2. In cerca di risposte

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Tay

Sono passati cinque anni da quando Alis decise di dare una nuova svolta alla mia vita. Da quando mi sentivo solo ed ero un cucciolo senza speranza.

Non ricordo perché i miei genitori mi hanno abbandonato. Non hanno lasciato neanche un'insignificante letterina.

Nella mia testa si susseguono tante immagini sfocate di coloro che un attimo prima mi amano e l'attimo dopo mi gettano nel bosco come fossi spazzatura. Mi sono sentito tradito, disgustato ed umiliato. Non ho mai creduto che persone come i propri genitori potessero fare una cosa del genere.

A questo punto potrei dire di essere stato messo al mondo per un errore, ma quello che mi fa più male è che queste due persone non solo mi hanno abbandonato ma mi hanno anche donato una vita difficile. Perché non è facile ricominciare dopo che i tuoi genitori spariscono completamente dalla tua vita.

«A cosa stai pensando?» L'unica mia salvezza si avvicina, dandomi un colpetto sulla zampa con il suo muso.

La guardo sospirante, sentendomi leggermente amareggiato per tutti i miei pensieri cupi. Vorrei tanto dimenticare quello che è successo. Voglio solo essere felice insieme ad Alis e continuare la mia vita in maniera tranquilla.

«Ai miei genitori» tentenno un po'.

«Uhm, capito» si stende sull'erba «spero tu stia pensando di sbranarli se li incontri» ci scherza su ispirando a polmoni aperti l'aria dolce.

Ottobre... il mese in cui cinque anni fa ho incontrato questa meraviglia. Il mese da me preferito solamente perché è l'esatto momento in cui Alis ha iniziato a far parte della mia vita.

Di come questa strabiliante ragazza mi ha reso migliore di ciò che sono. Migliore per poter vivere un'altra vita; completamente nuova.

«Mi è venuta un'idea!» Scatto in piedi osservandomi intorno, tornando umano in meno di due secondi.

Lei mi osserva con uno sguardo compiaciuto per il ragazzo che sto diventando, proprio come una madre fiera del proprio figlio.

Si certo, proprio figlio.

«Non starai mica pensando...» Ali sgrana gli occhi, avvicinandosi a me.

Annuisco lentamente, ticchettando le dita sul mio mento mentre i miei pensieri continuavano a volteggiare nella mia mente. Forse l'idea di trovarli non era così brutta come idea, volevo solo sapere il motivo del mio abbandono.

Mi sento ancora ferito a riguardo, sfiderei chiunque a non sentirsi uno schifo per tutto quello che mi è successo.

«Per me stai commettendo un grave errore. Come può interessarti davvero sapere se sono ancora vivi?»

Deglutisco con fatica, non posso negare che ha ragione, sapere magari che hanno ricominciato una nuova vita con qualcun altro senza di me fa aprire una voragine ancor più grande nel mio cuore.
E fa un male cane.

Abbasso la testa non sapendo cosa aggiungere, annuisco solamente.

«Conviene che torni un lupo, sei una preda facile così» si volta per tornare nella tana, colei che ci faceva da casa.

Annuisco tornando un lupo e con le orecchie basse la seguo, senza aprire bocca.

Ho semplicemente dato voce ai miei pensieri e mi si sono rivolti contro come una pistola carica. Sono stato abbandonato, sono stato gettato senza un minimo di pudore e non ho il diritto di saperne il motivo?

Vorrei trovare i miei cosiddetti genitori e chiedergli perché hanno preso una via così semplice come quella di lasciare per sempre il loro bambino. Comprendo che al mondo esistono tante protezioni o, in alternativa, ci sono strutture che possono prendersi cura dei bambini mai voluti.

Non riesco a trovare nessuna spiegazione plausibile sull'abbandonare il proprio bambino nel bosco, senza nessuna protezione.

Mi sento molto deluso. Non dico che mi aspettavo una vita da principe ma almeno un'infanzia spensierata me la meritavo. Meritavo tutto quello che un bimbo di nove anni dovrebbe meritarsi e non sono affatto egoista se lo penso.

Volevo soltanto una famiglia felice.

Adesso ho Alis, certo, ma nulla è più confortante del sapere il vero motivo. Sul sapere la verità.
Le devo la vita, le devo tutto. Mi ha portato con se ovunque e mi ha protetto con il suo pelo quando le bufere di neve erano così alte da morire di ipotermia.

Ma niente può colmare il vuoto che ho nel cuore.

Scorgo Alis allontanarsi, probabilmente fiutando qualcosa nell'aria volendo andare a controllare.

Quanto la invidio. Anni e anni in forma animale l'hanno fatta diventare un segugio a cinque stelle. È bravissima nel percepire il pericolo e ancor di più sa seguire le sue prede, sa riconoscere l'odore e sa concentrarsi come non ho mai visto fare da nessuno. Si rende subito conto se stai mentendo e se deve trovare qualcosa la trova senza nessun problema.

Quel suo naso è un'arma da battaglia santo cielo!

Non mi hai mai raccontato il motivo per cui non ritorna umana. So sicuramente che è legato ad un trauma, ma non riesco mai a farle uscire qualcosa a riguardo.

Mi sento inutile. Lei per me ha fatto tanto ed io non riesco neanche a darle una spalla su cui piangere, su cui sfogarsi. Forse mi ritiene troppo immaturo per affrontare i suoi problemi.

Dopo qualche ora esco pian piano dalla tana, colei che mi ha ospitato per anni, cercando con lo sguardo Alis. Forse starà via per un po'. Deve assimilare quello che le sue orecchie hanno ascoltato. Tiene molto a me.

Ma io ho bisogno di risposte.

Mi incammino sul sentiero del bosco, iniziando la mia camminata verso la verità. Cercando di essere più coraggioso possibile, non devo permettere alla paura di vincere, devo essere forte e so che Alis capirà tutto.

Capirà questa mia scelta, dovrà capire che ormai non ho più nove anni e devo assimilare tutto quello che ho bisogno di sapere. Il perché mi hanno messo al mondo, il perché mi hanno abbandonato.

Il perché non mi hanno mai amato...

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