28. Un biglietto

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Quando arriviamo, la sua famiglia e alcuni componenti del branco sono di fronte la casa ad attendere il nostro arrivo.

Non appena esco dal veicolo le braccia di Cecilia mi circondano. "Dio mio come sono felice di vederti!"

Osservo il suo sorriso. Ridacchiando. "Anche io"

Poi si volta verso il fratello, che nel frattempo mi aveva affiancato. Gli punta un dito contro al petto, "Dovrei prenderti a calci" socchiude gli occhi mostrandosi minacciosa.

"Bentornata!" Ted e Jared si avvicinano, stringendomi la mano. Ricambio con un sorriso timido.

Anche i genitori di Mason mi abbracciano, contenti di vedere finalmente il figlio felice.
Beh la cazzata l'ha fatta lui, mica io. Se ha sofferto un po' tanto quanto sono stata male io un po' ne sono felice. Una specie di vendetta.

"Forza vieni, nel frattempo che Mason è partito per venirti a riprendere abbiamo rimodernizzato la vostra camera" commenta felice Cecilia, seguita da Ted che chiacchiera con Mason insieme a Jared.

Sono davvero curiosa di sapere come hanno cambiato la nostra stanza. Nostra. Mi fa uno stranissimo effetto pensare ad un noi. È come se stessi aspettando questo da tutta la vita. Sentire quella brezza che ti da una pace assurda nel cuore è confortevole. Tanto.

"Pronti?" Con il conto alla rovescia Ceci apre la porta. Rimango con la bocca aperta per tutto il tempo quando osservo la camera.

Una scrivania piena di libri, tutti in ordine dalla A alla Z. Una cabina armadio sul lato sinistro mentre sul destro, affianco alla finestra, c'è una poltrona. Mi ci immagino già a leggere un libro tutto il pomeriggio. Ma la cosa che mi stupisce di più è il letto. Lo guardò ammaliata, girandomi poi verso Mason.

"Ieri sera ho dovuto fare tutto di fretta e furia per avvisare Cecilia di trovare un letto del genere. Ho visto ieri quanto ti è piaciuto da Melany, volevo renderti felice, farti un regalo" mi guarda sorridendo.

Gli butto le braccia al collo, dandogli un bacio a stampo. "Grazie grazie grazie"

Il letto aveva la stessa fantasia di quello di Melany, solo più nero che sul grigio, sempre brillantinato; quelle tende mi facevano impazzire, oltre che sentire una principessa.

"Una faticaccia infatti" commenta Cecilia che era rimasta in disparte per farci godere il momento. I suoi occhi sono colmi di felicità quando mi guarda. Il fatto che più passa il tempo e più incontro persone che tengano a me mi scaturisce un'emozione davvero inspiegabile per quanto bella sia la sensazione. Le do un ultimo abbraccio, prima che tutti ci salutassero e andassero via.

Caccio un piccolo urlo quando Mason mi prende da dietro alzandomi. Mi butta sul letto ridendo. "Dobbiamo immacolate anche questo letto, che dici?" Si lecca le labbra.

"Mmm, chi lo sa, forse si, forse no" lo prendo in giro.

"Ah no signorina, una volta datomi il consenso, è si sempre" famelico mi strappa via di dosso gli indumenti, facendo la stessa cosa con se stesso.

"Non mi dai neanche il tempo di reagire, cazzo" mi tiro più sopra, poggiando la testa sul morbido cuscino.

"Certo che no". Spalanco le labbra quando con una sola mossa entra di me, non essendomi resa conto che aveva già tolto gli slip. Lo guardo colma di piacere che mi esplode nell'inguine. "Sei un Bastardo" ansimo chiudendo gli occhi.

"È colpa tua e il tuo dannato corpo perfetto" prende un lembo della pelle del mio collo tirandolo, facendomi gemere oltre che di piacere anche dal leggero dolore che i suoi denti mi provocano.

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