Capitolo 6

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Clarke era appena arrivata in ufficio quel mercoledì mattina e aveva un bisogno disperato di caffè, ed era per questo che, dopo aver acceso il suo laptop, si era diretta subito nella sala relax. Dopo essersi versata una tazza di quel liquido nero magico, si era accomodata ad uno dei tavoli della saletta e afferrando il cellulare cominciò a navigare in internet. Voleva fare un viaggio per le vacanze di Natale, voleva lasciare la grande mela e staccare un po' la spina. Stava già immaginando lo scenario, una baita isolata in montagna, con la neve e tanti libri a cui dedicarsi in solitudine. Adesso l'idea di starsene un po' per conto suo era diventata quasi una necessità.

Qualche minuto dopo entrò Lexa, la bionda la vide con la coda dell'occhio, ma la ignorò bellamente non aveva voglia di fare delle chiacchiere, soprattutto con lei, così si concentrò sulla ricerca di un luogo adatto alle sue esigenze per evadere un po'. Peccato che la bruna non fosse del suo stesso avviso e avesse voglia di fare conversazione.

"Ho dei saluti per te.."., esordì Lexa spezzando il silenzio.

Clarke distolse lo sguardo dal telefono per portarlo su di lei, aspettando che l'altra concludesse la frase.

"Madi.."., aggiunse poi.

"Grazie, salutala da parte mia quando la vedi", rispose in modo pacato e freddo tornando alla sua ricerca, sperando che l'altra non proseguisse oltre la conversazione e la lasciasse in pace.

Celò un sospiro frustrato quando vide l'altra sedersi al suo stesso tavolo, qualche attimo dopo. Sentiva lo sguardo di Lexa fissarla con insistenza e dopo qualche secondo alzò di nuovo gli occhi puntandoli in quelli dell'altra.

"Che c'è?", le chiese seccata.

"Non riesco a capire il perché, ma Madi da quando sei venuta a casa e vi siete conosciute continua a chiedermi di te".

"Beh, è consolante, almeno a qualcuno piaccio", replicò con quell'ironia pungente che ultimamente non l'abbandonava mai.

"Non posso certo biasimare mia figlia?!", commentò l'altra in modo allusivo.

Clarke distolse subito lo sguardo da Lexa abbozzando un sorriso triste.

"Per favore, risparmiami la tua cortesia, tirando in ballo queste cose senza alcun senso", l'apostrofo infastidita.

"Clarke che dici? Perché sarebbero senza senso? Ok, tra noi non ha funzionato, ma questo non vuol dire che io.."., provò a dire Lexa ma venne interrotta in modo brusco dalla bionda che batté con forza un pugno sul tavolo e la guardò con gli occhi iniettati di sangue.

"Non ha funzionato è stramaledettamente vero, ma solo perché TU ti sei divertita a scoparmi fino a che ne hai avuto voglia, dopodiché mi hai dato il ben servito per sposare la donna che avevi giurato di lasciare per poter stare con me liberamente alla luce del sole! Ed io scema ed innamorata a tal punto da credere a tutti i tuoi fottutissimi 'ti amo' mentre ti davo tutta me stessa, senza immaginare minimamente che per noi due tu avevi già scritto la parola fine ancora prima di iniziare!", esplose ringhiando con tutta la rabbia che aveva dentro.

"Quei 'ti amo' erano veri Clarke, non ti ho mai mentito", si difese Lexa.

Clarke si alzò di scatto quasi incredula delle sue parole.

"La nostra storia era basata su una menzogna, quindi sii onesta per una volta Lexa... mi hai sempre mentito sin dal primo bacio che ci siamo date", replicò Clarke ancora guidata dalla rabbia lasciando subito dopo la sala relax e a passi svelti si rifugiò velocemente nel suo ufficio sbattendosi la porta alle spalle.

Clarke pensava di aver liquidato il discorso con quelle parole, inutile dire che si sbagliava di grosso, infatti Lexa qualche instante dopo la raggiunse, aumentando notevolmente la frustrazione dell'altra.

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