La lingua di Lexa scivolò lentamente lungo la spina dorsale di Clarke e quest'ultima sospirò tenendo gli occhi chiusi, mentre il corpo era attraversato da un brivido di piacere. La compagna la morse alla base della nuca e dolcemente la penetrò con lo strap-on, sostenendosi sulle braccia tese.
Clarke protese verso di lei il sedere, andando incontro al suo affondo, fino a quando non sentì il fallo completamente dentro di sé. Si alzò sui gomiti e gemette, stringendo tra le dita il lenzuolo sgualcito, mentre Lexa si ritraeva, per poi entrare di nuovo in lei, baciandola sotto l'orecchio, lì, dove la pelle è sottile e più sensibile. Clarke portò una mano dietro la nuca della compagna e girò la testa di lato, trovando subito le labbra dell'altra, calde ed esigenti.Lexa si puntellò con le ginocchia sul materasso e contraendo glutei e cosce, spinse con più decisione i fianchi in avanti, riempiendo completamente la fessura di Clarke, che si contrasse intorno al fallo in lattice. Lexa le morse il labbro inferiore e l'altra gemette, sospinta dal vigore della compagna; l'intimità fradicia e sensibile sfregava sul lenzuolo e ciò contribuiva ad incendiarla fin nelle viscere, amplificando il piacere fino a renderlo incontrollabile.
Lexa spinse ancora, e ancora, e ancora, ansimando all'unisono con Clarke, gemendo con lei... perdendosi di nuovo dentro di lei. All'ennesima stoccata sentì la tensione scendere verso il basso ventre, concentrandosi nel suo centro. Scivolò di nuovo dentro Clarke, il suo sesso venne stimolato ancora una volta, dal fallo che spingeva nel corpo bollente della compagna e dopo pochi secondi squirtò per la seconda volta in un giorno, bagnando con i suoi umori la compagna, pochi istanti prima che anche l'altra raggiungesse l'apice, lasciandosi andare ad un gemito profondo e appagato.Lexa la baciò sulle spalle, spostandosi lentamente da una all'altra, tracciando sulla pelle madida un'immaginaria linea erotica. Clarke si rilassò incrociando le braccia di fronte a sé e poggiandovi sopra la fronte. Poco dopo sentì Lexa uscire dal proprio corpo, per poi sentirla distendersi di fianco. Girò la testa di lato trovandosi di fronte i suoi occhi verdi; le sorrise e la compagna corrispose allo stesso modo, mentre le passava leggere le dita lungo la schiena, in un pigro movimento dall'alto in basso e viceversa.
"Non puoi nemmeno immaginare quanto tu mi sia mancata", mormorò Clarke, interrompendo quel silenzio privo di parole da quando si erano ritrovate."Credo di averne una vaga idea visto che, nelle ultime tre settimane, non ho fatto altro che pensarti".
"Che ci faccio qui?", chiese l'altra, girandosi su un fianco e piegando un braccio sotto alla testa.
"Sei qui perché non possiamo vivere lontane", rispose Lexa, con una semplicità disarmante, eppure esponendo una verità che conoscevano entrambe.
"E se ci scoprissero...".
"Non succederà.".
"Ma se capitasse... Dio, ho molta paura per Madi", sussurrò, di nuovo consapevole del pericolo che stavano correndo.Lexa le accarezzò il bel volto e accennò un sorriso rassicurante.
"Non devi più avere paura, è tutto finito".
"Che vuoi dire?", Clarke si accigliò.
"Che quell'assurdo accordo che hai firmato, impegnandoti a stare lontana da me ora è solo carta straccia... non esiste più".
L'altra si alzò su un gomito, fissandola sconcertata ed incerta se credere o meno a ciò che stava ascoltando."Ti prego, se è un scherzo è di pessimo gusto. Non mentirmi solo per tranquillizzarmi, voglio sapere tutta la verità".
"Amore, non ti sto mentendo, è la pure verità", affermo afferrando il piumone per coprire entrambe.Per un momento a Clarke venne la pelle d'oca entrando a contatto con il lenzuolo fresco, ma la ignorò, troppo concentrata su ciò che le stava dicendo Lexa.
"Ti avevo avvertita che non mi sarei mai arresa e così è stato", ammise Lexa, sdraiandosi sulla schiena e continuando a guardarla negli occhi.
"Con l'aiuto di Raven ed Anya, ho iniziato ad indagare, facendo ricerche. Volevo trovare qualcosa che mi potesse aiutare ad annientare ogni assurda pretesa, o ricatto, da parte dei mie ex suoceri. Alla fine la mia perseveranza è stata premiata...".
"Ho scoperto che il tuo incidente, non lo era proprio per niente, ma era premeditato".
Clarke si accigliò, guardandola fissa negli occhi puntellandosi ancora sul gomito."Stai parlando del motociclista, immagino".
"Proprio così. È saltato fuori che il motociclista folle sia il figlio dell'ex tata di Madi, proprio la stessa donna che avrebbe dovuto testimoniare contro di me in tribunale".
"Sono stata investita da suo figlio?".
"Sì e, come ti ho già detto, non è stato un incidente. All'inizio i genitori di Costia volevano colpirmi attraverso te, facendoti del male Clarke... forse anche di più".
Clarke sgranò gli occhi.
"Vuoi dire che... loro volevano...".
"Il ragazzo mi ha confessato che all'ultimo momento ha avuto un rimorso di coscienza, ha tentato di schivarti, ma era troppo tardi. Per fortuna tu sei rimasta soltanto ferita".
"Dio mio", mormorò sedendosi.
"Cosa l'ha spinto a giungere a tanto?", domandò poi scioccata.
"La disperazione. Sua madre è malata, non può più lavorare e stanno per perdere la casa, così hanno ceduto ai cospicui assegni dei miei ex suoceri e li hanno assecondati. Prima il ragazzo, poi, fallito il suo compito, sono passati alla madre, la quale si è resa disponibile per mentire in tribunale a loro favore".
"Quindi avrebbe inventato cose negative su di te?!".
"Sì, avrebbe affermato di aver trovato lividi su Madi, in diverse circostanze".
"Santo cielo", mormorò Clarke, sempre più sconvolta.
"Ma come avete fatto a scoprire il legame che c'era tra il ragazzo che mi ha investita e l'ex tata di Madi?".
"Beh, da buon avvocato dovresti sapere che prima di iniziare una battaglia, devi conoscere a fondo il tuo nemico", accennò un sorriso.
"Quindi con Raven ed Anya ci siamo messe al lavoro, cercando ogni possibile legame con le persone coinvolte in questa storia. Siamo partite da te e dal tuo l'incidente visto che era una cosa recente, è stato logico indagare anche su quello, nonostante fosse finito con un accordo e una condanna molto mite per il ragazzo. Alla fine sono andata a parlare con lui e la madre, non c'è voluto molto per far confessare loro tutto l'imbroglio", concluse.
"E ora cosa succederà?", domandò, sentendo come se le avessero appena tolto un macigno da sopra le spalle.
"Ho intimato ai miei ex suoceri di non farsi più vedere, o li denuncio per corruzione, tentato omicidio e calunnia. L'ex tata e suo figlio erano pronti a sostenermi. Alla fine si tratta soltanto di persone in preda alla disperazione, non sono cattive".
"È terribile. Come hanno fatto a spingersi così oltre, i genitori di Costia? Attentare alla vita di una persona solo per ferirne un'altra? Quanto rancore e odio annida dentro di loro? Cosa lo alimenta?".
"Il dolore di aver perso prematuramente una figlia e il forte bisogno di espiare le colpe che sentono nei suoi confronti, soprattutto per non essere stati al suo capezzale mentre esalava l'ultimo respiro", ammise Lexa con forte rammarico."Potrei quasi provare pena per loro... se non fosse per il fatto che hanno tentato di separarci. Per non parlare della minaccia di portarci via Madi, per questo non potrò mai perdonarli!", esclamò convinta Clarke.
"Portarci?", sorrise Lexa alzandosi su un gomito.
"Beh, sì... quella piccoletta mi ha rubato il cuore", fece spallucce."Ehi... credevo di essere stata io ad avertelo rubato".
"Diciamo che lo avete fatto un po' ciascuna", sorrise.
Dopodiché le appoggiò una mano sul petto e la spinse sulla schiena, salendole sopra a cavalcioni. La baciò sulla bocca, poi la guardò negli occhi verdi.
"Cosa succederà dopo questo Natale?".
"Ce ne saranno molti altri",sorrise Lexa attirandola di nuovo a sé per baciarla.

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Trust me... Again
FanfictionLa fiducia è importante in ogni rapporto, soprattutto in amore, ma se viene meno come puoi tornare a fidarti di nuovo? Clarke Griffin e Lexa Woods lavorano insieme da molti anni, entrambe avvocato e socie dello studio legale Jenkins and Meyers, ma...