Taehyung stava correndo rapidamente tra gli alberi, ormai quasi vicino al piccolo laghetto ai piedi della cascata. Il padre, qualche metro dietro trasportava un fucile che il piccolo odiava vedere, erano andati lì per cacciare, ma dato che il signor Kim non aveva intenzione di far partecipare il suo bambino, aveva ben pensato di portargli della compagnia.
Jungkook, all'epoca tredicenne, stava correndo qualche metro avanti l'uomo, rincorrendo Taehyung con fare divertito, seppur un po' affannato. Quella salita era atroce, sopratutto per lui che a casa sua, a Seoul, non era abituato a fare sport.
L'uomo li osservò sorridendo: giunti in prossimità del lago, con Taehyung che zampettava già con le scarpe nell'acqua, Jungkook riuscì ad afferrarlo con forse un po' troppo slancio, perché caddero entrambi in acqua e ne riemersero entrambi ridendo e completamente fradici.
Kim si fece sfuggire persino una risata alla scena, quei due bambini insieme sembravano essere sempre così dannatamente felici da riuscire a riempire il cuore di chi li guardava di gioia. Era una felicità pura, come se le loro anime fossero state l'una un pezzo dell'altra.
Restò ad osservarli giocare per qualche altro istante, prima di attirare la loro attenzione e comunicare loro che sarebbe andato qualche metro più in su per cacciare qualcosa.
<Mi raccomando, non spostatevi dal lago. Così potrò vedervi tutto il tempo, e state attenti. Ho un kit d'emergenza nel furgone, ma preferirei non usarlo>, disse, facendo ridere i due ragazzini.
<Sta tranquillo, appa! Lo terrò io sotto controllo!>, parlò serio, il piccolo Taehyung, facendo ridere Jungkook al suo fianco ed alzare gli occhi al cielo a suo padre.
<Che c'è?!>, aveva subito chiesto, con sguardo quasi offeso.
<Oh, niente orsetto, niente>, rise il padre, abbassandosi poi a baciare la fronte del figlio, che con quel broncio sulle labbra appariva quasi dieci volte più adorabile agli occhi del genitore.
Prima di risollevarsi lanciò uno sguardo a Jungkook, come per dirgli "mi raccomando, tienilo d'occhio", perché entrambi sapevano che, nonostante Taehyung fosse più grande d'età, non lo era affatto in quanto a comportamento. Il piccolo Jungkook sorrise, come per tranquillizzarlo, perché in fondo non avrebbe mai permesso a Taehyung di farsi del male, avrebbe tenuto tutta la sua attenzione sul maggiore in qualunque caso.
<Ci vediamo tra un paio d'ore, allora. Vi lascio la borsa con la merenda sotto quell'albero>, e detto questo, l'uomo si tirò in piedi, iniziando ad incamminarsi verso l'unico albero all'ombra prima di proseguire per il suo tragitto.
Non appena l'uomo fu scomparso dalla loro vista, Taehyung si voltò a guardare Jungkook con aria di sfida.
<Giochiamo a nascondino?>
La salita non se la ricordava così ripida, affatto.
Forse erano stati gli ultimi anni a New York a rammollirlo, fatto sta che a metà percorso aveva già il fiatone, e la cosa lo intristiva, e non poco.
<Oddio, sono troppo vecchio per questo>, si lamentò, fermandosi qualche istante.
Jinhee fu d'accordo con lui, ed approfittò di quella pausa anche lei, per riprendere fiato.
Jungkook, invece, per la prima volta si sentì particolarmente divertito da quella scena. Per la prima volta non era lui quello che doveva faticare per raggiungere il maggiore. I ruoli sembravano invertirsi, ed il pensiero di questo non riuscì a fargli trattenere ancora la risata che, da dieci minuti buoni, cercava di trattenere.
<Oh, sta zitto tu!>, si sentì subito urlare dietro da Taehyung, cosa che fece esplodere il suo cuore di tenerezza, tanto da farlo tornare indietro per abbracciarlo.
<Scusa TaeTae, giuro che ho provato a non ridere!>, cercò di giustificarsi, beccandosi un leggero schiaffo sul braccio.
<Lasciami, idiota palestrato! Ti odio!>, esclamò, in modo per niente convincente, il maggiore.
Jungkook si ritrovò a ridere ancora una volta, e quando si accertò del fatto che i suoi genitori non li stessero guardando, baciò rapidamente Taehyung sulle labbra, in modo dolce, per rassicurarlo un po'.
Una volta staccatosi, gli sollevò il mento con l'indice, lasciandogli anche una tenera carezza prima di sorridergli.
<Manca poco, tranquillo>
<Tae! Dai, esci fuori, hai vinto!>
Il perché avesse accettato ancora se lo chiedeva. Forse perché l'idea di trovare Taehyung, farlo spaventare un po' e poi abbracciarlo, sembrava un piano perfetto per la sua giovane mente, ma non aveva pensato al fatto che Taehyung conoscesse quel posto meglio di lui.
<Un battimano, ti prego!>, urlò allora il bambino, per farsi sentire.
Taehyung, ridendo nascosto nel suo posticino, allungò le mani davanti a sé e batté le mani una singola volta.
Jungkook, che era rimasto in assoluto silenzio per captare quel suono che tanto aspettava, fece guizzare la testa verso il piccolo laghetto non appena sentì quel rumore. Veniva da...dietro la cascata? Era possibile?
Con sguardo stranito e confuso decise di dare ascolto a quel suo pensiero, e si incamminò verso la cascata, passando direttamente dalla parte dell'acqua, tanto ormai era fradicio comunque.
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Summer breeze || KookV
Teen FictionLunghe amicizie, adolescenza, strani ed imbarazzanti episodi con il sesso, ma soprattutto, tante risate e tanto amore. «Quindi posso provare? Posso provare a baciarti?»