Capitolo 11

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Randal era appena rientrato confermando l'assenza di eventuali riforzi pronti ad attaccarci in qualsiasi momento

<<tu gli credi?>>

<<no>>

<<potrebbe essere una buona opportunità>>

<<potrebbe essere una trappola>>

<<non credo che si sarebbero disturbati a inscenare questo teatrino>>

Rimanemmo qualche secondo in silenzio a pensare prima che io decisi di uscirmene con una mezza idea che avrebbe però potuto funzionare

<<potremmo riportarlo lì>>

<<che intendi?>>

<<domani andiamo davanti al cancello con lui come ostaggio, a seconda di come va possiamo provare a fidarci, altrimenti Aaron ci farà da scudo per tornare fuori e scappare il più lontano possibile>>

<<...d'accordo>>

<<sono tutte brave persone, non sparerebbero mai per primi>>

<<andremo domattina allora, ti lasceremo il divano per dormire ma resterai comunque legato>>

<<mi sta bene>>

Sistemammo Aaron e sigillammo la casa per non avere brutte sorprese, dopodichè entrammo nelle nostre rispettive stanze chiudendo le porte a chiave

Restai un attimo con la schiena poggiata sulla porta pensando a tutto quello che sarebbe potuto andare storto.

Ad interrompere i miei pensieri fu un altro attacco di tosse che mi prese di sorpresa facendomi inizialmente mancare il fiato

Mi accasciai a terra continuando a tossire cercando di fare meno rumore possibile, prendere più aria ed ignorare le fitte al petto che mi colpivano dopo ogni colpo di tosse.






Ormai ci avevo perso le speranze, ogni volta che riuscivo a prendere sonno mi ritrovavo sempre lì, avvolta dal nulla

Improvvisamente mi trovavo a casa mia, nascosta dietro alla porta dello studio di mio padre ascoltando i miei genitori che piangevano

Quella sera, non volendo dormire, mi alzai di nascosto dai miei genitori e mi diressi verso lo studio

Mi ricordavo perfettamente dove la mamma aveva messo quel foglio che la rendeva tanto triste

Salii con difficoltà sull'enorme poltrona dove mio padre lavorava e aprii ilcassetto, prendendo il foglio che vi era in cima.

Notai subito che riportava il mio nome con la data di quel giorno e la firma di quello strano dottore che mi aveva visitato

Non riuscii a capire, c'erano troppe parole che non conoscevo ma era abbastanza intelligente da capire che avevo qualcosa, e che non era nulla di buono

Riposai il foglio, chiudendo il cassetto e tornando verso la porta che richiusi delicatamente


Lo scenario cambiò un'altra volta.

Questa volta potevo riconoscere la mia vecchia cameretta

<<hey piccola, cosa fai sveglia? Non riesci a dormire?>>

Mi girai di scatto gurdando il ragazzo che sognavo ormai regolarmente accucciato davanti ad una piccola me

<<no>>

<<come mai tesoro?>>

<<ho fatto un brutto sogno>>

<<e cosa hai sognato>>

<<i mostri>>

<<ed erano tanto brutti?>>

La piccola me annuiva con convinzione, ancora scossa dall'incubo da cui si era appena svegliata

<<perchè sei vestito?>>

<<andrò via per un pò>>

<<non mi porti con te?>>

Il ragazzo sorrise, intenerito da quella domanda

<<non posso tesoro, ma ti prometto che non starò via molto>>

<<perchè vai via?>>

<< perchè la vita può essere una grande delusione principessa, lo capirai quando sarai più grande>>

Il ragazzò si alzò, avviandosi poi verso la porta

<<aspetta, non lasciarmi!>>

<<non andare via!>>

Il ragazzo si fermò e si girò a guardare la piccola me che tentava di raggiungerlo sorridendole teneramente.

Finalmente riuscii a vederlo bene in volto, rimanendo sconvolta dal familiare viso di fronte a me

<<tornerò presto sorellina>>

I Will Protect You-The Walking Dead- Daryl DixonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora