Capitolo 18

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Erano passati solo pochi giorni dalla loro definitiva riconciliazione in quella stanza d'albergo, ma l'umore di Clarke e Lexa non era al settimo cielo, anzi tutto il contrario. La rivelazione che Lexa aveva fatto a Clarke aveva gettato solo preoccupazione su entrambe. La consapevolezza che i genitori di Costia volevano Madi, stava di nuovo ostacolando la loro felicità.

Lexa era persa nei suoi pensieri, stava guardando fuori dalla finestra del suo ufficio, ignara del fatto che Clarke la stesse fissando.

"Ehi... vedrai, andrà tutto bene! Quest'incontro è la prova lampante che non abbiano nessun motivo valido su cui far leva per ottenere la custodia di Madi", disse Clarke cercando di confortarla.

Lexa si girò a guardarla ed annuì accennando un timido sorriso.

"Ne sono consapevole, ma non a quello che stavo pensando...".

"A cosa pensavi?".

"Che tutto questo non sarebbe mai successo, se io cinque anni fa avessi fatto la scelta giusta".

"Che senso ha recriminare ancora? La devi smettere Lexa. Cinque anni fa hai solo cercato di fare quello che ritenevi più giusto, che in quel frangente era rendere felice tua moglie", l'apostrofò in modo comprensivo per poi raggiungerla e darle una carezza sul volto.

Clarke si perse un istante in quegli occhi verdi prima di parlare di nuovo.

"Solo ora mi rendo conto di non essere stata la sola a soffrire e di quanto sia stato difficile per te lasciarmi".

Lexa la guardò intensamente per un tempo che le sembrò infinito e, proprio mentre stava per rispondere, venne interrotta dal bussare alla porta.

Dopo aver dato il permesso di entrare sbucò dalla porta il suo amico avvocato: Lincoln. Lexa lo presentò subito a Clarke, la quale cercò subito di congedarsi.

"È meglio che vada nel mio ufficio, vi lascio soli".

"Invece Clarke... penso proprio che sia il caso che tu rimanga", esordì l'uomo sorprendendo entrambe.

"Per quale ragione?", chiese Lexa preoccupata.

"È meglio se ci sediamo", le esortò invitandole a seguirlo e a mettersi a sedere al tavolo poco più in là.

Lincoln, dopo che entrambe le donne si sedettero, aprì la sua valigetta e ne estrasse una busta gialla che posò sul tavolo proprio davanti a Lexa, dopodiché si sedette anche lui e guardò la sua amica.

"Oggi mi è stata recapitata questa, Lexa".

La bruna afferrò velocemente la busta e si affrettò a guardarne il contenuto. Appena tirò fuori le foto contenute, che sembravano essere state ingrandite, sgranò gli occhi. Clarke la vide sbiancare, sembrava scioccata e preoccupata allo stesso tempo.

"Che cosa succede?", chiese subito in ansia.

"Cazzo, è impossibile, non può essere vero!", imprecò Lexa, prima di sbattere con stizza le immagini sul tavolo lasciandosi cadere sullo schienale delle sedia, lasciandole così alla mercé della bionda.

Clarke infatti non perse tempo, afferrò gli scatti e lì guardò.

"E queste come diavolo le hanno avute?", sussurrò incredula, fissando inorridita le foto che ritraevano lei e Lexa nella loro suite mentre facevano sesso.

Non ci voleva un genio per capire che quelle immagini fossero state scattate da uno degli edifici di fronte all'albergo ma, nonostante la distanza, i volti delle due amanti erano a fuoco e perfettamente visibili. Come se non bastasse, in basso a destra era riportata data e ora di quanto era stata scattata.

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