Ragionando illogicamente
mi destreggio tra l'incantamento
e la seteNon dirmi che non esiste
la meraviglia
di due occhi
che t'incantanoAnche se il conversare
non è altro che
un andirivieni di vaghi canti
vagabondiCanta, mio passero rivoltante
collassino gli orizzonti
la tua voce riempie i miei assopiti vagitiI tuoi incantesimi attoniti
dentro queste ossa di ferroVoglio poterti piangere con
languore e reminiscenzaVivimi senza pietà
piaga sine civitatem.