4.2 Faccia a faccia con il buio

60 3 0
                                    

Quest'essere tenebroso sembra non volermi lasciare nonostante io cerchi in tutti modi di liberarmi, sperando che cadendo io riesca a svegliarmi, ma niente, il mostro continua imperterrito il suo viaggio.

Cerco di vedere dove mi stia portando, però voliamo così in alto che le nuvole coprono ogni cosa sottostante. Ad un certo punto le nuvole cambiano di colore da bianco candido a grigio cupo e anche nell'aria noto un cambiamento: si fa più pesante e irrespirabile, non riesco a far a meno di tossire. Sento inoltre un forte dolore alle braccia e vedo delle gocce di sangue scivolarmi addosso, poi verso le oscure nubi.

Mi accorgo che stiamo perdendo quota e ci avviciniamo sempre di più ad una figura che pare essere un Castello avvolto nella nebbia, subito dopo il rapace mi circonda con le sue grandi ali impedendomi di vedere altro e dal rumore dei vetri spezzati capisco che deve aver infranto un'enorme finestra. Una volta toccato il pavimento mi lascia libera e finalmente trovo sollievo da quel dolore costante che mi aveva accompagnato per tutto il tragitto.

È tutto buio intorno a me, entra soltanto uno spiraglio di fioca luce che illumina una piccola parte della sala facendo brillare piccoli granelli di polvere sospesi in quest'insopportabile aria. Improvvisamente una voce mi giunge all'orecchio dalle mie spalle.

-Val quale onore averti al mio cospetto.-

È una voce cupa, inquietante piena di rabbia e sarcasmo; non ci impiegai molto a capire che mi trovo davanti al nemico: Omifaso, pur non riuscendo a vederlo.

-Perché mi hai fatto portare qui? Cosa vuoi da me?-

-Con quel tono così furioso me lo chiedi? Non c'è bisogno di scaldarsi tanto...-

Dice ridacchiando, non ero arrabbiata, ma la sua ironia voleva chiaramente provocarmi. Quindi controbatto:

- Non sai darmi una risposta?-

-No mia cara, credo solo che non sia ancora il momento di spiegarti cosa voglio fare.-

-Bene allora credo di poter togliere il disturbo.-

Mi volto e fuggo sperando che ci sia una porta nella parte opposta rispetto ad Omifaso. Invece la fortuna non è dalla mia parte, ad attendermi c'è la creatura squamosa che mi aveva attaccato al Castello la notte prima.

-Hai fretta Val? Scommetto vorresti svegliarti, beh nessun amuleto di Erika può aiutarti! Nel mio Palazzo decido io quando gli ospiti possono andarsene e la tua sarà una lunga permanenza!-

Inizia a farmi realmente paura, inoltre il suo seguace mi prende e mi solleva in alto, quasi mi manca il respiro.

-Porta la nostra ospite nella sua camera, credo sia stanca.-

Ordina con tono sarcastico.

Il mostro mi porta nelle segrete e mi rinchiude in una squallida cella. Sento un forte odore di muffa, in quella stanza non c'è altro che un pezzo di legno marcio vagamente somigliante ad uno sgabello su cui mi siedo mentre tento invano di svegliarmi.

All'improvviso compare anche l'oscura figura, stavo per farmi cogliere dalla disperazione, quando l'ombra apre la cella e poi fa cenno di seguirla, mi avvicino a lei, in quel momento essa mi circonda e percepisco che mi sta lasciando qualcosa in mano.

-Pensa alla luce-

Mi sussurra, non ho altra via d'uscita e quindi non mi rimane altro che fidarmi, così inizio ad immaginare le cose più luminose che mi vengano in mente.

Mi alzo dal mio letto, faccio un enorme respiro... un altro sogno era terminato, le ferite si stanno rimarginando ed in mano stringo una chiave dorata.

DreamDove le storie prendono vita. Scoprilo ora