Capitolo 20

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Anya e Clarke arrivarono a destinazione che era già notte inoltrata. Nonostante il buio videro una bellissima baita costruita in pietra e legno di fronte a loro. La facciata anteriore era costituita da una spaziosa veranda che verso destra girava attorno alla costruzione aprendosi in un ampio patio. Dal tetto, ricoperto da un generoso strato di neve, spuntava la canna fumaria, dalla quale usciva del fumo.

Anya si affrettò a parcheggiare sotto la tettoia in legno massiccio affianco alla macchina di Lexa, scese insieme a Clarke e, dopo aver preso le valigie, entrarono nella baita.

Visto l'ora tarda, la casa era immersa nel silenzio. Appena misero piede nell'abitazione, vennero accolte dal tepore del camino accesso che ogni tanto spezzava il silenzio con il suo crepitio. Un paio di lampade illuminavano la grande sala. Erano disposte ai lati di un divano che insieme ad un altro sofà, una poltrona, un basso tavolino da caffè singolarmente intagliato in legno ed un morbidissimo tappeto di pelliccia steso sul parquet, componevano il salotto.

"Wow, questo posto è stupendo", disse Clarke mentre non smetteva di guardarsi attorno.

"Sì, non c'è che dire Lexa ha decisamene buongusto", confermò Anya.

"Perché? Questo posto è una sua scelta?".

Anya non disse nulla, si limitò a sorriderle in modo eloquente, poi si diresse verso la zona notte. L'ingresso alla stanze era caratterizzato da un'ambiente enorme con delle travi di legno che sostenevano il soffitto.

"Dai, andiamo a sistemarci Clarke", la incitò Anya cambiando discorso.

Clarke voleva continuare a sondare il campo, la sua domanda non aveva avuto una risposta, ma decise di lasciar perdere e seguire l'amica. Quando varcarono la soglia, si ritrovarono in un corridoio, abbastanza lungo, sul quale si affacciavano diverse porte.

"Cerchiamo di fare poco baccano, è tardi, ed è molto probabile che quella piccola peste di Madi stia dormendo", mormorò Anya cercando di fare piano.

Muoversi silenziosamente non era poi così facile camminando su un pavimento in parquet, infatti ogni tanto si sentiva lo scricchiolare del legno dovuto ai passi delle due donne, ma niente di così eclatante da poter svegliare qualcuno.

"Tu sei arrivata Clarke, starai lì", le disse indicando la porta chiusa difronte a loro.

Clarke rimase perplessa, indecisa se domandarle o meno dove invece dormisse Lexa.

"Buonanotte", l'anticipo Anya con un sorriso, forse intuendo la sua titubanza, ma senza tentare di dissiparla.

Si girò voltandole le spalle e proseguì per la sua strada, per poi entrare in un'altra stanza lungo il corridoio chiudendosi la porta dietro.

Clarke respirò profondamente continuandosi a guardarsi intorno, come se aspettasse una spinta per fare un passo avanti ed entrare. Alla fine entrò nella camera che Anya le aveva indicato. Non ci mise molto a capire che in quella stanza ci fosse già qualcun altro e nel caso in cui avesse avuto ancora qualche dubbio scomparvero subito quando udì il rumore dell'acqua della doccia provenire dal bagno.

Il suo corpo cominciò a fremere, immaginando Lexa tutta nuda sotto il getto dell'acqua. Erano ormai tre settimane che non vedeva la bruna e quella mancanza iniziò a manifestarsi tutta insieme in modo prepotente.

Senza indugiare oltre, mollò i bagagli da una parte e cominciò a spogliarsi. Abbandonò distrattamente i vestita su una poltrona in un angolo della stanza. Quando si ritrovò solo con l'intimo addosso, si avvicinò timidamente al bagno, ma poi si fermò di colpo e titubante tornò sui suoi passi. Andò diretta verso la porta della stanza e la chiuse a chiave, solo dopo averlo fatto si affrettò a raggiungere il bagno entrando quasi con circospezione.

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