grata; osservo le crepe che si sono formate nel muro accanto ai chiodi e mi viene in mente il carcere. è presto, le guardie arriveranno tra un ora e mezza. sgusciamo silenziosamente oltre il tavolo della segreteria ed arriviamo alle celle, situate ai nostri lati; ora sembra di più un canile: ma perché deve fare così schifo questo posto? mi viene il voltastomaco. sbuffo e avanzo per il corridoio semibuio, fino a quando la signora Smith si ferma davanti ad una cella e apre la porta di ferro. le sono così grato: ho bisogno di parlare con il mio amico.
"Ash?" lo richiamo. dal fondo della stanza proviene un grugnito, poi riprovo:"Ashton? sei sveglio?" sento il suo corpo irrigidirsi, poi alzarsi dal letto "Michael? s-sei tu?" deglutisco "sono io". lui avanza verso di me, e quando la luce colpisce il suo viso un lampo di paura e preoccupazione si impadronisce di me: ha le occhiaie, le guance pallide, i capelli spettinati, gli occhi rossi di pianto, le labbra tremanti, dei lividi sulle nocche e la polvere dell'intonaco sugli avambracci. "hai preso a pugni il muro?" gli occhi di Ashton si riempiono di lacrime "puoi scommetterci! e lo butterò giù se non mi fanno tornare da lui ORA!" sbraita con voce rotta dal pianto. mi avvicino e lo costringo a guardarmi negli occhi "calmati". lui mi osserva con odio per una manciata di secondi, poi mi afferra violentemente per la maglietta e mi sbatte contro il muro, facendo urlare di spavento la signora Smith. "che cazzo dici Clifford? vuoi che mi calmi?! io li ammazzo se mi tengono ancora rinchiuso qui!" urla. respiro pesantemente, in cerca delle parole giuste:"senti amico, sono qui per aiutarti. posso aiutarti. posso.. posso provare a parlare con Calum" quando pronuncio il nome del suo fidanzato la sua presa si allenta, infine mi lascia andare e si volta, piangendo silenziosamente per un po'. "digli che lo amo, e che tornerò presto" conclude. gli dò una pacca sulla spalla:"glielo dirò. Cristo, vi date così da fare mentre scopate, che vi fate sempre scoprire, che stupidi" inarca un sopracciglio "stupidi? direi piuttosto MOLTO BRAVI" a quel punto scoppio in una fragorosa risata "okay, magari siete pure bravi, chissà quanto lo fai godere". con quelle parole riesco a strappagli un sorriso, seguito da un "moltissimo, che non immagini". allontano con un gesto le sue parole "oh non voglio i dettagli, grazie" la risatina della segretaria al di là della grata di ferro arriva al mio orecchio, poi abbraccio Ashton. "uscirai presto, te lo prometto. stai calmo, o aumentano i giorni"; lui mi stringe forte "io non riesco a stare calmo, Michael. ma ci proverò per lui. sai, credo sia la mia cura. ce la posso fare".
annuisco soddisfatto e faccio per uscire dalla cella, ma Ashton mi blocca ancora:"comunque, vedremo se sarà così tanto stupido quando scoperai tu con quel biondino" arrossisco all'istante, ribattendo con voce acuta "non mi piace Luke!" il ricciolino ride di gusto e dopo un attimo di esitazione lo imito, scuotendo la testa. "questo si vedrà presto" conclude. sorrido enigmatico, poi esco e percorro il corridoio, osservando l'orologio: tra quaranta minuti circa le guardie saranno qui; cammino di nuovo verso Ashton, il suo viso si era già rabbuiato di nuovo. "Ash" lo richiamo "vuoi vedere Cal?" la sua espressione s'illumina "riusciresti a..?" mi volto verso la signora Smith, che sospira e annuisce "abbiamo ancora un po' di tempo, posso chiamarlo" il battito di Ashton accelera "vi prego, portatelo qui, mi manca". sfoggio un sorrisetto soddisfatto, poi i miei pensieri si indirizzano su Luke: anche lui mi manca.
--------------------
ehi, scusatemi il ritardo, ma continuavo a scrivere e cancellare, non trovavo l'ispirazione e volevo venisse fuori qualcosa di vagamente leggibile.
e alla fine, grazie alle note dei Green Day, ce l'ho fatta credo, ma in realtà questo dovete decretarlo voi eheh c:beh, manca meno di un mese a Natale, yaaaaaay
okay basta ora mi dileguo, grazie a tutti per le letture, i voti e i commenti, vi amo troppo, mi fate sorridere x
- ashtonandpizza
STAI LEGGENDO
Psychopath Love. || Muke
FanfictionNiente è noioso se riguarda Michael Clifford, e niente è stupido se riguarda Luke Hemmings. "Quindi ti hanno rinchiuso qui dentro perché esigevi a tutti i costi di possedere qualsiasi cosa pensavi potesse aiutarti a costruire la tua astronave?" chie...