X. INCOMPRENSIONI

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Such a beautiful view

X.INCOMPRENSIONI.


Quando Minho si sveglia, più tardi a pomeriggio inoltrato, la prima cosa che percepisce è la sensazione di non essere da solo, una pallina di calore che gli preme sul petto, un paio di piedi piccoli che lo sfiorano sui polpacci. Ciuffi soffici dal profumo dolce che lo solleticano sotto al mento.
Apre gli occhi piano, e stringe automaticamente le braccia introno al corpicino nudo che ha tra le braccia.
Questo è quello che si prova a risvegliarsi con qualcuno accanto?
Con qualcuno che conta.
È tutto così strano, e nuovo. Quella mattinata è stata un azzardo, come puntare tutto in all-in ad una partita di poker in una mano cruciale. O sei dentro, o sei fuori.
Forse è presto per parlare, ma al momento si sente il vincitore con il montepremi tra le braccia.
Però, un gran bel gruzzoletto...pensa, mentre una mano scivola piano verso il basso sfiorando la dolce curva di una natica bianca e soffice di Taemin, e si stabilisce lì.
Gli riesce difficile trattenere un sorriso.
Resta così per un bel po', a sorridere come uno scemo mentre pensa a quanto un singolo incontro può cambiarti e stravolgere tutto completamente, sconvolgere abitudini e pensieri, riempirti buchi di vita.
Lui, che pensava di non essere predisposto per stare con qualcuno, che dormire con gambe e braccia spalancate in un letto piccolo come il suo fosse di gran lunga meglio che condividerlo arricciato al corpo di qualcun altro, a sudare e a stare stretti, adesso si ricrede. Niente è paragonabile alla dolcezza e alla soddisfazione che gli regala quel momento.
Gli piace da matti sentire il torpore che crea il calore della pelle di Taemin contro al suo addome. Vedere il suo piccolo corpo muoversi serenamente mentre respira nel sonno. Sentire l'odore della sua pelle sudata invadergli i polmoni.
Sono i dettagli a fare la differenza, a volte non si ha tempo di notarli perché si è perennemente di corsa, o magari, semplicemente, non ci importa affatto. Troppi esseri umani vivono superficialmente. Ma questa volta è diverso per Minho, diverso sotto ogni punto di vista.
I dettagli questa volta contano, e sono bellissimi.
Quel calore al centro del petto non l'ha mai provato per nessuno. Quel principio di qualcosa che prova verso Taemin, sa che è un sentimento bello grosso ma a cui non riesce a dare un nome. Non sa dove catalogarlo, ed è terrorizzato dall'idea di analizzarlo e comprenderlo.
Gli sembra che la sua vita abbia subito una svolta, come guardare un film in pausa da sempre, l'immagine statica dello stesso frame davanti agli occhi per anni, e poi qualcuno che arriva -nemmeno troppo silenziosamente, nel suo caso- a schiacciare il tasto play, e tutto parte. Inizia. Scorre.
Improvvisamente, si rende conto, la sua vita non è più in loop. Le giornate noiose e sempre uguali, emozionalmente aride come il più grande dei deserti, non si susseguono più. Adesso ride, si diverte, si preoccupa per qualcuno. Si incazza come mai prima aveva fatto. Si lega alle persone.
Semplicemente, vive.
«Stai sorridendo di nuovo come uno scemo», la voce di Taemin, bassa e impastata dal sonno, richiama la sua attenzione. «Dai, di' che non è vero nemmeno stavolta...» Si sporge in avanti col viso, lo bacia sotto al mento poi gli si rannicchia addosso.
Allude alla prima volta che si sono visti.
Lo guarda dal basso verso l'alto, ha gli occhi mezzi aperti e gonfi, non riesce a fare di meglio, ad aprirli di più. Ma quello che vede è bellissimo, Minho è impeccabile anche da appena sveglio. Una bellezza crudele.
«Non so di cosa parli...»
«Tch...lo so che stavi pensando a prima. Quel sorriso sapeva di me. In ogni caso in questa stanza c'è troppa luce...» fa un suono infastidito, prende il lenzuolo e se lo porta sopra alla testa. «Chiudi quella dannata finestra.»
«Ah, buongiorno anche a te, Taemin», lo abbraccia attraverso il lenzuolo stringendolo forte. «Dormito bene?»
«Non respiro così!» un piccolo bozzolo di cotone che si dimena furioso. Non riesce a trovare un varco per prendere aria, né un punto debole da sfruttare nella presa intrapelabile di Minho che alla fine lo lascia andare, lo vede riemergere fuori dalle profondità del letto e dedicargli uno sguardo truce.
«Sono le quattro del pomeriggio Tae, non si può spegnere il sole dell'estate lo sai.»
«Non voglio spegnerlo...solo metterlo in pausa un attimo. Da quanto sei sveglio?»
«Da un po'.»
Minho si alza, va a chiudere la finestra per accontentarlo, anche se gli piaceva come stava il sole sulla sua pelle. Come la illuminava rendendola ancora più appetibile ed eterea.
Accosta le imposte della finestra offuscando la luce con le tende.
«Va bene così.» Gli dice Taemin. È poggiato con un gomito sul materasso e la guancia sul palmo. Lo guarda improvvisamente sveglissimo.
«E la serranda?»
«Un po' di luce va bene, voglio vederti.»
«Credo che tu abbia già visto tutto quello che c'è da vedere ieri. Anzi, sta mattina
«No, non abbastanza. Mai, abbastanza.»
«Che ingordo.»
«Te lo concedo, ma solo se tu concedi a me il privilegio di guardarti ancora un po'. Mettiti più a destra, così sei in controluce non vedo bene.»
Minho esegue, abituato com'è ad assecondare tutti i suoi capricci. Fa mezzo passo verso il centro della stanza poi però realizza. Le labbra gli restano immobili aperte in una specie di "o" silenziosa, senza emettere alcun suono. Si precipita a recuperare un cuscino dal letto e a tirarglielo in faccia. Lo guarda contrariato, inconsciamente si poggia le mani sui fianchi mettendo tutto ancora più in mostra.
«Ma piantala!»
Taemin ride e si contorce sul materasso. Sbatte i piedi, e nel trambusto il lenzuolo scivola da sopra al suo corpo finendo sul pavimento insieme a tutti i loro vestiti.
Fa un tale baccano ed è sveglio da meno di cinque minuti, dove trova tutta quell'energia inesauribile è ancora un mistero. Un risveglio insieme a lui non poteva immaginarselo diversamente, e lo trova perfetto così. Niente frasi smielate o dichiarazioni d'amore. Niente imbarazzo nei suoi occhi o nei suoi atteggiamenti.
Però è diverso il sorriso che porta sulle labbra, è malizioso, sa un po' di vittoria. E la luce nei suoi occhi, come lo guardano. Sono più vivi del solito, sono...forse è un azzardo, ma gli sembrano felici, e la felicità non è mai roba da poco.
Si avvicina, si sdraia su di lui piano. Le loro gambe si aggrovigliano.
Con una mano gli prende il viso da sotto al mento, gli stringe le guance costringendolo a guardarlo. Ha gli occhi lucidi per il troppo ridere.
«Ehi», dice forte, poi la sua voce si abbassa di almeno due toni. Esita solo un attimo. «Come ti senti?»
«Bene???» gli risponde Taemin un po' incerto. Poi afferra a pieno il significato di quella domanda. «Cristo Minho, come dovrei sentirmi? Bene non è sufficiente: sto da Dio direi che è più appropriato
«Mh.» Fa una smorfia.
«Non sei convinto? Credimi, non cambierei una singola cosa di quello che è successo tra noi. Non vorrei essere da nessun'altra parte in questo momento.»
«Mh.» Minho annuisce di nuovo, come al solito non si sbilancia. Aggrotta le sopracciglia, guarda verso il basso in un punto nascosto tra i loro corpi premuti insieme. «E...niente dolori...
Taemin gli butta le braccia al collo, si sporge in avanti per catturargli le labbra. Lo bacia a lungo. Ogni tanto si separano per prendere fiato ma lui subito lo riacciuffa portandoselo di nuovo contro la bocca. È insaziabile. Non si ricorda di aver mai baciato nessuno dopo averci fatto sesso, non così, non con tutta quella voglia e disperazione. Baci fini a se stessi ne ha dati pochi, rarissimi, tutti privi di alcun significato, bocche che nemmeno ricorda.
Vanno avanti così per un'eternità o qualcosa che è vagamente lungo come lei.
Questo lato attento di Minho, pieno di premure, gli fa sentire il cuore caldo, non c'è abituato.
«Le domande imbarazzanti lasciale fare a me, okay?»
«Rispondimi almeno stavolta. Per favore.»
Taemin decide di accontentarlo. Come fa a resistere a quegli occhi se lo guardano così?
Vuole cancellargli quel cipiglio dalla faccia.
Contempla l'idea di dirgli che sta bene, benone, che non ha dolori di nessun tipo, poi si ricorda di quello che gli ha detto poche ore prima ; I bugiardi non gli piacciono. Quella frase l'ha turbato parecchio, non riesce a togliersela dalla testa. Allora decide di essere sincero, decide che questa volta la verità può permettersela.
«Fa male, niente di ingestibile però», si affretta ad aggiungere. «Solo qualche fitta ogni tanto, ma...ehi, sorridi: sono ancora in grado di camminare sulle mie gambe.»
«Mi dispiace.»
«Mi hai fatto godere Minho, cazzo non ti scusare per questo, non te lo permetto.»
«Non...non parlare così...»
«È la verità.»
«Non volevo farti del male. Se sono stato troppo rude, ed egoista-»
«Lo so, e non me ne hai fatto. Non lo sei stato. Sono conseguenze che capitano», lo bacia al volo sulla bocca. «Adesso basta, sto bene. Non ci pensare più.»
Vorrebbe quasi dirglielo che mai nessun uomo l'ha trattato come ha fatto lui, nessuno l'ha preso come ha fatto lui. Tutta quella dolcezza e passione fin'ora esisteva soltanto nei suo sogni. Per non parlare di quello che gli ha fatto provare a livello emotivo...un brivido gli cade giù per la spina dorsale mentre le immagini di quella mattinata insieme si intrecciano nella sua testa.
Minho annuisce fa aderire entrambe le proprie fronti, gli sfiora la punta del naso con il suo. «Hai fame, vuoi mangiare qualcosa?»
«Sarebbe fantastico.»
«Dai, allora vatti a fare una doccia così poi usciamo a mangiare un boccone. Sono le cinque del pomeriggio e io ho bisogno di fare pranzo e cena insieme.»
«Tu vieni con me?»
«No, meglio se io la faccio dopo
«È solo uno spreco d'acqua...», la voce di Taemin cambia, l'accenno di un broncio compare sulla sua bocca «...secondo me.»
«E tu gli sprechi non li sopporti, giusto?»
«Esatto. Non vedo il motivo per cui non dovremmo farla insieme...»
«Aish, Taemin...sarebbe una distrazione. Le mie mani non riuscirebbero a starsene buone», lo prende per i fianchi e stringe. «Non vuoi mangiare il prima possibile?»
«Nemmeno le mie.»
«Ecco, è proprio questo il motivo
Taemin sbuffa, rotea gli occhi.
«Va bene, ricevuto. Tanto sei così cocciuto che non riuscirei a smuoverti in nessun modo.»
Se lo toglie di dosso con uno spintone e il corpo di Minho si accascia al suo fianco sul materasso senza mostrare resistenza ma con le labbra piegate in un sorriso.
Taemin lo guarda per un attimo dall'alto mentre si stropiccia gli occhi ancora assonnati -e cazzo, è così bello da far male-, poi si dà uno slancio improvviso, siede a cavalcioni su di lui prima che abbia il tempo di intuire le sue intenzioni.
«A pensarci bene le mie mani non riescono a starsene buone nemmeno ora, spiacente.»


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