Capitolo 17

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La convalescenza era giunta al termine. La caviglia di Clarke era perfettamente guarita e ora poteva camminare senza l'ausilio delle stampelle. Avrebbe dovuto portare ancora il tutore al polso, ma questo non le avrebbe comunque impedito di tornare al lavoro.

Proprio quel giorno infatti, quando le porte dell'ascensore si riaprirono, si ritrovò di nuovo in ufficio, che per certi versi le era mancato tanto e per altri invece no. L'accoglienza dei colleghi fu molto calorosa e ci impiegò più tempo del previsto a raggiungere il proprio studio. Non si sarebbe mai aspettata così tanto affetto dai colleghi e ne fu compiaciuta, ma la vera sorpresa la trovò una volta entrata nel suo ufficio, dove, sopra la sua scrivania, era posato uno splendido mazzo di peonie.

Si levò il cappotto appoggiandolo distrattamente sullo schienale di una delle due poltroncine difronte al suo tavolo e si affretto a prendere il biglietto che accompagnava quel bellissimo mazzo di fiori.

"Come tutti i fiori la peonia ha moltissimi significati: amore, fortuna, prosperità, ma anche onore, valore e nobiltà d'animo, tutte qualità che rispecchiano appieno la persona speciale che sei. Bentornata L."

Clarke tornò a guardare il mazzo di fiori ed un sorriso di pura gioia le arricciò le labbra, senza indugiare oltre uscì del proprio ufficio per dirigersi verso quello di Lexa. Bussò alla porta e qualche istante dopo vide la bruna aprirle il battente. L'espressione ombrosa e scura di Lexa le fece sparire di colpo il sorriso.

"Ehi... ciao... io ero passata... ti disturbo?", balbettò sentendosi terribilmente a disagio.

"In effetti adesso sono molto impegnata. È urgente?", le chiese di rimando con un distacco ed una freddezza che non usava da tempo.

La curiosità di Clarke ebbe la meglio, sbirciò alle spalle della bruna e notò che sulle poltroncine di fronte alla scrivania vi erano due persone, un uomo e una donna, che davano le spalle alla porta.

"No, figurati, posso aspettare", asserì tornando a guardarla negli occhi.

"Ok, allora ci vediamo dopo", disse Lexa poco prima di rientrare nella stanza e chiudere la porta.

Per qualche secondo Clarke fissò il battente chiuso, poi decise di andare a prendersi un caffè nella sala relax, prima di iniziare la giornata lavorativa. Quando tornò seduta alla sua scrivania tentò invano di concentrarsi sugli incartamenti che aveva sul tavolo, ma i suoi pensieri erano rimasti nell'ufficio di Lexa, si domandava in continuazione chi fosse la coppia al suo interno e quali pessime notizie aveva portato la loro presenza da rendere la bruna così di cattivo umore.

Un sospirò uscì dalla bocca di Clarke, mentre si appoggiava contro lo schienale della sua poltrona. Il suo sguardò finì di nuovo sulle peonie che aveva messo sul davanzale delle finestra. I raggi del sole ne esaltavano quell'intenso colore rosa e per un istante la bionda ritrovò il sorriso appena smarrito. Sussultò quando la porta venne aperta di colpo e richiusa sbattendola subito dopo.

Lexa chiuse la porta a chiave e Clarke si alzò di scatto guardandola negli occhi come tacita  richiesta di spiegazioni per quel comportamento così brusco. La bruna raggiunse l'altra dietro la scrivania e, senza emettere un fiato, la baciò con foga tanto da toglierle il respiro, mentre iniziava ad accarezzarla in modo frenetico ed impaziente.

"Lexa...", sussurrò Clarke, prima di ritrovarsi di nuovo le labbra bramose dell'altra sulle sue, coinvolgendola in baci famelici e passionali. 

La bionda cedette quasi subito a quell'attacco erotico e poco dopo si ritrovò piegata sulla sua scrivania con Lexa alle sue spalle che la stava penetrando con due dita. Le sembrò di rivivere un piccolo déjà-vu di ciò che era successo quella notte nell'ufficio di Lexa, quando avevano fatto sesso dopo ben cinque anni di lontananza, ma questa volta c'era qualcosa di diverso. Potevano essere il tocco delle carezze che Lexa non smetteva di fare neanche un secondo sul suo corpo, o i baci che le continuava a dare lungo la sua schiena... Clarke non sapeva cosa fosse, ma il modo in cui lo stavano facendo era decisamente diverso.

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