Le cose più belle combaciano sempre quando il cielo è triste. Io e Mason ci siamo messi in macchina per andare dal suo branco, Cecilia non vedeva l'ora di riabbracciarmi. Così senza pensarci ci siamo messi in macchina, ho salutato tutti e sono partita.
I vetri dell'auto erano super bagnati. Il temporale è davvero brutto, diluviava.
"Cazzo che pioggia" sospira Mason guardandosi attorno, è una buona mezz'ora che siamo in viaggio ma spaventa davvero tanto tutta quest'acqua che scende giù dal cielo.
"Si, davvero troppa. Immagina se non avevi la macchina e dovevamo trasformarci" un brivido mi si attacca addosso. Mi stringo stringendo le braccia al petto. "Devo prendere una giacchetta nel baglialio" batto i denti.
"Prendi la mia felpa è nei sedili dietro" mi volto trovando subito la felpa rossa in questione, la indosso velocemente. "Dobbiamo accostare, non si vede per niente e non vorrei fare un incidente" inizia a rallentare per poi spegnere la macchina.
Aggrotto le sopracciglia. "E che facciamo rimaniamo in macchina fin quando non smette?"
"Possiamo." Ridacchia. "Oppure possiamo entrare in questo motel e vedere se hanno una camera disponibile per noi" sorride cercando nei sedili posteriori qualxosa con cui ripararsi per scendere dall'auto.
"Aspettami qui, faccio il giro" esce dall'auto con dei fogli di giornale sulla testa e arriva frettolosamente dal mio lato. Inutile dire che quei giornali si sono bagnati in un secondo strappandosi sotto alle mani di Mason, il quale con una faccia da ebete mi guarda scioccato, iniziando a bagnarsi. Esco dall'auto ridendo come una matta mentre insieme corriamo sotto al porticato.
"Credevo reggessero il tempo di arrivare qui sotto" fa il broncio.
"Ma con la pioggia normale forse si. Qui sta facendo il diluvio universale che ti aspettavi" rido a crepapelle, mentre lui mi prende fra le sue braccia, sorridendo.
Sposta una ciocca zuppa dai miei occhi, portandola dietro l'orecchio. "Sei perfetta così" mi lascia un bacio a stampo.
Arrossisco a quelle parole, ma non dico nulla. Mason inizia a bussare alla porta, chiedendo il permesso. "Avanti" una signora anziana ci apre la porta, spalanca gli occhi quando si rende conto dello stato in cui siamo. "Oddio ragazzi ma siete matti venite subito dentro o vi prenderete un malanno" ci invita ad entrare. La ringraziamo gentilmente ed entriamo. Rimango visibilmente sorpresa quando noto gli interni. Tutto in legno, una cosa che ho sempre amato sin da bambina. Soprattutto gli oggetti di antiquariato. Credo che se mai ne avessi la possibilità mi aprirei un negozio tutto mio.
Chissà, forse un giorno.
"Gentile signora è disponibile una camera? Se smette di piovere toglieremo il disturbo prima" Mason e la sua voce dolce farebbe sciogliere chiunque.
"Oh ma non dite sciocchezze! Fermatevi per una notte mi fareste tanta compagnia. Vi porgo la camera più bella che questo motel possiede." Sorride la signora. "E chiamatemi pure Melany" sussulto appena.
"Che succede? Hai freddo?" Mason mi stringe di più accanto a lui.
"Un po', tranquillo"
Mason afferra le chiavi ringraziando Melany , mi prende per mano e mi accompagna fino alla nostra stanza. La 403.
Non appena apriamo rimango ancor di più a bocca aperta. Un grande camino risalta la stanza. "Ma è bellissimo!" Saltello verso il camino, ma rimango ancor di più stupita quando noto il maestoso letto con delle tende grigio chiaro che cadono su di esso.
"Adoro!" Mi butto a capofitto sul letto. Facendo ridere Mason.
"Ti piace? Goditelo, questa notte possiamo rimanere qui, ceniamo e ci facciamo un po' di coccole" sorride venendomi vicino, posando le sue labbra sulle mie in un casto bacio.
Annuisco. "Perché no? Cecilia aspetterà" prendo il telefono per mandarle un messaggio.
- Piove troppo! Ci siamo fermati in un Motel, ci vediamo domani mattina!
"Fatto" esclamo mandando il messaggio.
"Allora... dimmi, cos'è successo prima? Con quella signora?" Mi prende la mano giocando con le mie dita.
È incredibile come sappia ogni cosa su di me. Quando mento o quando sono triste. Sospiro. "Melany era il nome della mia nonna, che mi ha preso in custodia e cresciuta come se fossi stata sua figlia" i ricordi con lei mi offuscano la mente, una lacrima solitaria cade sulla mia guancia.
"È incredibile come continui a chiamarla anche se non era davvero tua nonna. Questo ti fa onore, lo sai?" Inizia a giocare con i miei capelli, girando seli attorno al dito.
Annuisco. "Lo so." Guardo il soffitto. "Lei è l'unica che mi ha amato per la prima volta, davvero" chiudo gli occhi.
"Cosa ti va di fare adesso?"
Incontro i suoi occhi neri, facendo spallucce. "Non ne ho idea. Tu cosa vuoi fare?"
"Non so. Mmm... baciarti?" Sorride.
Non me lo faccio ripetere che mi avvicino alle sue labbra. Rimango ad un centimetro da quelle labbra così soffici e lisce, guardandolo negli occhi con quel pizzico di malizia in più. "Ne sei sicuro?" Gli porto le mani sopra la sua testa. Tenendogli i polsi.
"Certo che sì" fa per spingersi verso la mia bocca ma mi allontano in tempo.
"Ntz" schiocco la lingua sul palato, soddisfatta per il suo mugolare. "Chi ha detto che anch'io voglio?" Ridacchio.
"Oh allora è così che stanno le cose?" Mi sfida con gli occhi, mordendosi il labbro inferiore.
"Può darsi" sussurrò sulle sue labbra, facendole sfiorare.
Senza rendermene conto sfioro il mio bacino al suo, avvampando.
"Cazzo Alis se fai così mi farai impazzire" borbotta.
Sorrido cattiva. "Davvero?" Sfrego nuovamente i nostri bacini. Mi godo la vista di lui che strizza gli occhi e cerca di prendere respiri profondi. Ormai è evidente la sua protuberanza, visto che preme sul mio interno coscia.
Non nego che delle scariche di eccitazione arrivano anche a me, ma cerco di non darlo a vedere. Non so nemmeno come comportarmi visto che non ne ho mai avuto a che fare, ma questo pizzico di divertimento direi che continuare è quasi un obbligo.
Cerca di liberarsi, mostro i miei occhi da lupo bloccandogli nuovamente i polsi. "Non mi hai chiesto il permesso per muoverti"
Un lampo attraversa i suoi occhi. "Va bene capo" mi prende in giro, sbattendo poi lui la sua intimità alla mia, facendomi mugolare. Cazzo, non me lo aspettavo.
La situazione si ribalta, con uno scatto mi afferra dai fianchi e mi stende sul letto, premendo il suo corpo al mio. Struscia nuovamente il bacino, "La piccola lupa è piena di voglia?" Mi sussurra all'orecchio, facendomi riempire di brividi.
Chiudo gli occhi per un secondo, assaporando tutta questa sensazione di piacere. Voglio il piacere. Lo bramo.
Annuisco. "Mi sta graffiando la pelle da dentro per quanto è eccitata" ammetto. Per una volta, forse, sono d'accordo con il mio lupo. Lei non vedeva l'ora che arrivasse questo momento.
Chissà.
"Beh puoi dire alla lupa che qualsiasi desiderio è un ordine. Quello che vuole io gliela do" mi morde il lobo dell'orecchio. "O glielo do?" Ridacchia appena quando vede il mio viso diventare un peperone. Inizia a baciare la mia mandibola, scendendo sempre più sul mio collo fino ad arrivare alla clavicola.
Un gemito esce dalle mie labbra quando inizio a sentire del piacere crescere nella mia intimità.
"Ragazzi. È pronta la cena" Melany bussa alla porta, interrompendoci.
Riprendo fiato quando Mason si allontana da me. Mi guarda con un ghigno. "Non ti preoccupare, non mi scappi. Andiamo a mangiare, dopo continueremo questo giochino davvero eccitante" mi prende le mani alzandomi dal letto.
Mi passo una mano sul viso non appena usciamo dalla camera. Wow. Che calore. Mai provato in vita mia.
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Il lupo solitario
Loup-garouIN REVISIONE Un lupo solitario. Una ragazzina strappata dalle dolci braccia dei suoi genitori da subito. Il destino è stato crudele con lei e non l'ha risparmiata nemmeno quando crebbe, poiché la sua esistenza nel mondo aveva uno scopo ben preciso. ...