Capitolo 10

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La porta venne chiusa senza troppo garbo e Clarke si ritrovò schiacciata contro di essa, mentre rispondeva con urgenza e passione ai baci di Lexa.

"Non dovremmo di nuovo essere... in questa situazione", soffiò in affanno la bionda contrò le labbra calde e morbide della bruna.

Clarke era più che consapevole che tutto quello fosse un errore, ma ogni volta che Lexa la baciava perdeva il controllo.

"Tu lo vuoi quanto me", mormorò Lexa baciandola di nuovo, mentre presa dalla foga iniziava a spogliarla.

"È un errore... ci pentiremo di averlo fatto", provò ad insistere.

"No, ti sbagli", replicò senza esitare Lexa.

"Clarke, ti voglio, ho bisogno di te, del tuo calore, come l'aria", aggiunse poi, facendo scivolare a terra le giacche di entrambe.

"Non hai bisogno di me Lexa, ma di conforto...", mormorò Clarke a corto di fiato, mentre il corpo di Lexa si plasmava sul suo sempre di più.

La bruna fu veloce ad aprirle la camicetta. Le scoprì le spalle, che prese di mira cominciandole a baciare e a mordere. Clarke ansimò esasperata da quell'irruenza. Lexa esasperò l'eccitazione di entrambe muovendosi con più foga simulando i movimenti dell'amplesso.

"HO.BISOGNO.DI.TE", scandì in preda all'estasi.

"Ero tua Lexa... mi avevi... poi mi hai gettato via...".

A quelle parole Lexa si fermò perdendosi per un attimo in quell'azzurro intenso, ma poi la disperazione prese il sopravvento e la baciò.

"So benissimo quello che ho fatto cinque anni fa... ma i miei sentimenti non sono cambiati, ti volevo allora, come ti voglio adesso!", mormorò contro le labbra di Clarke, mentre le sfilava la camicetta e la gettava a terra togliendosi poi la sua.

Clarke sentì un brivido pervaderla che la fece tremare. Si maledisse mentalmente, ogni volta che era vicina a Lexa il suo corpo reagiva tradendola. Per quanto si ostinasse a negarlo, anche lei voleva la bruna e forse anche lei non aveva mai smesso di farlo. Nonostante la passione la stava travolgendo continuava a provare rancore, era arrabbiata. Graffiò le spalle di Lexa e con urgenza intrecciò le mani nei suoi capelli tirandoli quasi volesse farle male e quella fosse la sua punizione, ma non era ancora contenta, si avventò sulle quelle labbra e le morse il labbro inferiore fino a che non senti il sangue.

"Tu non mi ferirai ancora, io te lo impedirò!", sbottò con gli occhi incendiati da un misto di rabbia e passione.

"Non mi fido più Lexa, possiamo scopare anche all'infinito, ma non ti perdonerò mai per quello che mi hai fatto!", aggiunse duramente.

Improvvisamente Lexa si scostò da Clarke fissandola in silenzio. Le parole della bionda continuavano a rimbombarle nella testa: 'non si fidava di lei... non l'avrebbe mai perdonata'. E si accorse solo in quel momento che forse Clarke aveva ragione: era tutto un sbaglio. Fece un paio di passi indietro allontanandosi dalla sua ex, la quale rimase contro la porta guardandola con un punto interrogativo stampato sul viso.

"Credo che tu abbia ragione Clarke, è uno sbaglio, se adesso ci lasciamo andare poi ce ne pentiremo", disse quasi arresa all'evidenza.

"Cosa?!?", sussurrò scettica.

"Quando ti ho lasciata volente o nolente ti ho imposto la mia scelta, non commetterò mai più un simile errore. Ora la decisione e tua Clarke".

"Ma dico... sei fuori di testa?", ringhio frustrata.

"Non puoi saltarmi addosso come un animale in calore, ridurmi in questo stato, e poi dire 'scusa, mi dispiace' e tirarti indietro. Sei bipolare o cosa?".

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