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Jungkook, da bravo ragazzo qual era, dieci minuti prima della partenza dei signori Kim si era presentato alla loro porta, con Jimin e sua sorella Jinhee al seguito.
Taehyung gli aveva spiegato tramite messaggi quello che era successo quella mattina, e non voleva assolutamente presentarsi da solo. Anche se comunque non si sarebbe fatto scrupoli a cacciare i due fratelli a calci se si fosse presentata l'occasione giusta, una volta rimasti da soli.

Da quando aveva avuto l'opportunità di assaggiare le dolci labbra di Taehyung, non faceva altro che pensare a come sarebbe stato assaggiare di più di lui.
Soltanto una volta, una singola volta, si era spinto lungo il suo collo, ed era stato a dir poco divino.

I saluti con i signori Kim furono lunghi e strazianti per Jungkook, soprattutto a causa delle occhiate di fuoco che il signor Kim gli mandava. Sembrava volergli trasmettere delle precise parole, qualcosa sulle linee di "tocca mio figlio e ti uccido", ma decisamente più colorito.
Jungkook sapeva che l'unica intenzione dell'uomo era proteggere il suo unico figlio da qualsiasi cosa, ma lui non avrebbe mai potuto fare del male a Taehyung.
Lui era tutto quello che aveva sempre desiderato.

La realizzazione di quel pensiero lo colpì in pieno quando ormai i signori Kim erano saliti sul furgoncino, diretti verso l'aeroporto.
Non li guardò partire, i suoi occhi si erano fissati in modo indissolubile su Taehyung, che in quel momento sorrideva e muoveva la mano per salutare i genitori.
Era così adorabile in quell'istante, talmente tanto che Jungkook aveva voglia di riempire il suo viso intero di dolci baci.

Ma ovviamente non erano da soli, e quando il furgoncino dei signori Kim svoltò la strada, la voce acuta di Jimin gli trafisse le orecchie.

«Yeeeeh! Si va a bere!»

Jinhee e Jungkook sospirarono sconsolati a quella -usuale- uscita di Jimin.
Taehyung invece si voltò per guardare Jungkook, gli sorrise allegro e poi gli afferrò la mano prima d'iniziare a dare corda a Jimin.
Jungkook si lasciò sfuggire una breve risata, Jimin e Taehyung insieme erano pericolosi, sapeva che sarebbe stata una serata lunga.

Infatti si ritrovarono a mezzanotte, seduti attorno il tavolino del soggiorno, con Jimin e Taehyung decisamente brilli che ridevano sguaiatamente senza motivo.
Jungkook e Jinhee erano abituati a vederli ridotti in quello stato durante le loro serate estive, ma ora le cose erano un po' diverse, e Jungkook si era ritrovato a preoccuparsi delle condizioni di Taehyung, tanto da intercettare tutti i suoi bicchieri per sostituirli con della semplice soda.

Erano nel bel mezzo di una partita a cluedo quando Taehyung aveva iniziato ad avere sonno.
Jungkook lo aveva capito subito, dato che era seduto accanto a lui.
Il capo del maggiore, di tanto in tanto, cadeva contro la sua spalla e poi si scostava di scatto.
I suoi occhi non riuscivano a stare aperti, e le sue guance erano perennemente rosate a causa del calore dato dall'alcool.

«Credo che sia meglio finirla qui», esclamò Jungkook, dopo aver sentito Taehyung cadergli sulla spalla per l'ennesima volta.

«Coosa?! Kook, no! Sei tu l'assassino, vero? Ammettilo! Vuoi far finire la partita perché stavo per incastrarti!», protestò rumorosamente come al suo solito, battendo mollemente i pugni sul tavolino.

Jungkook roteò gli occhi, lasciandosi andare anche in una risata.
«Ti ho già detto mille volte che non sono io»

«Stai mentendo!»

«Basta, Chim!», li interruppe all'improvviso Jinhee, poggiando poi le mani sulle spalle del fratello.
«Sei ubriaco, e Taehyung sta praticamente dormendo sopra Kook, dobbiamo andare»

«Ma-»

«Niente ma, sono io l'assassino, non Jungkook. Eri completamente fuori strada, quindi andiamo»

Jimin mise su un leggero broncio, ma poi si voltò a guardare Jungkook e Taehyung, e notò il modo in cui il minore stesse osservando con un leggero sorriso sulle labbra Taehyung che gli dormiva sulla spalla.
Grazie a quel momento tenero riuscì a riacquistare un minimo di lucidità, e così rise e si tirò in piedi.

«Sapevo che mi nascondevi qualcosa, teppista», rise ancora, scompigliando i capelli della sorella, iniziando poi a correre verso la porta d'uscita perché sapeva di aver fatto infuriare la sorella con quel gesto.

«Tu! Brutto idiota!», gli urlò dietro lei, alzandosi subito dopo per poterlo seguire.
«Buona notte ragazzi!», e con quell'ultimo urlo gli altri due restarono da soli.

Taehyung ormai era nel mondo dei sogni, e nonostante quello a Jungkook sembrava più bello che mai.
Gli accarezzò il viso con dolcezza e calma, cercando di svegliarlo il minimo da riuscire a farlo perlomeno mettere in piedi, così da trasportarlo tra le coperte.

«Taetae, andiamo a letto?», sussurrò dolcemente, baciandogli poi una guancia.

Il maggiore aprì soltanto un'occhio, annuendo assonnato.
Poi si tirò in piedi con l'aiuto del minore, ed insieme andarono fin dentro la sua camera da letto.

Taehyung praticamente si buttò sul materasso, e Jungkook lo seguì ridacchiando, abbracciandolo da dietro e poggiando il mento sulla sua spalla.

Il maggiore sorrise subito a quel contatto, poggiando una mano sul braccio del più piccolo, voltando di poco poi il viso verso di lui.

«Grazie per essere rimasto qui con me, Kookie», sussurrò, con la voce impastata dal sonno, baciandogli poi teneramente la guancia.

«Come avrei potuto lasciarti solo?», mormorò ridacchiando, baciandogli di rimando la guancia e poi il capo, coprendolo infine per bene con la coperta.

«Domani ti ringrazierò meglio», sussurrò ancora una volta, con lo stesso tono, prima di lasciarsi andare nel mondo dei sogni.

Jungkook restò perplesso da quell'ultima frase, e poi la sua mente all'improvviso immaginò lo scenario più sporco di sempre.
Per la prima volta si ritrovò ad arrossire per i suoi stessi pensieri, ed a causa di questi dovette scostare un po' il bacino dal sedere dell'altro.
Quella notte si prospettava difficile.

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Chi sveglierà chi?
E, soprattutto, come? 😏

Summer breeze || KookVDove le storie prendono vita. Scoprilo ora