Capitolo 19

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Da quando i genitori di Costia e Lincoln se ne erano andati, Lexa non aveva smesso un attimo di camminare nervosamente avanti e indietro. Era letteralmente furiosa.

"Clarke te lo puoi anche scordare, non ci penso proprio a stare buona e zitta, mentre quei due ci rovinano la vita! Non ora che ci siamo finalmente ritrovate!", esordì furiosa guardando dritta negli occhi Clarke.

"Tu farai quello che ho detto invece, perché tua figlia non merita tutto questo, Madi ha bisogno di te", replicò la bionda con tono calmo e pacato, mentre dentro di sé urlava disperata.

"Mia figlia ha bisogno di te... cazzo, IO ho bisogno di te!", tuonò la bruna.

"In questo momento quello che vogliamo noi non conta, devi pensare a Madi, al suo benessere. Lo sai benissimo che verrà affidata ai servizi sociali durante il processo e non puoi permettere che ciò avvenga, lei non se lo merita. Anche se è remota la possibilità che ti venga tolta, faranno delle indagini, controlleranno i fatti, lo sai bene quanto me. Le foto che ci hanno scattato e quelle lettera istilleranno un dubbio sulla tua affidabilità e sulle tue capacità di essere una buona madre. E mentre ci metteranno sotto torchio, cosa ne sarà di Madi? Perderà di nuovo sua madre che aveva appena ritrovato e si sentirà un'altra volta sola. Questa cosa potrebbe segnarla a vita, Dio è così piccola, Lexa", disse versando quelle lacrime che non riusciva più a contenere.

"Io e te possiamo affrontarlo... ma lei, lei non ci riuscirebbe", sussurrò con voce rotta dal pianto.

"Io non posso e non voglio rinunciare a te... non di nuovo Clarke", replicò la bruna anche lei con gli occhi umidi dalle lacrime.

Sembrava un orribile déjà-vu per Lexa, la vita l'aveva di nuovo messa davanti ad un bivio, e già sapeva che avrebbe fatto la scelta sbagliata.

Clarke le si avvicinò e prese il suo volto tra le mani.

"Ci siamo amate tantissimo, amore mio... l'unica cosa che possiamo fare adesso è portare dentro di noi questo ricordo cercando di sopravvivere giorno dopo giorno".

"No Clarke... io non ce la faccio a lasciarti andare un'altra volta", sussurrò negando con la testa.

"Invece devi Lexa... lo devi fare per Madi".

"E se continuassimo a vederci di nascosto?!", provò a dire in modo disperato, conoscendo già la risposta che sarebbe arrivata.

"È troppo rischioso Lexa e se ci scoprissero? Non oso pensare cosa succederebbe. E poi, dopo tutto quello che abbiamo passato, vorresti di nuovo avere un rapporto clandestino? Non sarebbe vita ed io francamente non voglio assolutamente tornare a come eravamo cinque anni fa", disse con tono avvilito, facendo cadere le braccia lungo i fianchi.

"Ma deve pur esserci una scappatoia per stare insieme?! E a Madi cosa diavolo dirò?", replicò con il cuore in pezzi.

Una lacrima rigò il viso di Clarke, il dolore del distacco questa volta le sarebbe stato fatale, ma non aveva scelta, non potevano continuare a vedersi, Madi avrebbe sofferto troppo e non lo meritava.

"Le dirai che Clarke le vorrà sempre bene, ma che è dovuta andare via", sussurrò con la voce incrinata.

Lexa azzerò la distanza e, prendendole il volto tra le mani, la baciò con tutta l'amore di cui era capace. Poi si staccò in affanno e posò la fronte contro quella della bionda.

"Troverò una soluzione Clarke, troverò un fottuto modo per poter stare insieme... Dio, ti amo più della mia vita... ti prego... ti supplico, aspettami e non smettere di amarmi...", sussurrò in preda alla disperazione più assoluta.

Clarke l'abbracciò forte, cercando di imprimersi nella mente il suo calore, il suo profumo, quella sensazione di completezza, con l'intento di chiudere tutto nel suo cuore e portarlo via con sé, le sarebbe rimasto solo quello: il ricordo.

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