Capitolo 12

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Avevano appena finito di fare colazione e Clarke era intenta a sciacquare le stoviglie. Infilò l'ultima tazza nella lavastoviglie, chiuse lo sportello e la fece partire. Presa alla sprovvista venne afferrata e fatta voltare, ritrovandosi la bocca di Lexa sulla propria in un bacio da subito esigente. La bionda cercò di allontanarla puntandole le mani sul petto, ma quello che ottenne fu solo di interrompere il bacio.

"Smettila! Ma che ti prende? Madi potrebbe vederci. Il fatto che mi abbia trovato qui, stamattina, è già sbagliato, cerchiamo di non peggiorare le cose", l'apostrofò con tono preoccupato.

"Da quello che ho sentito mentre le preparavi la colazione, non è sbagliato per niente. È incredibile come si sia affezionata a te così velocemente", replicò la bruna con un sorriso.

Clarke si allontanò dalla sua presa esasperata.

"Beh, io non voglio che pensi quelle cose di me, non voglio e non potrò mai essere come Costia e lei lo deve capire fin da subito. Tu le devi spiegare che sono SOLO una tua amica Lexa, niente di più", precisò voltandole poi le spalle.

"Probabilmente ogni persona di questo mondo sa che tu non sei come Costia, e io lo so più di tutti... ed è proprio per quella ragione che mi innamorai di te".

Quelle parole fecero girare Clarke di scatto e puntare il suo sguardo su quelle smeraldo dell'altra.

"Tu... tu eri innamorata di me?", disse incerta.

"Non l'avevi capito?".

"Onestamente no, e non puoi biasimarmi per questo. Ci incontravamo solo ed esclusivamente per fare sesso e tu ripetevi quei 'ti amo' solo mentre lo facevamo. Lo ammetto ad un certo punto ci ho anche sperato... ho sperato che tu potessi provare per me qualcosa in più di una semplice attrazione fisica, ma poi...".

"Ho scelto Costia... sì, lo so", terminò la bruna incupendosi e ritrovando quel senso di colpa che continuava a bussare alla sua porta.

"La domanda sorge spontanea... Perché?", mormorò Clarke, sorpresa, incuriosita e anche un po' arrabbiata dalla confessione di Lexa.

"Perché hai scelto lei, se amavi me? Lexa, io ero pronta... pronta a passare la mia vita con te, a costruire insieme una famiglia, invece tu...", disse con tristezza, facendosi trasportare da quel sentimento che non riusciva a smettere di provare, ma le parole le morirono in gola.

"Clarke, lo faresti ancora?", le domandò Lexa puntando il suo sguardo in quello azzurro dell'altra.

"Che cosa?".

"Invecchiare insieme, formare una famiglia, crescere figli, trascorrere la vita insieme...".

"No. Il treno è passato Lexa e tu hai scelto di non salirci. Hai distrutto quel sogno, il mio sogno, in uno splendido pomeriggio di primavera, quando ero al settimo cielo e talmente innamorata di te che sarei stata disposta a darti qualsiasi cosa. Invece tu, guardandomi negli occhi, mi hai spezzato il cuore dicendomi che non avremmo più potuto vederci, perché avevi scelto lei, Costia, la donna con la quale avevi deciso di costruire un futuro", replicò ricordando tutto il dolore e la tristezza di quel momento, ancora impressi in modo indelebile nel suo cuore.

"Mi ami ancora?", le domandò Lexa a bruciapelo.

"Non ha più importanza", disse cercando di essere più fredda possibile, ma fallendo miseramente.

*****

Clarke afferrò la tazza e sorseggiò la bevanda calda che aveva ordinato, guardando Raven negli occhi. Lei era la sorella di Lexa, ma non le assomigliava per niente. Alla fine, dopo tante insistenze da parte della sua amica, Clarke si era decisa ad uscire con lei per fare quella famosa chiacchierata.

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