Such a beautiful view
VIII. CORSA.
È notte fonda, manca un quarto alle tre. Minho è sdraiato sul letto ma non ha sonno, non riesce a dormire. Continua a passarsi le mani tra i nuovi capelli appena tinti e messi in piega. Kibum glieli ha acconciati verso l'alto, sembra uscito fuori direttamente dagli anni sessanta ma quello è un periodo che lui ama da matti perciò non si lamenta, anche se un briciolo si sente ridicolo, a dirla tutta.
Sono troppo diversi da come è abituato a portarli, troppo strambi per il suo essere estremamente dentro i canoni di normalità.
Quei due se ne sono andati da venti minuti o poco meno, gli hanno lasciato le birre in frigo "se mai ne avesse avuto bisogno", prima di filarsela, ma il suo malumore preferisce risolverlo in altri modi, studiando, o leggendo ad esempio, evadendo con la mente dal presente per rifugiarsi nel mondo di qualcun altro. Nella testa di qualcun altro.
Non c'è riuscito. Ha letto tre volte la stessa pagina senza davvero leggere, le parole nere che gli scorrevano sotto gli occhi erano mute, prive di qualsiasi suono, prive di significato. Non gli raccontavano niente.
Nella sua mente ha continuato ad esserci Taemin per tutto il tempo, lì dentro si svolgeva un'altra storia. Fatta di contraddizioni e incertezze.
Il saperlo così lontano da lui, solo, in un mondo spietato come questo lo agita da morire.
Chissà se ha i soldi per permettersi un lurido motel o se dorme in mezzo alla strada.
E nonostante tutto le birre non le ha toccate.
È in preda ai suoi pensieri agitati, occupato a girarsi da un fianco all'altro, e a fissare quei numeri rossi e minacciosi sulla sveglia che sembrano intimargli di dormire e di non pensare più, quando il telefono inizia a squillare nel bel mezzo di quel silenzio sordo facendolo sobbalzare. Per un attimo si concede persino il lusso di sperare che quella chiamata sia di Taemin, di dire pronto e sentire la sua voce dolce chiamarlo «Hyung» dall'altra parte della linea, ma è un attimo breve. Il tempo di strofinarsi gli occhi troppo abituati all'oscurità per affrontare la luminosità di quello schermo, e mettere a fuoco il nome sul display.
Jinki.
La delusione lo colpisce come un masso che affonda nel mare, lentamente ma con forza. Poi arriva la preoccupazione, dopotutto è sempre notte fonda.
«Hyung?» Risponde, alla fine lo dice lui. La voce gli esce strana, come se avesse dormito per ore. Con le dita persiste a pettinarsi i capelli all'indietro, è la nuova abitudine del nuovo se stesso.
«Minho, dimmi che ce lo hai tu.» È agitata la voce di Jinki, parla velocemente senza perdere tempo.
Aggrotta le sopracciglia, sbatte le ciglia: non sa come rispondergli perché non sa di cosa parla. «Che stai dicendo hyung...»
«Il motorino. Quando sono uscito era parcheggiato fuori dall'officina, adesso sono rientrato e non c'è più. È sparito.»
«Cazzo hyung, te l'hanno fottuto? Questa non ci voleva, Taemin se la prenderà da matti quando tornerà. Ti odierà a morte», ride un attimo immaginandosi la sua faccia arrabbiata. «Ma ne sei proprio sicuro? Hai guardato nel retro?»
«Mi stai dicendo che non l'hai preso tu?»
Jinki non ride pensando a Taemin e a quanto adorabile è quando è imbronciato. Non fa battute, la sua voce è rigida come non mai . Resta tremendamente serio e il suo semplice respiro gli mette inquietudine.
«No, cavoli...mi dispiace.»
«Minho tu...porca puttana...»
Lo sente imprecare dall'altro lato del telefono e un'ondata di stupore lo investe in pieno, è raro sentirlo parlare così. Aspetta che finisca la frase mentre un brutto presentimento comincia a crescergli nello stomaco.
La domanda successiva è il colpo di grazia.
«Hai dato le chiavi a lui?»
Il brutto presentimento non è più tale, ma diventa qualcosa di concreto che sta accadendo da qualche parte.
Minho spalanca gli occhi, quel tono d'urgenza nella voce del più grande non gli piace per niente. Niente di quella frase gli piace, e nemmeno le immagini che si vanno formando nella sua testa.
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Such a beautiful view [2Min ita]
Hayran KurguÈ estate quando si incontrano per la prima volta. Taemin è tutto libertà e vita, Minho tutto noia e incertezza. È inverno quando si vedono di nuovo dopo i fatti di quel giorno. Taemin è tutto timidezza e sensi di colpa, Minho invece, ferite...